LEVERTIN, Oscar

Enciclopedia Italiana (1934)

LEVERTIN, Oscar

Giuseppe Gabetti

Critico e poeta svedese, nato a Grvt presso Norrköping il 17 luglio 1862, morto il 22 settembre 1906 a Stoccolma, dove era redattore letterario dello Svenska Dagbladet e, dal 1893, professore alla Högskola.

Nella reazione contro il naturalismo, che contrassegnò in Svezia l'ultimo decennio del secolo, fu, a fianco di Heidenstam, il critico sensibile e intelligente che preparò il trionfo delle nuove idee. Fu anche poeta (Legendar och visor, "Leggende e canzoni", 1891; Nya dikter, "Nuove poesie", 1894; Dikter, "Poesie", 1901; Kung Salomo och Morolf, "Re Salomone e Morolf", 1905; Sista dikter, "Ultime poesie", postumo): con una ricchezza di colore che risente della razza ebraiea a cui egli, pur sentendosi profondamente svedese, apparteneva, e con un'ispirazione che dapprima amò indugiare in una lirica di carattere sensuale figurativo e poi a poco a poco - attraverso modi simbolistici dovuti all'influenza inglese e francese - si evolvette verso una tonalità nuova, meditativa e assorta. Fu anche novelliere (v. i primi scritti Fran Rivieran, "Dalla Riviera", schizzi, 1883; Småmynt, "Moneta spicciola", schizzi, 1883; Konflikter, "Conflitti", 1885; e, nel periodo della maturità, Livets fiender, "I nemici della vita", 1891; Rococonoveller, "Novelle in stile rococò", 1899; Magistrarne i Österås, "I maestri di Österås", 1900; Siste noveller, "Ultime novelle", 1906); e dopo gli inizî realistici rifletté anche nei suoi racconti il fondamentale estetismo del suo modo di considerare la vita e l'arte. Ma se la lirica ha in singoli momenti una sincerità di personale confessione e l'intendimento è in ogni composizione sempre elevato e il discorso è sempre intenso di pathos e la tecnica è sempre raffinata fino a rasentare il virtuosismo, una cosa tuttavia manca spesso alla poesia: il carattere d'interiore necessità, la liberazione nella spontaneità del canto. Importanza storica il L. ebbe nel suo tempo soprattutto come letterato e critico. Nell'indagine storico-letteraria (Teater och drama under Gustaf III, "Teatro e dramma sotto Gustavo III", 1889; Gustav III som dramatisk författare, "Gustavo III come autore drammatico", 1894; Från Gustav III.s dagor, "Dai tempi di Gustavo III", 1896, ecc.) superò la tradizione puramente accademica, intendendo la letteratura come espressione di vita. Come studioso di letterature straniere aprì la poesia svedese alle grandi correnti dell'arte moderna europea (oltre le raccolte di saggi, v. anche la Fransk litteraturhistoria, voll. 3, 1912-16, postuma, da un ciclo di lezioni). Come critico, intuì l'unità di gusto che nelle singole epoche sempre congiunge la poesia alle arti figurative (v. le monografie storico-artistiche: Niklas Lafrensen den yngre, "N. L. il Giovine", 1899; A. Roslin, 1901; G. Lundberg, 1902; ecc.) e, soprattutto, diede concreta espressione al suo ideale estetico-umanistico, cercandogli nella poesia svedese delle età precedentì origini anche nazionali e mostrandone analiticamente la potenza nelle opere della poesia nuova (v. Digtare och drömmare, "Poeti e sognatori", 1898; Svenska gestalter, "Figure svedesi", 1903; oltre gli articoli minori, raccolti più tardi nelle opere complete). Spirito delicato, che la salute sempre cagionevole rese ancor più sensitivo - in giovinezza il mal di petto lo aveva costretto a un lungo soggiorno in Riviera e tornò volentieri in Italia -, rifletté entro di sé il culto della bellezza che fu la passione spirituale del suo tempo, e dischiuse e propagò la comprensione della nuova poesia.

Opere: Samlede Skrifter, voll. 24, Stoccolma 1906-10.

Bibl.: W. Söderhjelm, O. Levertin, voll. 2, Stoccolma 1914-17; D. Sprengel, O. L., 2ª ed., Stoccolma 1918; F. Hallstrém, in Skepnader och tankar, Stoccolma 1910; F. Böök, in Essayer och kritiker, Stoccolma 1915; I. Landquist, in Essayer, Stoccolma 1913; G. Brandes, in Samlede Skrifter, XVIII; E. Hedon, in Eros och Polemos, Stoccolma 1916; C. G. Laurin, in Människor, Stoccolma 1919.

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