CAROTA, Orsino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)

CAROTA, Orsino

Francesco Calvo

Figlio di Antonio, nacque in Assisi presumibilmente intorno al primo decennio del 1500. La prima notizia che lo riguardi lo vede recarsi a Perugia per apprendervi l'arte di pittore. è il 1530: dominava ancora in quegli anni, a Perugia, il magistero artistico di Pietro Perugino, e fu appunto presso un peruginesco, Pompeo di Piergentile Cocchi, che il C. compì il suo apprendistato. Fu Pompeo, inoltre, a procurargli le prime commissioni e i primi lavori, fra i quali risulta sicuramente documentata la sua partecipazione, assieme con altri artisti locali, alla decorazione degli archi trionfali approntati in onore dell'arrivo in Perugia del papa Paolo III, il 24 ott. 1541 (Gnoli, erroneamente: 1540). Si trattava di un lavoro di non grande lustro individuale, ma di notevole importanza per la città di Perugia che, stremata e impoverita dalla sfortunata "guerra del sale" del 1540, cercava, tributandogli "grandissimo onore" (Bontempi), di rientrare nelle grazie del pontefice e di risollevarsi, conseguentemente, dalle difficoltà presenti. Di Pompeo dovette essere inoltre l'allievo prediletto se questi, contrariamente ad un testamento precedentemente redatto in cui il C. figurava coerede, gli lasciava alla sua morte tutte le sue sostanze.

Forte di questa fortunata situazione e avendo dimorato nella città ormai da ventidue ami, quello stesso amo (1552) il C. domandava, ottenendola, la cittadinanza perugina. L'anno seguente (15 febbr. 1553) egli diveniva anche membro dell'arte dei pittori di Perugia per il rione di Porta Eburnea (o Porta Borgna: il Manzoni erroneamente riporta la data del 1533).

Nel 1557 gli veniva commissionato dalla confraternita di S. Antonio di Assisi un affresco per la porta detta allora del Monte (porta de' Cappuccini) nel quale egli raffigurò la Madonna circondata da alcuni santi (l'affresco fu restaurato nel 1586 da tal maestro Tiburzio di Marino). Tra il 1558 e il 1559, il C. eseguì numerosi lavori per la confraternita di S. Francesco in Perugia. Dai registri della confraternita risultano pagamenti per la dipintura a olio di una tela raffigurante S.Francesco (1558), oggi conservata presso la Gallera nazionale di Perugia (è questa - si noti - l'unica opera del C. sicuramente autentica), per la decorazione di una predella, di candelieri e di cassette, tra le quali ultime risulta esplicitamente ricordata la cassa della tavola dipinta da L. Cungi sempre per la stessa confraternita. Due anni dopo (1561) fu assegnata al C. la dipintura dei nuovi pennoni per il Comune di Perugia.

Nonostante si fosse acquistato una certa dignità in seno all'arte dei pittori - nel 1564 ne era addirittura camerlengo -, il C. non ricevette mai commissioni di grande impegno. Allogazioni e pagamenti testimoniano infatti di un'attività di decoratore più che di pittore: propriamente i soli pagamenti di cui si abbia notizia tra gli anni 1565 e 1572 (non c'è traccia di documenti che lo riguardino tra il 1572 e il 1580) si riferiscono alla doratura della cornice di un crocifisso di Arrigo Fiammingo nella cappella del palazzo dei Priori, alla decorazione della relativa tenda quaresimale, e ad altre dorature eseguite per la confraternita di S. Francesco.

Nel 1580 (Gnoli) subì, per cause imprecisate, un processo che comunquenon dovette avere per lui gravi conseguenze, dal momento che si ha notizia di suoi lavori eseguiti due anni dopo nel santuario di Mongiovino, ove dipinse a fresco le lunette esterne dei portali. Nell'anno 1588 sua figlia Porzia andò sposa a Virginio di maestro Mario, anch'egli pittore ma del quale, oltre al nome, non si conosce nulla. èprobabile che in questo torno di anni il C., ormai vecchio, avesse cessato da ogni attività; d'altra parte le fonti, assai povere di notizie, consentono ogni sorta di illazioni. Quel che è certo è che nel 1591 gli moriva la moglie Laura e pochi mesi dopo il C. stesso moriva, il 24 genn. 1592, e veniva sepolto nella chiesa di S. Francesco, prossimo alla tomba del suo antico maestro e benefattore Pompeo di Piergentile Cocchi.

Fonti e Bibl.: C. Bontempi, Ricordi della città di Perugia dal 1527 al 1550…, a cura di F. Bonaini-A. Fabretti-F. Polidori, in Arch. stor. ital., XVI (1851), 2, p. 387; A. Mariotti, Lettere pittor. perugine, Perugia 1788, p. 231; M. Guardabassi, Indice guida dei monum. pagani e cristiani nella provincia di Perugia, Perugia 1872, p. 183; L. Fumi, Inventario e spoglio dei registri della tesoreria apost. di Perugia e Umbria, Perugia 1901, pp. 147, 204, 207; L. Manzoni, Statuti e matricole dei pittori di Firenze, Perugia, Siena, Roma 1904, pp. 16, 67; U. Gnoli, Pittori e miniatori dell'Umbria, Spoleto 1923, pp. 226 s.; A. Cristofani, Delle storie di Assisi, Venezia 1959, p. 502; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 32 s.

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