SPADA, Orazio Filippo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SPADA, Orazio Filippo

Giampiero Brunelli

– Nacque a Lucca iI 21 dicembre del 1659, da Francesco e da Annamaria Orsetti. Il padre era uno dei nomi più in vista della città. Rivestì l’incarico di gonfaloniere di giustizia nel 1690.

Orazio Filippo, a sua volta, era pronipote del cardinale Giovan Battista, creato in occasione del concistoro del 2 marzo 1654. Presso quest’ultimo, a Roma, egli iniziò il suo percorso formativo, che continuò nel Collegio Romano dopo la morte del prozio (1675). Ne avrebbe ricavato una solidissima cultura umanistica, unita all’amore per la musica e le arti figurative. Quindi, sul finire del 1679, Spada si laureò in utroque iure alla Sapienza. Ebbe subito modo di distinguersi. Papa Innocenzo XI lo creò suo cameriere segreto e gli fu affidato il tutorato del nipote Livio Odescalchi nello studio delle materie giuridiche.

Alla fine dell’estate 1681, Spada ebbe il primo incarico di rilievo: viaggiare fino a Vienna per consegnare al lucchese Francesco Buonvisi, allora nunzio presso l’imperatore, la berretta cardinalizia. Spada ne approfittò per stendere una relazione del suo soggiorno, nella quale dimostrò grande attenzione per le opere d’arte e per il cerimoniale della corte asburgica. Tornò a Roma l’anno successivo.

Succeduto al soglio pontificio Innocenzo XII (12 luglio 1691), Spada fu ordinato presbitero il 27 marzo 1694. Ammesso fra i canonici del capitolo della basilica di S. Maria Maggiore, nel febbraio 1696 fu creato internunzio a Bruxelles. La nunziatura di Bruxelles esisteva fin dal pontificato di Clemente VIII. Alla fine del secolo successivo, dopo che nel 1634 Lelio Falconieri non era stato accreditato in carica (perché troppo filo-francese), l’ufficio era tenuto da prelati con titolo di internunzio. Spada fu ammesso alla corte di Massimiliano II Emanuele, elettore di Baviera, governatore dei Paesi Bassi spagnoli fin dal 1692. Come internunzio, nondimeno, egli ebbe giurisdizione anche sulla Hollandse Zending, cioè la missione in supporto ai cattolici olandesi delle Province Unite.

Spada dovette affrontare durante il suo soggiorno gli strascichi della polemica giansenistica. Sul territorio dell’attuale Belgio, infatti, erano riparati molti esponenti favorevoli alle dottrine del vescovo d’Ypres, condannate il 31 maggio 1653. Dopo una fase attendista, proprio poco dopo la partenza di Spada, il 23 novembre 1696, il papa spedì ai vescovi di Fiandra, vale a dire ai titolari delle diocesi di Malines, Anversa, Roermond, Bruges e Gand, un breve nel quale confermava i precedenti provvedimenti contro i giansenisti emanati da Innocenzo X e Alessandro VII, compreso il formulario sul quale avrebbe  dovuto prestare giuramento chiunque accedesse allo stato di presbitero. I vescovi erano sollecitati ad applicare tempestivamente queste norme. Spinola, a sua volta, si fece promotore di illustrare il deciso passo romano. Ma la polemica non fu affatto sopita, a causa dell’uscita sotto pseudonimo del Breve memoriale extractum ex prolixiore de statu ac progressu Jansenismi in Hollandia del gesuita Norbert Aerts e soprattutto in ragione delle simpatie per le dottrine condannate dimostrate da Pietro Codde, arcivescovo di Sebaste e vicario apostolico della missione olandese. Già all'inizio del 1698, Spada volle avere chiarimenti su chi fosse l'autore dello scritto pubblicato in favore della Chiesa romana. A questo proposito, si rivolse a Teodoro de Cock, sacerdote di provata ortodossia, destinato a succedere al Codde come provicario della missione olandese.

Spada difese le prerogative della S. Sede anche in relazione alla visita dell’Università di Lovanio, che si temeva offrisse un sicuro ricovero ai giansenisti. Alla fine della primavera 1697, trasmise al S. Uffizio la notizia che il re di Spagna faceva pressioni per far condurre l’ispezione dai suoi emissari. Spada non riuscì invece recarsi in Olanda, per partecipare alle trattative di pace del Congresso di Rijswick tra la Francia di Luigi XIV e i membri dell’alleanza che lo combatteva (Province Unite, Spagna, Inghilterra, Impero germanico). Infatti, egli non era accetto ai rappresentanti dei paesi protestanti. Gli accordi del 20 settembre 1697, così, furono presi senza nessuna sua partecipazione.

Il 15 settembre 1698, quindi, Spada fu nominato arcivescovo titolare di Tebe. La promozione doveva dare forza alla sua nomina, nell’ottobre 1698, a nunzio pontificio a Colonia.

L’ufficio costituiva un punto di osservazione privilegiato sia sulla realtà confessionale renana, sia sulle difficili condizioni della minoranza cattolica in Olanda, che Spada aveva avuto modo di conoscere a fondo. Spada arrivò a Colonia l’antivigilia di Natale 1698. Trovò come internunzio Peter Joseph Sierstorf, che aveva sostituito il nunzio precedente, Fabrizio Paolucci, dopo la sua partenza per l’Italia in febbraio. Spada svolse il suo incarico fino al gennaio 1702. Restò ancora a Colonia per qualche mese per effettuare lo scambio di consegne con un nuovo internunzio, Bernardino Guinigi, già suo uditore.

Alla fine dello stesso gennaio 1702, Spada era stato creato nunzio straordinario presso l’imperatore Leopoldo. Suo obiettivo: favorire il ritorno alla pace, dopo l’inizio della guerra di Successione al trono di Spagna. Non essendo riuscito nemmeno a dare avvio alla sua missione, in quanto sgradito ai francesi, nell’ottobre 1703 fu nominato nunzio in Polonia. Spada giunse a Cracovia il 20 gennaio 1704.

Egli trovava il Regno in condizioni difficilissime, a causa dell’inizio della grande guerra del Nord. Federico Augusto, elettore di Sassonia (re di Polonia dal 1697, con il nome di Augusto II), combatteva contro il re di Svezia, Carlo XII. Nonostante l’alleanza con i russi di Pietro il Grande, le sorti del conflitto si dimostrarono presto disastrose. Carlo XII, che invase il territorio della Rzeczpospolita, aveva un proprio pretendente alla corona polacca, Stanislao Leszczyński, e puntava esplicitamente a fargli assumere il trono. Spada seguì Augusto II negli spostamenti delle campagne militari. Dal punto di vista politico, si pose l’obiettivo di delegittimare l’alleanza stretta tra alcuni nobili del Regno, detta la Confederazione di Varsavia, la quale sosteneva i progetti del Leszczyński, dunque del sovrano protestante svedese. Egli si spese altresì per la tutela dei cristiani di rito orientale fedeli alla Sede apostolica, diffusi in Ucraina, con i quali si mantenne in contatto.

Fu creato cardinale il 17 maggio 1706 e ricevette il titolo di S. Onofrio. Richiamato a Roma, fu sostituito nella nunziatura polacca da Giulio Piazza, che ebbe modo di istruire di persona incontrandolo a Krems, nel novembre 1706. Rientrato in Italia, diventò un collaboratore assiduo della congregazione de Propaganda Fide. Quindi, avendo ricevuto il titolo personale di arcivescovo il 15 dicembre 1704 e la titolarità della diocesi di Lucca, ne fu a capo per circa dieci anni, non solo con osservanza zelante delle disposizioni di natura pastorale, ma anche entrando in contrasto con le magistrature civili per la conservazione della giurisdizione ecclesiastica. Dal 17 gennaio 1714, quindi, passò alla sede marchigiana di Osimo, ove condusse regolarmente visite pastorali e sinodi del clero. Completò quindi il procedimento già avviato per la fondazione di un collegio per gli alunni del locale seminario diocesano e per i giovani nobili osimati. Infine, per la decorazione del cattedrale, Spada commissionò tele al pittore lucchese Giovan Domenico Lombardi.

Nella primavera dello stesso anno, partecipò al conclave che portò all’elezione di Innocenzo XIII (8 maggio 1721). Defunto quest’ultimo il 7 marzo 1724, Spada era considerato tra i papabili. Tuttavia, morì il 28 giugno 1724 a causa di un colpo apoplettico. Fu sepolto dapprima nella chiesa di S. Croce dei Lucchesi. Successivamente, il corpo fu traslato nella cappella di famiglia in S. Frediano, a Lucca.

Era stato dal 1706 protettore dei gerolamini. Dal 1713 fu ascritto all’Accademia dell’Arcadia, con il nome di Olarco Cefisio.

Gli è stata attribuita la traduzione in lingua italiana di La véritable manière de prêcher selon l'esprit de l'Évangile (Paris 1691), del frate cappuccino Albert de Paris. Intitolata Il vero modo di predicare secondo lo spirito dell'evangelio, tale traduzione fu tuttavia pubblicata anonima (in Lucca, per Nicolao Mencacci, 1705). Più volte ristampata, anche da diverse tipografie, ebbe un’ultima edizione nel 1772.

Spada ebbe una spiccata propensione per il collezionismo d’arte. La sua residenza romana vicina alla chiesa Nuova e all’oratorio di S. Filippo Neri, quando ancora era in giovane età, già vantava una notevole quadreria, in gran parte costituita da pezzi appartenuti al prozio cardinale. I documenti esistenti non permettono però di ipotizzare identificazioni di opere, a questa data. Più preciso il quadro che scaturisce da un inventario conservato, datato 1716, in occasione del lascito testamentario effettuato a favore dei fratelli dello Spada, l’abate Bartolomeo e Giovan Battista Spada.

Spicca in questa lista di opere, agli occhi dei critici moderni, la presenza di una Natività di Palma il Vecchio e di un disegno di Pietro da Cortona, avente come oggetto Palestrina, feudo che Carlo Barberini aveva acquistato dai Colonna all’inizio del 1630. Nella collezione Spada erano altresì presenti diverse opere di Lazzaro Baldi, che era stato fra gli allievi del cortonese, e del reatino Antonio Gherardi, come pure del pistoiese Luigi Garzi e di Pier Francesco Mola. Più vicini alla storia familiare due artisti, che il prozio dello Spada, il cardinal Giovanni Battista, aveva aiutato negli studi: Giovanni Coli e Filippo Gherardi, lucchesi. Ma anche pittori romani, come il vedutista Viviano Codazzi, o i fiamminghi John Whilhem Baur e David Teniers, erano presenti nella collezione. Dello stesso Spada eseguì il ritratto Antonio Odazzi, fratello del più noto pittore romano Giovanni.

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