Ottóne II imperatore e re di Germania

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Figlio (n. 955 - m. Roma 983) di Ottone I e di Adelaide. Fronteggiò la rivolta del duca di Baviera Enrico il Litigioso (951-995) e l'invasione della Lorena da parte del re di Francia Lotario (941-986). Pacificata la Germania, O. discese (980) in Italia, dove riaffermò l'autorità imperiale sui ducati longobardi di Capua e Benevento, venendo però sconfitto dagli arabi in Calabria (982). Dopo aver fatto eleggere (983) re suo figlio, Ottone III, morì a Roma, forse colpito da malaria, mentre gli giungeva la notizia che la regione dell'Elba in Germania era invasa da danesi e slavi.

Vita e attività

Nel maggio del 961 fu incoronato re ad Aquisgrana, essendo ancora vivo il padre che successivamente lo volle collega nell'Impero a Roma nel 967. Nel 972 sposò la principessa bizantina Teofano dalla quale ebbe tre figlie e un erede, Ottone (nato nel 980). Successe al padre nel 973 e conferì nello stesso anno il ducato di Svevia al nipote Ottone, figlio del fratellastro Liudolfo. Di tale preferenza si risentì il cugino Enrico (il Litigioso), duca di Baviera e figlio dello zio Enrico, anche perché l'imperatore proteggeva nella Baviera settentrionale la casa di Babenberg; inoltre nel 976 O. tolse la Marca veronese al duca di Baviera per darla al duca di Carinzia. Enrico, stretti accordi con la Polonia e la Boemia, si ribellò con le armi a O., che solo nel 978 riuscì a domare la rivolta. La Baviera e la Carinzia, tolte ai loro duchi, furono concesse la prima a Ottone, duca di Svevia, la seconda a un altro cugino dello stesso nome, figlio di Corrado di Lorena e di Liutgarda, sorella dell'imperatore. Nello stesso tempo Lotario re di Francia occupò la Lorena e giunse fino ad Aquisgrana, ma di lì a poco, raccolto un esercito, O. penetrò in Francia e giunse fino a Parigi: nel 980 i due sovrani si riconciliarono e la pace fu ristabilita sulla base dello status quo. Pacificata la Germania, O. discese lo stesso anno in Italia. Dopo aver sostato a Pavia, Ravenna e Roma, penetrò nell'Italia meridionale, senza riguardo ai diritti bizantini e conquistò Taranto ai Saraceni. Nel 981, con i rinforzi giunti dalla Germania, iniziò la campagna contro i Saraceni dell'emiro di Palermo, sbarcati in Calabria e non fronteggiati dai Bizantini travagliati da lotte intestine. L'imperatore affrontò gli Arabi in battaglia al Capo delle Colonne presso Rossano il 13 luglio 982: qui la vittoria imperiale (lo stesso emiro fu ucciso e i Saraceni erano già stati volti in fuga), per il sopraggiungere imprevisto di rinforzi contro gli inseguitori, si mutò in una tremenda disfatta, dalla quale lo stesso imperatore riuscì a sottrarsi fortunosamente fuggendo via mare. Radunata nel 983 una dieta a Verona, dove O. fece eleggere re suo figlio, l'imperatore si diresse con un nuovo esercito verso il sud, ma, colpito dalla malaria, morì a Roma, mentre gli giungeva la notizia che in Germania gli Slavi avevano ripreso le armi, devastando la regione dell'Elba. Il suo grande disegno di estendere il potere imperiale all'Italia meridionale, secondo una condotta politica che era stata anche dei Carolingi, era fallito.

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