OLANDA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

OLANDA (XXV, p. 207; App. I, p. 903; II, 11, p. 440)

Luigi PEDRESCHI
B. Ci.

La popolazione è salita dai 9.625.499 ab. del 1947 agli 11.278.024 del 1958 e si avvia ormai verso gli 11 milioni e mezzo. La densità media, che si avvicina ai 347 ab. per km2, rimane la più alta dei Paesi europei ed è seguita, ora a notevole distanza, da quella del Belgio (299). Tale aumento ha interessato tutte le province, ma soprattutto l'Olanda meridionale ove attualmente si raggiungono i 948 ab. per km2; esso è dovuto al fatto che la natalità, sebbene in continua diminuzione, è pur sempre notevole (21,‰) e la mortalità è scesa ai più bassi valori mondiali (7,5‰). La popolazione attiva è ora così ripartita: industria e artigianato 37%, agricoltura 22%, commercio 13%, trasporti 9%, pesca 0,3%, ecc. L'emigrazione e soprattutto l'immigrazione sono modeste. Gli stranieri non superano i 130.000; gli italiani sono circa 5600.

Gravissimi danni apportò alle colture la terribile inondazione del 1953, quando nella notte del 1° febbraio il vento ciclonico e l'eccezionale alta marea crearono nelle dighe costiere 67 brecce attraverso le quali l'acqua marina penetrò con violenza inondando 145.000 ha, soprattutto della Zelanda e dell'Olanda meridionale, pari al 5,7% degli arativi, facendo crollare 3700 case, uccidendo 1794 persone e distruggendo il 60% del raccolto di lino, il 40% dell'orzo e dei legumi, il 50% della barbabietola da zucchero, oltre a interi frutteti e diecine di migliaia di capi di bestiame. Riparati rapidamente i danni, l'agricoltura è ora nuovamente in fase di sviluppo. Il notevole incremento annuo della popolazione (1,4%) spinge gli Olandesi alla conquista di nuove terre, sottraendole al mare, e all'ulteriore miglioramento delle tecniche di produzione. Prosegue a ritmo costante la creazione di nuovi polders e la valorizzazione di quelli esistenti. In particolare si sta attuando la pianificazione territoriale agraria del polder di NE, nel quale già si è insediata una parte dei 40.000 ab. previsti; è già ultimata la costruzione della diga del polder Flevoland-Est e il relativo essiccamento (la sistemazione definitiva terminerà verso il 1967); si sta lavorando alla diga del Markerwaard, che con i suoi 56.000 ha sarà il più esteso dei polders olandesi. A S è già avviata la difficile realizzazione del cosiddetto "Piano del Delta" un progetto approvato nel 1955 e imperniato sull'aumento di altezza delle dighe e sul consolidamento di tutte le difese contro la marea già esistenti, nonché sulla chiusura dei bracci di mare compresi fra la Schelda occidentale (Wester Schelde) e la Nieuwe Rotterdamsche Waterweg. Sono già stati inaugurati, presso Krimpen, un grandioso sbarramento fluviale mobile e un ponte sullo Hollandsche IJssel.

Le colture cerealicole coprono oggi il 25,7% della superficie totale, mentre quelle orticole ne occupano il 4%, i prati e i pascoli il 41%, i boschi il 7%, ecc. I rendimenti sono assai elevati: 24 q ad ha per il grano, 29 per la segala, 40 per l'orzo, 31 per l'avena, 55 per il lino, 272 per la patata, 417 per la barbabietola da zucchero. La produzione agricola è aumentata sensibilmente: l'Olanda produce ora 5 milioni di q di avena, 3,9 di grano, 4,5 di segala, 28,7 di barbabietola da zucchero, 39 di patate. In costante sviluppo la floricoltura (Aalsmeer, ecc.). I bovini (quasi 3 milioni di capi) e i suini (oltre 2,5) sono migliorati di qualità e aumentati, specie i secondi, di numero; è salita anche la produzione del burro (770.000 q) e del formaggio (1.670.000 q), che sono esportati in quantitativi sempre maggiori.

Nel campo minerario, la produzione del carbone (ora estratto anche da pozzi situati in territorio tedesco) è rimasta stazionaria (circa 12 milioni di t), mentre sono aumentate considerevolmente quelle del petrolio (giacimenti di Coevorden-Schoonebeek nella Drenthe e di Rijswijk; 1.620.000 t, pari ad 1/4 del fabbisogno nazionale) e del cemento (1.310.000 t). In quello industriale, sono da segnalare i notevoli progressi compiuti dall'industria siderurgica e da quelle tessile, navale, elettrica, ecc. L'indice della produzione industriale, fatto pari a 100 quello del 1953, è stato, nel 1957, di 126. Nel campo commerciale, il volume degli scambî è più che raddoppiato rispetto al 1950, ma le importazioni superano ancora di 4 miliardi di fiorini le esportazioni. Germania occidentale, Belgio, Lussemburgo, Stati Uniti, Gran Bretagna e Venezuela rimangono i principali clienti. Le linee ferroviarie elettrificate ammontano ora al 44% della rete (2° posto in Europa); la rete stradale è da alcuni anni la più fitta d'Europa (220,5 km ogni 100 km2). Nel 1957 sono state inaugurate due gallerie stradali e ferroviarie al di sotto del Canale del Nord (Amsterdam); nel 1952 era stato costruito un nuovo canale Amsterdam-Reno di 72 km per navi fino a 2000 t. Sono invece in costruzione un oleodotto sotterraneo di 300 km fra Rotterdam e la Renania e un nuovo porto (Europorte) a S dello sbocco della Nieuwe Waterweg. Il porto di Rotterdam è ora il secondo del mondo (22.028 navi per 74 milioni di t nel 1957) e il primo porto importatore di petrolio d'Europa (a breve distanza da esso sorge la grandiosa raffineria di Pernis). L'aeroporto di Amsterdam è diventato uno dei principali d'Europa (923.000 passeggeri e 210.000 q di merci nel 1957); quello di Rotterdam è stato rinnovato nel 1956. La "K.L.M." ha una rete di 270.000 km, collegante 105 città di 74 paesi; nel 1958 ha trasportato 940.000 passeggeri. Il traffico fluviale sul Reno è ora intensissimo (50 milioni di t annue); la flottiglia olandese per la navigazione interna è costituita da circa 16.000 unità.

Finanze. - Lo sviluppo economico olandese nell'ultimo decennio è stato condizionato da due fattori importanti: la liquidazione degli investimenti esteri a causa delle perdite territoriali (Indonesia) e del fabbisogno interno di capitali, e l'espansione continua della popolazione. Data la scarsezza di materie prime e le ridotte possibilità delle attività agricole, l'azione statale si è orientata verso il potenziamento delle attività industriali all'interno del paese. In corrispondenza è notevolmente aumentato il grado di dipendenza dall'estero dell'economia olandese e ciò ha dato luogo a crisi ricorrenti nella bilancia dei pagamenti. In funzione dell'andamento dei pagamenti con l'estero la politica finanziaria ha mirato in questi ultimi anni a mitigare l'influsso inflazionistico proveniente dal disavanzo della bilancia commerciale e alimentato dalla spesa pubblica eccessiva. La banca centrale ha più volte elevato il saggio ufficiale di sconto e ha variato i rapporti delle riserve obbligatorie delle banche al fine di restringere la domanda di credito. La possibilità di espansione creditizia è stata limitata per la prima volta a partire dal 1952 mediante operazioni sul mercato dei titoli pubblici. I poteri della banca centrale (Nederlandsche Bank), già nazionalizzata nell'aprile del 1948, furono estesi con la legge del gennaio 1952, quando la banca stessa fu autorizzata a "dare istruzioni" alle aziende di credito, tra l'altro, circa il mantenimento di riserve minime di disponibilità, il volume massimo dei crediti consentiti e l'importo massimo dei singoli crediti.

L'attività bancaria è accentrata in cinque grandi istituzioni che da sole contano per circa i due terzi dei depositi e dei crediti di tutte le banche commerciali (120 istituti, compresi 2 istituti centrali di categoria). Dei crediti in essere circa i tre quinti risultano erogati a favore del settore pubblico. A fianco delle banche commerciali, che non raccolgono depositi a risparmio, esistono altri gruppi importanti di istituzioni che comprendono: le casse di risparmio postali e le casse generali di risparmio (1596 istituti), le banche di credito agricolo e gli istituti di credito edilizio (1325 istituti). Alcuni enti parastatali svolgono il credito a favore dei piccoli imprenditori (Middenstandsbank), delle medie e piccole industrie (Herstelbank) e delle attività di esportazione (Export financierings Maatschappij).

Dopo la svalutazione del settembre 1949, la parità ufficiale del fiorino è stata fissata a 3,8 per 1 dollaro U.S.A. I cambî di mercato, dopo l'introduzione della convertibilità per i non residenti, stabilita nel dicembre 1958, sono lasciati liberi di fluttuare entro i limiti dello 0,75% attorno alla parità.

Storia. - Il problema dei rapporti con gli ex possessi coloniali dell'Insulindia - dominante la vita politica olandese - parve risolversi in seguito al riconoscimento dell'indipendenza dell'Indonesia e all'istituzione dell'Unione olandese-indonesiana, concertati nella conferenza della Tavola rotonda tenuto all'Aia nell'agosto-novembre 1949. Oltre alla Corona, una conferenza ministeriale, sessioni miste di delegazioni dei due Parlamenti, un segretariato ed una corte di arbitrato avrebbero mantenuto i legami tra l'Olanda e l'Indonesia. Ma la controversia per la Nuova Guinea olandese turbò il funzionamento dell'Unione, tanto che l'Indonesia domandò nel gennaio 1951 la revisione dello statuto dell'Unione, subordinando i relativi negoziati al riconoscimento della sovranità indonesiana sulla Nuova Guinea.

La sospensione del negoziato provocò la crisi della coalizione governativa, presieduta dal socialista W. Drees, che compose un nuovo gabinetto di coalizione (nel gennaio 1951). Mentre la tensione olandese-indonesiana si accentuava, dopo il fallimento dei buoni uffici di una missione delle N. U., un vivace dibattito si accese anche sulle esigenze del riarmo, suscitate in Occidente dallo scoppio della guerra di Corea, dato che l'Olanda aveva firmato l'Alleanza Atlantica nell'aprile 1949. Le elezioni del giugno 1952 diedero ai socialisti per la prima volta una maggioranza relativa e indussero alla formazione di un nuovo gabinetto Drees di coalizione (socialisti-cattolici-controrivoluzionarî), con la collaborazione dei sindacati socialisti e cattolici. Nel luglio 1953, l'Olanda ratificò la CED, alla pari del Belgio e del Lussemburgo, malgrado le incertezze francesi che ne produssero poco dopo il fallimento.

Una nuova conferenza, tenuta all'Aia, tentò la soluzione della controversia con l'Indonesia, decidendo nell'agosto 1954 la sostituzione dell'Unione con accordi interstatali, mentre sopravvivevano taluni accordi economici concernenti gli interessi olandesi in Indonesia e l'appartenenza dell'Indonesia all'area del fiorino. Frattanto, la controversia sulla Nuova Guinea fu deferita alle Nazioni Unite dall'Indonesia. Ma la mancata ratifica degli accordi dell'Aia da parte del Parlamento indonesiano rimise tutto in questione, tornando l'Indonesia a subordinare la conclusione degli accordi sostitutivi dell'Unione alla soluzione della controversia sulla Nuova Guinea. Falliti nuovi negoziati, condotti all'Aia e a Ginevra, il 4 febbraio 1956 l'Indonesia abrogò l'Unione con l'Olanda e nel dicembre 1958 nazionalizzò le piantagioni di proprietà olandese.

Dissensi sulla politica economica e finanziaria, necessaria per fronteggiare la depressione, sulla politica europeistica (il 3 febbraio 1958 fu firmato all'Aia il trattato per l'unione economica del Benelux) e sulla controversia con l'Indonesia produssero, nel dicembre 1958, la caduta di Drees, che aveva retto il paese per dieci anni con varî governi. Le elezioni anticipate del marzo 1959 trasferirono, con i loro risultati, il primato parlamentare dal partito socialista a quello cattolico e affermarono come terzo partito i liberali. Lo spostamento a destra, che si verificava contemporaneamente in Belgio ed in Lussemburgo, fu sancito dalla formazione del gabinetto de Quay, composto da cattolici, liberali, antirivoluzionarî e cristiano-sociali e che accantonò i socialisti all'opposizione. Frattanto, l'Olanda divenne membro dell'OECE e dell'EURATOM. Vedi tav. f. t.

Bibl.: P. Pinchemel, Le polder du NE, in Annales de géographie, 1953; R.J., The Netherlands, in British Survey, 1953, n. 6, p. 351 e segg.; J. Brown, Indonesian - Dutch relations since 1950, in Eastern World, Londra 1954, p. 21 segg.; W. Kohte, Die Niederlandische Volkswirtschaft Heute, Stoccarda 1954; A. Brusa, I problemi economici dei Paesi Bassi, in L'Universo, 1957; G. Tomsich, L'Olanda cambia volto, in Le vie del mondo, 1957; A. Vandenbosch, Dutch foreign policy since 1815, L'Aia 1959; H. Schamp, Die Niederlande gewinnen eine neue Provinz, in Geogr. Rundschau, XII (1960), pp. 464-68, con cartine.

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