Nuova
La N. è costituita da una parte montagnosa a N e nel centro, e a S da un’estesa pianura. L’elemento geomorfologico più vistoso è il sistema montuoso che attraversa tutta l’isola, dividendola in due parti e che funge da elevato spartiacque. Tutto il rilievo è formato da un insieme complesso di catene, con vette che superano i 4000 m di altezza; la più elevata tra esse è quella che percorre la parte occidentale (Monti Maoke) dove si trova la vetta più alta dell’isola, il
La N. rientra nell’ambito dei climi caldo-umidi, con temperature elevate e uniformi nell’arco dell’anno nelle pianure (28 °C), valori che decrescono con l’altitudine; al di sopra dei 1500 m, infatti, si accentuano le escursioni termiche diurne con conseguenti medie più basse (16 °C a 2000 m); intorno ai 4500 m s.l.m. si supera il limite delle nevi persistenti. Le precipitazioni sono abbondanti, con quantitativi differenti: meno di 1500 mm nelle aree pianeggianti; intorno ai 3000 mm nella dorsale centrale, nelle terre più elevate possono superare i 5000 mm.
Ricca e articolata è l’idrografia in rapporto al regime pluviometrico, alla quantità delle precipitazioni, nonché in dipendenza della morfologia dell’isola. I fiumi più lunghi e con grosse portate drenano il versante meridionale della dorsale montuosa isolana: Palan, Digul, Fly (il maggiore circa 1100 km di lunghezza, navigabile per 700), Wawoi, Kikori, Purari. Alla fronte marittima nord-orientale sboccano con altri il Sepik, il Ramu e il Markham, anch’essi originari dalle dorsali interne, ricchi d’acqua e parzialmente utilizzati per la navigazione. I fiumi dell’isola hanno un profilo longitudinale assai irregolare: giovanile nel tratto montuoso, maturo nel tratto inferiore e perciò lenti, incerti, divaganti in meandri nelle pianure.
La flora, ricca e con alta proporzione di endemismi paleogenici, è affine a quella della porzione orientale dell’Asia tropicale e dell’arcipelago malese, pur presentando numerosi rapporti con la flora della
Il termine Melanesiani adoperato per indicare le popolazioni della N. fa riferimento al colore scuro della pelle di alcune di esse. L’altro termine adoperato per indicare gli indigeni della regione, Papua, di origine portoghese, si riferisce alla natura crespa dei capelli degli abitanti. La moderna antropologia ha rifiutato ormai da tempo l’assunzione di tali criteri fisici di classificazione, preferendo differenziare su basi linguistiche due grandi aree culturali. Da un lato i gruppi che parlano lingue non polinesiane e che rinviano probabilmente a una popolazione giunta nelle isole in epoca più antica, tra loro distinte ma legate da complessi rapporti storici (➔ Oceania). Di più recente immigrazione (3° millennio a.C.) sarebbero invece quei gruppi che parlano lingue polinesiane.
A queste differenze linguistiche sembrerebbero corrispondere diversità di tipo sociale e culturale. Estremamente variabile è la dimensione dei gruppi locali: esistono gruppi di qualche centinaia di individui, nelle aree montuose, ma anche gruppi composti da migliaia di individui, come quelli delle pianure del fiume Sepik (
La N. presenta una notevole differenziazione interna anche per quel che riguarda le strutture di parentela. Al fianco di sistemi rigidamente patrilineari esistono più fluidi sistemi di tipo cognatico e bilineare, oltre a sistemi classici di tipo matrilineo. Anche le organizzazioni politiche presentano una vasta gamma di soluzioni. Si passa, infatti, da sistemi senza struttura centralizzata a sistemi caratterizzati dalla presenza di grandi uomini (Big Men: sciamani, capi militari, figure religiose o anche capi ereditari), e a società di rango (
All’isola approdò per la prima volta (1526) il portoghese J. de Meneses; nel 1546 lo spagnolo Í. Ortiz de Retes le conferì il nome odierno. Nel 1605 vi sbarcarono i primi conquistatori olandesi, ma solo nel 1770 J. Cook ne dimostrò l’insularità. Nel 19° sec. ebbe inizio la penetrazione verso la regione interna da parte di Stati colonizzatori: dal 1878 i
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