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Antico nome del lapislazzulo (chiamato o. perché proveniva dall’Oriente per via di mare), passato poi a designare un colore azzurro intenso che si preparava calcinando debolmente il lapislazzulo polverizzato.

Il termine indica anche un colorante minerale che si ottiene per calcinazione di una miscela di caolino, silice, zolfo, carbonato sodico, carbone e colofonia. È una polvere finissima, insolubile in acqua, inalterabile all’aria e alla luce, inattaccabile dagli alcali; gli acidi la decolorano con sviluppo di acido solfidrico. È impiegato in pittura e in tintoria: nella preparazione di colori a olio e ad acquerello, per tingere la carta, per la fabbricazione d’inchiostri, nella stampa dei tessuti, e così via.

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