Orgasmo

Universo del Corpo (2000)

Orgasmo

Alessandra Graziottin

Il termine orgasmo (dal greco ὀργασμός, derivato di ὀργάω, "essere pieno d'ardore, di voglia ardente") indica il complesso evento psicofisiologico, di breve durata, che costituisce l'acme dell'eccitamento sessuale ed è accompagnato da un particolare stato di coscienza, intensamente piacevole. Raggiunto in seguito a stimolazioni sia somatiche sia psicologiche, l'orgasmo appare caratterizzato da una serie di azioni neuromuscolari non controllate dalla volontà, le quali culminano per l'uomo nell'eiaculazione e per la donna in contrazioni perivaginali e in altri fenomeni motori e secretori riflessi, determinando la risoluzione delle tensioni sessuali.

Esperienza orgasmica

Il piacere che accompagna l'orgasmo è molto variabile e può andare da una modestissima stimolazione, con perfetto mantenimento del controllo di sé e di tutte le attività mentali, a un'estasi così totalizzante che la persona può arrivare momentaneamente a perdere conoscenza. Un dato costante, in questo 'alterato stato di coscienza', è la distorta percezione del trascorrere del tempo; un secondo aspetto è la riduzione della percezione del dolore, come se il cervello, inondato di sensazioni piacevoli, andasse incontro a una sorta di analgesia centrale. Non si può inoltre escludere che l'umore sereno, spesso presente nelle persone sessualmente appagate e pluriorgasmiche, sia dovuto proprio al benefico effetto dell'orgasmo sul sistema nervoso centrale.

La percezione orgasmica può essere accesa sia da stimoli provenienti dai genitali, che attivano poi il sistema nervoso centrale, sia da stimoli centrali (fantasie, stimoli visivi, uditivi, onirici ecc.) che dal cervello inducono, attraverso il midollo spinale, le tipiche contrazioni a livello dei genitali. In termini neurofisiologici, l'orgasmo femminile può essere considerato un riflesso sensomotorio. Quando gli stimoli erotici raggiungono un determinato livello, se non intervengono fattori inibitori, come l'ansia, la paura, i sentimenti di inadeguatezza, la donna avverte un piacere molto intenso, che segna l'acme della componente sensoriale. Dopo un attimo di sospensione, scatta la componente motoria: iniziano infatti le contrazioni ritmiche e involontarie (di norma da 3 a 8, raramente fino a 15) del muscolo pubococcigeo che circonda la vagina. Esse sono usualmente accompagnate da movimenti del corpo e da segnali neurovegetativi, quali accelerazione del respiro, del battito cardiaco, e vasodilatazione. Tuttavia, alcune donne riescono a percepire l'orgasmo senza alcuna contrazione muscolare associata (cosiddetti orgasmi mentali). A livello fisico, la stimolazione clitoridea rappresenta senz'altro l'attivatore (trigger) dell'orgasmo più rapido, anche se molti fattori psicologici e ambientali possono inibirne il raggiungimento, pur temporaneamente. Essa può essere diretta, indiretta, diurna o notturna, per l'attivazione dei nuclei orgasmici centrali da parte dei sogni. Il risultato comune è la reazione di migliaia di fibre nervose sensibilissime, da cui dipende poi una serie di effetti vascolari e neuroendocrini che contribuiscono alla formazione della cosiddetta piattaforma orgasmica (Masters-Johnson-Kolodny 1994), consistente nella ricca congestione sanguigna genitale che rappresenta la base fisica della percezione del piacere genitale: più profonda è questa congestione, maggiori sono l'intensità dell'orgasmo e la probabilità di orgasmi multipli, ripetuti e ugualmente molto forti.

La stimolazione della zona dell'areola mammaria costituisce un altro attivatore dell'orgasmo, più raro. Presente talvolta anche nelle donne che allattano, questo tipo di trigger viene utilizzato nella riabilitazione delle donne paraplegiche in conseguenza di una lesione midollare che, tra l'altro, impedisce l'orgasmo fisico. La stimolazione anale, meno frequente, attiva comunque il muscolo pubococcigeo.

La stimolazione vaginale, infine, viene qui analizzata per ultima non perché meno importante, ma perché vi sono ancora molti lati oscuri riguardo al 'che cosa' scateni veramente l'orgasmo vaginale. Le aree più reattive nel dare l'avvio al riflesso orgasmico durante la penetrazione sono: 1) il punto G, scoperto da E. Grafenberg, sulla parete vaginale anteriore, circa 3 cm all'interno; 2) l'area periuretrale, il cosiddetto glande femminile, equivalente a quello maschile, sensibilissimo; 3) l'introito vaginale, purché il muscolo pubococcigeo sia tonico e attivo; 4) le strutture vaginali profonde, probabilmente per la stimolazione di legamenti e delle strutture nervose delle parti più interne del pavimento pelvico, cioè dell'insieme di muscoli, vasi, nervi e connettivi che sostiene e chiude in basso il bacino. La presenza di attivatori orgasmici a livello mentale rende plausibile la domanda se sia possibile l'orgasmo in assenza di stimolazione genitale.

Sei diverse modalità di scatenamento, senza alcuno stimolo genitale diretto, sembrerebbero dimostrare la legittimità di tale ipotesi. La stimolazione onirica innesca i centri cerebrali responsabili dell'orgasmo, situati nel talamo: è noto che il sonno con sogni attiva una minierezione clitoridea e una congestione vaginale, 3-4 volte per notte, sincrone appunto alla fase di sogno; questa condizione, mentale e fisica, di cui spesso la donna non è neppure consapevole, crea uno stato vascolare e biochimico per cui, talvolta, sogni erotici o associazioni particolari possono far scattare orgasmi notturni (equivalenti, come significato, ai cosiddetti sogni bagnati dei maschi, in cui l'orgasmo si accompagna alle prime emissioni di sperma, dette polluzioni).

La stimolazione mentale cosciente con sole fantasie erotiche è presente in donne dall'eros molto vivace e trasgressivo e con una grande capacità di concentrazione mentale, che mette in moto i centri orgasmici superiori (cerebrali) attraverso un massiccio reclutamento di altre aree associative; può essere facilitata da un forte innamoramento. Una funzione di attivazione orgasmica può essere anche ascritta alla stimolazione mentale mediante ipnosi e alla stimolazione mnesica, che provoca 'orgasmi fantasma', così chiamati da J. Money (1960) che li notò nei paraplegici, in cui comparivano di notte. Tali orgasmi tendono a scomparire con il tempo: ciò dimostra che, in assenza di una stimolazione genitale in grado di mantenere attivi questi centri, diventa sempre più difficile ottenere un orgasmo. Vanno infine ricordate la stimolazione con elettrodi di specifiche aree cerebrali e la stimolazione olfattiva, sensuale ed emotiva in donne infibulate, le quali nella pubertà hanno subito l'escissione del clitoride e la cucitura delle labbra: nonostante la gravissima mutilazione, molte di esse dicono di sentire ugualmente l'orgasmo, evidentemente mentale. In altri termini, la massima esperienza di piacere raggiungibile dalla donna può essere accesa in modi molto diversi. L'intensità del desiderio sessuale, la plasticità mentale e fisica che consente di variare e vicariare la sorgente della stimolazione erotica, la capacità di attivazione erotica (arousal) mentale, periferica non genitale e genitale, la qualità della stimolazione fisica e dei giochi erotici, il livello di innamoramento e coinvolgimento affettivo rappresentano i fattori principe che modulano la percezione del piacere sessuale fino all'orgasmo.

Anorgasmia

Viene definita con questo termine la mancanza di orgasmo. L'anorgasmia può essere: assoluta, quando il soggetto non ha mai sperimentato un orgasmo, neppure durante il sonno con sogni, nel momento in cui le inibizioni sono al minimo; relativa, quando è limitata, per es., al coito (cosiddetta anorgasmia coitale); selettiva, quando è circoscritta a un/una partner; primaria, se si manifesta da sempre; secondaria, quando il blocco orgasmico compare dopo un periodo di normale attività sessuale. Le cause di anorgasmia sono molteplici e spesso associate tra loro. Tra quelle psicosessuali vanno incluse: inibizione sessuale generale (un tempo detta frigidità); carente desiderio sessuale; inadeguata eccitazione, mentale, periferica non genitale e genitale; insufficiente stimolazione fisica sessuale, specie per quanto riguarda la durata del coito. Un partner affetto da eiaculazione precoce può non consentire la durata minima di stimolazione vaginale sufficiente per far scattare l'orgasmo coitale. Sono importanti, per molte donne, anche il grado di coinvolgimento affettivo, di innamoramento e di amore, avvertiti talora come condizioni necessarie per l'abbandono erotico fino all'orgasmo.

Ansia, depressione, stress cronico, insonnia, paralizzando il desiderio e l'eccitazione, possono altresì minare la capacità orgasmica. Dal punto di vista fisico, possono assumere carattere inibitorio malattie fisiche e psichiche, con meccanismo diretto e indiretto. Per frequenza, va citata la mancanza di estrogeni e androgeni, che in molteplici modi favoriscono e, se assenti, inibiscono il riflesso orgasmico a livello sia cerebrale, sia periferico-genitale. Tra i fattori locali, va ricordata la lacerazione del muscolo pubococcigeo durante il parto, a causa di un'assistenza ostetrica inadeguata, oppure in caso di bambini macrosomi, ossia di peso molto superiore alla media, o nati con presentazioni patologiche, o, ancora, in seguito all'applicazione di forcipe oppure di ventosa ostetrica. La lesione del muscolo mina la componente muscolare del riflesso orgasmico, e può essere responsabile sia della ridotta sensibilità vaginale, sia dell'anorgasmia coitale che molte donne lamentano dopo il parto. Può essere migliorata grazie agli esercizi di A.H. Kegel, ormai classici nella riabilitazione del muscolo pubococcigeo e delle strutture del pavimento pelvico. Questi esercizi, che consistono in contrazioni volontarie dei muscoli che circondano la vagina, sono comunque utili anche per le donne che non abbiano mai avuto figli, per aumentare la consapevolezza e la capacità di ascolto delle sensazioni erotiche.

Bibliografia

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