Otranto

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Comune della prov. di Lecce (76,2 km2 con 5459 ab. nel 2008, detti Otrantini o Idruntini). È il centro abitato più orientale d’Italia, situato sull’Adriatico, all’estremità del canale omonimo e allo sbocco del breve torrente Idro. Ha un’insenatura portuale ampia, ma poco profonda, capolinea di un servizio di traghetti per la Grecia. Importante stazione balneare. Sviluppato il turismo.

È l’antica Hydruntum menzionata negli itinerari; non ebbe nell’antichità sviluppo notevole. Resistette a Totila (545); sin da allora fu uno dei centri più importanti della dominazione bizantina in Italia, favorita sempre nei traffici commerciali con l’Oriente e i paesi dell’Adriatico; fu centro del governo bizantino nel 9° sec., prima della riconquista di Bari (972), e costituì con Bari e Taranto il fulcro della resistenza greca all’invasione normanna dal 1054 al 1068. Fedele agli Svevi sino alla morte di Federico II (1250), parteggiò poi per i pontefici e fu riconquistata nel 1255 dalle truppe saracene di re Manfredi; nel 1348 si arrese a Luigi di Ungheria; nel 1464 a Ferdinando I di Napoli; fu conquistata dai Turchi di Maometto II (1480), ma l’anno successivo tornò nuovamente agli Aragonesi. Al termine dell’impresa di Carlo VIII, fu tra le prime a ribellarsi ai Francesi (1496) in favore degli Aragonesi; tuttavia fu data ai Veneziani per alcuni mesi, a garanzia degli impegni finanziari contratti con essi da re Ferdinando II durante la guerra. Partecipò ai moti del 1647-48 contro il governo spagnolo.

Dell’antica città resta la cattedrale (11°-12° sec.), restaurata dopo il 1480 e in epoca barocca (importante pavimento a mosaico del sacerdote Pantaleone, 1163-66; vasta cripta a 5 navate e 3 absidi). Notevoli S. Pietro, bizantina (10°-11° sec.), il castello di Ferdinando d’Aragona (1485-98) e, nei dintorni, i ruderi di S. Nicola di Casole, romanico-gotica, distrutta dai Turchi nel 1480.

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