Omeogene

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

omeogene

Saverio Forestiero

Gene dello sviluppo preposto al controllo dell’identità dei territori presuntivi dell’embrione, alla formazione dei medesimi territori a quella dei tipi cellulari, nonché alla specificazione degli assi corporei. I primi omeogeni furono scoperti sul cromosoma 3 di Drosophila. Tra le mutazioni a carico dei geni omeotici, ve ne sono alcune in cui strutture ripetute, come zampe o ali, si trasformano in altre strutture simili ripetute. A questo fenomeno di trasformazione del simile nel simile, nel 1894, il genetista inglese William Bateson diede il nome di omeosi (dal greco omoîos: simile). Egli definì omeotici i mutanti di questo tipo e i geni corrispondenti, e omeobox la breve sequenza altamente conservata di circa 180 coppie di basi di DNA comune a molti omeogeni. L’omeobox codifica l’‘omeodominio’ proteico di 60 amminoacidi che riconosce specifiche sequenze di DNA. In quanto sito di legame, l’omeodominio è una regione importante dei fattori di trascrizione codificati dagli omeogeni. I geni omeotici sono anche detti selettori in quanto la loro espressione produce una scelta tra entità segmentali alternative. I geni omeotici per eccellenza sono otto e sono localizzati all’interno di due complessi genici contigui chiamati Antennapedia, (o ANT-C, che controlla la formazione di arti e appendici), e bithorax, (o BX-C, che controlla la segmentazione del torace). ANT-C e BX-C sono allineati sul cromosoma l’uno accanto all’altro e la loro disposizione è colineare con i segmenti del corpo in cui essi vengono espressi.

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