OPILIONI

Enciclopedia Italiana (1935)

OPILIONI (dal lat. opilio "pastore"; lat. scient. Opilionidea; fr. faucheurs; sp. opiliones; ted. Weberspinnen, Weberknechte; ingl. harvesters, harvest-spiders)

Raffaele Issel

Ordine appartenente alla classe degli Aracnidi, sottoclasse dei Tracheati. Esteriormente molto simili ai ragni, se ne distinguono soprattutto per l'addome saldato al cefalotorace in tutta la sua larghezza e a segmentazione indistinta. I cheliceri sono foggiati a pinza; le zampe sono molto esili e spesso molto lunghe; l'apparato respiratorio sbocca al principio dell'addome mediante un solo paio di stigmi (soltanto i Falangidi portano stigmi accessorî nelle tibie); lungo i margini del cefalotorace sboccano ghiandole destinate a elaborare una secrezione di odore forte e sovente sgradevole; le dimensioni, prescindendo dalle zampe, sono millimetriche.

Gli Opilioni non fabbricano tele e menano vita vagabonda sul suolo, sulle rocce, sulle piante, sui vecchi muri. La fecondazione è interna e le uova, deposte dalla femmina isolatamente mediante un breve ovopositore, svernano nel terreno. Molti sono carnivori e si nutrono di artropodi morti, ma non mancano i predatori, così le specie del gen. Ischyroxalis divorano molluschi viventi. Il Coecobunus termitarum Roew. è cieco e vive da simbionte nei termitai. L'ordine è pressoché cosmopolita, ma più ricco che altrove nelle regioni tropicali.

Il sottordine dei Cifoftalmi (Cyphophtalmi) comprende il gen. Siro, dalle zampe brevi, descritto in passato come acaro. Il sottordine esotico dei Laniatori (Laniatores), comprende, fra gli altri, i gen. Gonyleptes e Coelopygus dalle forme assai bizzarre e dalle zampe posteriori armate di aculei potenti. Al sottordine dei Palpatori (Palpatores) si ascrivono quasi tutti gli Opilioni europei; il gen. Phalangium, il più diffuso dell'ordine, è rappresentato soprattutto dal Ph. opilio, comune in tutta la regione paleartica e nell'America Settentrionale.

Bibl.: C. F. Roewer, Die Weberknechte der Erde, Jena 1923; L. Berland, Arachnides, in Encyclop. entomologique, XVI, Parigi 1932.

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