NOVI SAD

Enciclopedia Italiana (1935)

NOVI SAD (nome serbo; ungh. Ujvidék; ted. Neusatz; A. T., 77-78)

Umberto Toschi

Capoluogo storico della Bačka e oggi del banato del Danubio, Iugoslavia. Si leva sulla sinistra del gran fiume, verso il punto mediano del suo tratto di corso nel territorio iugoslavo, a 80 m. s. m., sbocco di fertilissima plaga pianeggiante, fronteggiata, oltre il fiume, dalle pittoresche colline della Fruska Gora (539 m. s. m.). Il porto fluviale vi acquista maggiore importanza perché qui viene a sboccare il Canale Alessandro (già Canale Francesco Giuseppe). Novi Sad è toccata dalla ferrovia Budapest-Belgrado, che ivi sorpassa il Danubio con un gran ponte. Questo e uno recente più a valle (1924-28) congiungono Novi Sad con Petrovaradin. Tre ferrovie secondarie irraggiano verso NE. e NO., e un'altra da Petrovaradin a SO. oltre Danubio, contribuendo alla primaria importanza di questo nodo di strade e di commerci. Questi traggono alimento dalla ricca produzione agricola della regione: grano anzitutto, poi uva e vino, frutta, ortaggi. Notevole anche la produzione della seta, e conseguentemente la filatura e il setificio, inoltre distillerie, fabbriche di conserve, molini ecc.

Nel secolo scorso Novi Sad è stato uno dei più importanti focolari di cultura serba. Nel 1864 vi fu trasferita da Pest, ove era stata fondata nel 1826, la società Matica Srpska (Ape Serba) che ancora oggi pubblica la più antica rivista serba Letopis Matice Srpske (Annuario della M. S.). Pur avendo perduto da qualche decennio buona parte della sua importanza culturale e politica - prima della guerra mondiale era anche il centro politico dei Serbi di Ungheria - Novi Sad è dal 1927 sede della Società storica (Isiorisko društvo). Da aggiungere ancora che a Novi Sad si è costituito nel 1920 lo Schwäbisch-deutscher Kulturbund che ha molte diramazioni nella zona, abitata anche da numerosi coloni tedeschi.

Dal principio del secolo la popolazione è notevolmente aumentata: da 29.296 ab. nel 1901, a 33.590 nel 1910 e a 39.147 subito dopo l'annessione al nuovo regno serbo-croato-sloveno (1921). Meno della metà della popolazione era allora di Serbi scismatici, circa altrettanti gli Ungheresi, cattolici e protestanti, e circa 6500 i Tedeschi, anch'essi divisi nelle due confessioni, oltre 2500 ebrei.

È poi cresciuta di molto, passando a 56.300 ab. nel 1928 e a 63.966 nel 1931. Il palazzo municipale (con alta torre), quello vescovile, la cattedrale ortodossa e il palazzo della Matica (con ricca biblioteca e museo) ne costituiscono i monumenti più notevoli.

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