Oman Sultanato dell’Asia sud-occidentale. Il suo territorio occupa tutto l’angolo sud-orientale della Penisola Arabica, tra lo
L’elemento geomorfologico caratterizzante la porzione nord-orientale del paese è il Gebel al-Akhdar che incombe con le sue pendici scoscese su una breve pianura costiera (al-Batinah), fertile e irrigata, dove allo sbocco degli uidian si succedono i centri abitati e le oasi. Accanto a una morfologia per lo più tabulare, non mancano le forme erte o aspre, come nella sezione mediana che s’innalza nel Gebel Sham (3017 m), la cima più elevata del paese. A O
Il clima è tropicale arido, ma determinanti sono pure i monsoni di NE (in inverno) e di SO (in estate), l’altimetria e la disposizione dei rilievi. Le temperature si mantengono generalmente elevate (o sono addirittura torride); scarse sono in genere le piogge (100-160 mm). Mancano del tutto i fiumi perenni: solo gli uidian, che drenano i versanti montuosi meglio irrorati, convogliano acqua durante i periodi piovosi.
La compagine umana è formata in prevalenza da Arabi, accanto ai quali convivono, specie nei centri rivieraschi, minoranze di Indiani, Pakistani, Egiziani e Africani. Della popolazione, che al censimento del 1993 (il primo nella storia del Sultanato) era di 2.018.074 ab. ed era divenuta 2.340.815 al censimento del 2003, fanno parte circa 600.000 lavoratori stranieri. Il movimento naturale fa registrare un saldo positivo superiore al 3,2 medio annuo. Oltre l’80% della popolazione vive in aree urbane; le aree di maggiore addensamento umano sono quelle costiere del
La scoperta e l’estrazione del petrolio hanno innescato una serie di iniziative tendenti a far uscire
L’agricoltura, seppur aiutata da svariate iniziative, opera su spazi modesti ovunque esistono condizioni possibili: fornisce datteri e agrumi, che alimentano una crescente esportazione, nonché cereali, tabacco, e ortofrutticoli, destinati prevalentemente al fabbisogno interno. Attività tradizionale e sovente complementare è l’allevamento caprino, ovino, bovino e dei cammelli, che sono considerati tra i migliori dell’Arabia. La pesca è largamente praticata dalle popolazioni rivierasche lungo tutto il perimetro costiero. Le attività industriali sono sviluppate nei settori metallurgico (lavorazione del rame), chimico, tessile e del cemento.
Le comunicazioni terrestri si avvalgono di una rete stradale di circa 41.600 km. Le linee aeree fanno capo agli aeroporti internazionali di Seeb (Mascat) e di Salalah. I traffici marittimi hanno i loro maggiori porti, oltre che a Mina al-Fahal, a Matrah e a Mascat.
La bilancia commerciale si mantiene attiva, grazie all’esportazione di idrocarburi; si esportano anche datteri, frutta, pesce, tabacco e incenso (raccolto sui rilievi dell’interno); si importano macchinari industriali, prodotti alimentari e beni strumentali.
Sede, dalla metà dell’8° sec., di un imamato ibadita, dal 1741 è governato dall’attuale dinastia, Āl Bū Sa‛īd, che ha sostituito al titolo di imām quello di sultano. Nel 1798 il Sultanato di Mascat e O. (denominazione del paese fino al 1970) firmò con l’Inghilterra il primo di numerosi trattati di amicizia sui quali si basò un regime di semiprotettorato durato fino al 1971 quando Sa‛īd ibn Taymūr, sultano dal 1932, venne destituito dal figlio, Qābūs ibn Sa‛īd, che rivendicò la piena indipendenza del paese e ne avviò la modernizzazione, agevolata dalle ricche rendite petrolifere. Nel 1981 l’O. costituì insieme ad Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti,
Il paese non possiede una Costituzione scritta e il sultano dispone del potere assoluto. Una prima parziale modernizzazione della struttura politica, volta ad ampliare le basi del consenso al regime, fu avviata nel 1991. Nel 2002 venne esteso
Le ricerche archeologiche dell’ultimo decennio del 20° sec. nel settore meridionale del
Golfo di O.(arabo