Wagner, Otto

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Architetto e urbanista austriaco (Penzig, Vienna, 1841 - Vienna 1918). Tra i maggiori maestri dell'architettura moderna, W. influì decisamente, come insegnante e teorico, sull'evoluzione architettonica tra la fine del 19° e l'inizio del 20° secolo. In polemica con gli indirizzi accademici tradizionali (difese strenuamente la Secessione viennese), W. promosse la semplificazione della composizione architettonica, sottolineata da un analogo uso delle soluzioni strutturali e dei materiali da costruzione, dove anche la decorazione diviene funzionale alla definizione delle volumetrie. Principi evidenti in opere quali la chiesa di St. Leopold (1905-07), e la Postsparkasse (1903-12) a Vienna.

Vita e opere

Dopo aver studiato alla Technische Hochschule di Vienna (1857-60) e, per un breve periodo, alla Baukademie di Berlino (dove familiarizzò con l'architettura di K. F. Schinkel), frequentò (1860-63) l'Akademie der Bildenden Künste di Vienna, presso cui divenne professore nel 1894. Già dalla prolusione relativa all'incarico di professore (rielaborata e stampata nel 1896 col titolo Moderne Architektur e, nel 1914, come Die Baukunst unserer Zeit) emerge la sua polemica verso i tradizionali indirizzi accademici a favore di un'architettura basata sui requisiti della vita moderna e, quindi, su una semplificata espressione compositiva, sottolineata da un analogo uso delle soluzioni strutturali e dei materiali da costruzione. Parallelamente all'attività didattica, nel 1894, avviò i lavori per la rete della metropolitana correlati a un più ampio progetto di revisione del piano di Vienna (il concorso, vinto da W. nel 1892-93, non ebbe seguito). Gli edifici delle stazioni (1894-1901) rimangono l'unico segno distintivo di quel piano e si impongono come mirabile interpretazione delle tendenze ornamentali del periodo, confluite in originali costruzioni con ossatura metallica, caratterizzate dalla compresenza di linee rette e curve. W. usò, inoltre, il suo prestigio professionale nel sostenere i giovani esponenti della Secessione viennese (suoi allievi e collaboratori furono J. Olbrich e J. Hoffmann). Esemplari per la produzione di questo periodo sono: la chiusa e l'edificio per l'amministrazione fluviale a Nussdorf (1894-98); le case d'affitto a Vienna sulla Linke Wienzeile 38-40 e in Köstlergasse 3, tra cui spicca la Majolikahaus (1898-1900) che, nonostante suggestioni secessioniste, non rinuncia a un rigoroso impianto tipologico integrando sapientemente i materiali con la composizione architettonica. Ma è la Postsparkasse di Vienna ad affermare radicalmente i principi della sua poetica: un'articolata pianta trapezoidale, che si sviluppa intorno alla sala centrale illuminata da un soffitto voltato in ferro e vetro sospeso a cavi d'acciaio, è sobriamente ricomposta dal trattamento delle facciate, istoriate con lastre sagomate di granito e marmo in leggero rilievo, ritmicamente inchiodate da bulloni di alluminio. L'uso dell'alluminio è riproposto, inoltre, negli eleganti pilastri della pensilina d'ingresso e in quelli della sala, nei radiatori e nella statuaria, evidenziando una notevole cura per i dettagli, assorbiti nell'ordinata composizione dell'insieme. Cifre distintive già sperimentate nell'ufficio postale Die Zeit (1902, demolito) e, sempre a Vienna, nella imponente chiesa di St. Leopold nel complesso psichiatrico dello Steinhof. La Villa in Huttelbergstrasse 28 a Vienna (1913) ribadisce le attenzioni rivolte a un uso della decorazione funzionale alla definizione di essenziali impianti volumetrici. Vanno inoltre ricordati gli edifici dei suoi esordi (Grabenhof, 1874; Kreisingersgasse 2, 1879; Schottering 23, 1881; Stadiongasse 6-8, 1883) a Vienna o, tra le opere mature, l'edificio di controllo della chiusa di Kaiserbad sul Donaukanal (1904-06); il padiglione per malati di lupus (1910-13) dell'ospedale cittadino e i numerosi progetti non realizzati destinati ad altre città europee (Budapest, Amsterdam, Berlino, L'Aia). Il volume Einige Skizzen (postumo, 1922), raccoglie un centinaio di schemi e piani urbani e progetti di musei, accademie, edifici pubblici, monumenti.

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