INDIANO, OCEANO

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

INDIANO, OCEANO (XIX, p. 85; App. II, 11, p. 21)

Riccardo Riccardi

La spedizione oceanografica svedese dell'Albatross (v. in questa App.) intorno al mondo (1947-48) ha recato un ragguardevole contributo alla conoscenza dell'Oceano Indiano settentrionale. Fra l'altro, nella Fossa della Sonda, dove le carte portano generalmente una profondità di 7450 m, che è la massima di questo oceano, in nessun punto fu misurata una profondità superiore ai 7000 m. Ivi fu estratta una carota di m 7,50 di lunghezza, nella quale, cosa eccezionale, data la profondità, era contenuta una ragguardevole quantità di fango a globigerine, che normalmente si rinviene a non più di 4000 m di profondità. Importanti, anche per l'Oceano Indiano, sono stati i risultati (ancora solo parzialmente noti) delle indagini compiute dalla spedizione oceanografica danese della Galathea (v. in questa App.) intorno al mondo (1950-52), che però furono precipuamente di carattere biologico. Le pescate compiute a grande profondità fecero catturare fra l'altro, pesci abissali come il Bathymicrops (a SE dell'Africa australe e tra Madagascar e Mombasa) e il Benthosaurus (nel Canale di Mozambico), che anteriormente erano stati pescati molto di rado e solo nell'Atlantico. Nella Fossa della Sonda, a 7130 m di profondità, fu catturato il brotulide Bassogigas: 1100 m più in basso che qualsiasi altro pesce, poiché precedentemente la massima profondità alla quale era stato catturato un pesce (dal principe Alberto di Monaco) risultava di 6035 m. La Galathea ha compiuto ricerche pure sui serpenti marini (che trovò particolarmente numerosi davanti alla costa del Coromandel e nel Golfo del Siam), sulla produttività del mare, sulle correnti, sulla temperatura, sulla salinità ed anche ricerche batimetriche. L'ecografo della Galathea fece scoprire una dorsale sottomarina tra le isole Seicelle e Ceylon innalzantesi per 2800 m da fondali di 4000 m. Nella Fossa della Sonda, si è detto, furono compiute pescate anche a 7130 m: evidentemente, quindi, essa è più profonda di quanto è risultato dagli scandagli dell'Albatross, anche se non giunge ai 7450 m che comunemente si trovano segnati sulle carte.

Bibl.: H. Pettersson, Westward ho with the Albatross, Londra 1955 (trad. ital. col titolo Con l'Albatross intorno al mondo, Milano 1956); R. Riccardi, La spedizione oceanografica dell'"Albatross" interno al mondo, in Bollettino della Società geografica italiana, 1956, pp. 453-467; A. F. Bruun e altri, Galatheas Jordomsejling 1950-52, Copenaghen 1953 (trad. ingl. col titolo The Galathea Deep Sea Expedition, Londra 1956); R. Riccardi, La spedizione oceanografica danese della "Galathea", in Bollettino della Società geografica italiana, 1958, pp. 479-489.

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