Omàyyadi

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Dinastia di califfi arabi, che governarono l'Impero musulmano dal 661 al 750 d. C. Fu fondata da un rappresentante del ramo principale della famiglia dei Banū Umayya, cioè da Mu῾āwiya ibn Abī Sufyān, il cui padre era stato dapprima tenace avversario di Maometto, ma si era poi convertito in tempo all'islamismo, assicurando alla sua famiglia nuova autorità e prestigio nello stato teocratico musulmano. Agli O. apparteneva già il terzo califfo elettivo ῾Othmān, la cui uccisione nel 656 dette a Mu῾āwiya il pretesto per insorgere contro il successore ῾Alī, e farsi proclamare califfo. In un ventennio di saggio governo (661-680), egli riuscì a gettare le basi del potere dinastico, assicurandone la continuità col far riconoscere come proprio successore il figlio Yazīd. Tre anni dopo il potere passò a un altro ramo degli O., i Banū Marwān, da cui provengono tutti gli altri califfi della dinastia, i maggiori dei quali furono: ῾Abd al-Malik (685-705), Walīd I (705-717), Hishām (724-743). Indebolitosi anche per discordie interne, il califfato omayyade fu abbattuto a metà del sec. 8º da una rivolta partita dal Khorāsān che gli sostituì quello degli Abbasidi, più vicini parenti di Maometto e più accetti alla tradizione religiosa. Un nipote di Hishām, sfuggito alla strage della sua famiglia consumata dagli Abbasidi, giunse nel 755 in Spagna, dove fondò un emirato indipendente, che con i successori raggiunse grande potenza e splendore (dal 929, con ῾Abd ar-Raḥmān III, gli emiri assunsero, in concorrenza con gli Abbasidi, il titolo califfale), e durò fino al 1031. Questa seconda dinastia degli O. di Spagna è chiamata più spesso, dagli storici locali, dei Banū Marwān.

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