Oboe

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Strumento musicale a fiato, ad ancia doppia, con tubo di legno leggermente conico e svasato all’estremità inferiore, lungo il quale si aprono i fori e sono collocate le chiavi. L’origine dello strumento si fa risalire all’antichità, all’aulòs dei Greci e alle tibie dei Romani. Nel Medioevo dovevano appartenere a questo tipo molti strumenti, genericamente designati dal termine calamus (it. cialamo, cialamello; fr. chalumeau; ted. Schalmey), e poi, dal 16° sec., i tedeschi Cromorni (in Italia: cornamuse torte), usati sia nelle danze popolari e nelle bande comunali, sia nelle bande militari. Verso il Settecento entrarono nell’orchestra teatrale e sinfonica, via via perfezionati nell’intonazione, nel timbro, nella facilità d’esecuzione, da valenti costruttori (F. Triebert e T. Böhm).

Una varietà dell’o. è il moderno corno inglese. Non è più in uso il cosiddetto o. d’amore, di origine tedesca (1720 ca.), utilizzato per la prima volta da G.P. Telemann. Era tagliato una terza minore sotto l’o. normale.

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