NORVEGIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

NORVEGIA (XXIV, p. 944; App. I, p. 899; II, 11, p. 414)

Eugenia BEVILACQUA
Florio GRADI
Francesco CATALUCCIO

Popolazione. - Nel 1957 il numero degli abitanti risultava di 3.477.786 con una densità media di 10,7 ab. per km2; dal 1946 l'aumento della popolazione è stato pertanto di 444.449 unità. Solamente la quarta parte del complesso della popolazione vive nelle città, il 25% è raggruppato in piccoli centri ed il resto disperso nelle campagne. La situazione demografica si mantiene buona e infatti l'eccedenza delle nascite tra il 1940 ed il 1950 è stata pari all'11,4‰; nel 1955 la natalità era pari al 18,6‰ e la mortalità all'8,3‰.

Condizioni economiche. - Nonostante la scarsa percentuale dei terreni produttivi (3,6% di coltivi, 24% di foreste) l'agricoltura e l'allevamento tendono ad evolversi e a potenziarsi specie organizzandosi industrialmente; si osserva infatti un'ulteriore diminuzione della superficie coltivata a frumento, che da 29.157 ha nel 1947 passa a 14.000 ha nel 1957, ma un aumento di produzione di orzo (3.160.000 q), avena (1.380.000 q) e patate (10.100.000 q). L'allevamento si è fortemente specializzato per la produzione di formaggio (364.800 q nel 1957) e di burro (134.000 q nel 1957) benché il patrimonio zootecnico registri nei confronti del 1947 una diminuzione di bovini e caprini ed un aumento di ovini e suini; quest'ultimo allevamento è ancora inferiore al potenziale in rapporto allo sviluppo dell'industria casearia. L'allevamento degli animali da pelliccia è ancora notevole, ma essendo collegato alla moda internazionale ha registrato una diminuzione di volpi argentate (24.000 nel 1955) ed anche di quelle azzurre ed un aumento di visoni da 300.000 nel 1929 a 500.000 nel 1955. L'utilizzazione delle foreste negli ultimi anni sembra essersi stabilizzata intorno ai 10 milioni di m3 di legname ma nel 1951-52 ha raggiunto la punta massima di 13 milioni. La pesca rappresenta ancora la fonte di ricchezza maggiore (nel 1955 ha costituito il 23% delle esportazioni) e l'occupazione più diffusa (ad essa si dedica infatti i ab. su cinque); ha mantenuto il carattere di piccola impresa ed i battelli contano in genere 12-15 uomini d'equipaggio; nel 1957 il pescato è stato 1.738.900 t di cui la massima parte aringhe. Alla caccia della balena si dedica circa il 5% della popolazione attiva; la flottiglia baleniera particolarmente attrezzata agisce specie nell'Oceano Antartico dove nel 1955 ha catturato 14.500 balene, dalle quali furono ricavate 149.000 t di olio. L'industria del pesce nel 1955 ha fornito 435.000 q di merluzzo salato, 365.020 q di merluzzo seccato, 852.000 q di aringhe salate, 226.900 q di aringhe inscatolate. Lo sviluppo di ogni tipo di industria è notevole e l'indice della produzione industriale è passato da 100 nel 1949 a 146 nel 1955 mostrando valori più elevati della media in alcuni settori specifici come 188 in quello elettrochimico. La produzione di energia idroelettrica è passata da 11.569 milioni nel 1946 a 27.175 milioni nel 1958.

Commercio. - Lo squilibrio manifestatosi nell'economia dopo la fine della guerra non è stato del tutto sanato e il valore delle importazioni pari a 9.103,3 milioni di corone non era equilibrato nel 1957 da quello delle esportazioni (5.866,9 milioni di corone). Le esportazioni sono state dirette nel 1957 prevalentemente verso la Germania occidentale, Inghilterra, Svezia e S. U. A.; gli stessi paesi si ritrovano nella graduatoria delle importazioni; nei confronti della Germania occidentale prevalgono notevolmente le importazioni. I valori degli scambî con l'Italia sono modesti e prevalgono le esportazioni (nel 1957 163 milioni di corone contro 132 milioni).

Comunicazioni. - Nel 1958 le strade norvegesi misuravano 49.535 di cui 24.135 km costituivano strade di grande comunicazione. Gli autoveicoli che nel 1947 erano 115.480 nel 1958 erano salitì a 227.600. La rete ferroviaria da 4194 km nel 1945 è passata nel 1958 a 4380 km, dei quali 1450 elettrificati. La marina mercantile, rimpiazzati i vuoti determinati dalla guerra, è passata da 1747 unità con una stazza complessiva di 3.936.000 t nel 1948 a 2624 unità con stazza superiore alle 100 t lorde per un valore complessivo di stazza di 9.384.830 t nel 1958. Nel 1958 l'aviazione civile composta di 59 aerei serviva 43 paesi.

Finanze. - Lo sviluppo economico segnato dal reddito nazionale è da porre in relazione principalmente con il potenziamento della flotta mercantile (che ha raggiunto il quarto posto nel mondo) e con l'espansione delle industrie locali, connessa con la produzione di energia elettrica (una delle più elevate) e con lo sfruttamento delle cospicue risorse forestali. Esso si è accompagnato a un costante deficit nella bilancia dei pagamenti su cui hanno gravato le cospicue importazioni di navi finanziate con capitali esteri. Il saldo attivo dei movimenti di capitale con l'estero ha consentito un accumulo di riserve valutarie che, dopo una pausa nel 1953-54, si è intensificato negli ultimi anni.

Il sistema bancario norvegese consiste della banca centrale (che è stata nazionalizzata nel 1949), di 74 banche commerciali e di circa 600 casse di risparmio, oltre a istituti di credito minori, privati e pubblici. Dopo la svalutazione generale del settembre 1949, la parità ufficiale è stata mantenuta a 7,142 corone per un dollaro S. U. A. La corona è stata dichiarata convertibile per i non residenti a partire dal dicembre 1958.

Storia. - L'esperienza della seconda guerra mondiale, durante la quale (1940) venne invasa dalla Germania nonostante la sua dichiarata neutralità, rese sensibile la N. alle iniziative di organizzazione difensiva prese nell'Europa occidentale, dalle quali si riprometteva una garanzia per la sua sicurezza. Essa perciò, da una parte aderì al Patto Atlantico, firmato il 4 aprile 1949, e dall'altra riprese i contatti tradizionali con gli altri paesi nordici (Svezia, Danimarca, Islanda, Finlandia) allo scopo di approfondire la reciproca collaborazione politica ed economica. Se la politica di stretto avvicinamento agli altri paesi nordici ebbe uno sviluppo tranquillo e sfociò, nel 1952, nella creazione d'un Consiglio nordico, la partecipazione al Patto Atlantico fu motivo per il governo di Oslo di periodiche polemiche col governo di Mosca. Già nel 1951 si ebbe un vivace scambio di note per l'inserimento nell'area nordatlantica dell'arcipelago delle Spitsbergen, dall'URSS considerato zona di particolare importanza strategica. Il governo sovietico ricordò che il trattato di Parigi del 9 febbraio 1920 disponeva che le suddette isole non dovessero "mai essere utilizzate per scopi militari". La polemica si prolungò fino al viaggio del presidente del Consiglio Einar Gerhardsen a Mosca nel novembre 1955, quando questi assicurò che la N. non avrebbe avallato nessuna politica di carattere aggressivo e non avrebbe permesso la creazione di basi straniere sul suo territorio fino a quando non fosse stata attaccata o minacciata di attacco. Negli anni successivi il governo norvegese si mostrò il più pronto a favorire gli atteggiamenti distensivi diretti al superamento della divisione del mondo in due blocchi, e ad accentuare un'interpretazione difensiva del Patto Atlantico col sottolinearne gli aspetti politici al di sopra delle valutazioni puramente militari. Tale punto di vista venne particolarmente ribadito il 25 aprile 1957, nella risposta del ministro degli Esteri H. Lange ad una protesta spagnola per le sue precedenti dichiarazioni contrarie all'inserimento della Spagna nel Patto: egli dichiarò che il governo norvegese non considerava l'alleanza atlantica come una pura e semplice alleanza militare ma come strumento di più ampia collaborazione politica, per cui "è particolarmente importante che gli obiettivi democratici espressi nel NATO rimangano a fondamento della sua azione".

Nel campo interno, invece, furono più insistenti le opposizioni alla politica di unione nordica - nel solo aspetto economico però - che alla politica atlantica.

Il Partito socialdemocratico, che nelle elezioni politiche del 1949 conquistò, come ormai avveniva da 15 anni, la maggioranza assoluta al parlamento (Storting), con 85 seggi su 148, continuò a dominare incontrastato la scena politica - anche se nelle elezioni del 12 ottobre 1953 perdette 8 seggi; 6 dei quali riconquistati in quelle del 7 ottobre 1957 - costituendo una serie di governi monocolori presieduti successivamente da Gerhardsen (1949), da Oscar Torp (1951) e ancora da Gerhardsen (1955). Al governo Torp si dovette la riforma della legge elettorale (novembre 1952) che abolì la cosiddetta "clausola degli agricoltori", contenuta nella costituzione del 17 maggio 1914 - secondo cui due terzi dei membri del parlamento dovevano essere eletti dalle circoscrizioni elettorali delle campagne - e divise il paese in 20 circoscrizioni elettorali - con Oslo e Bergen come circoscrizioni separate - in cui le città minori e le contee delle quali esse fanno parte formano una circoscrizione unica. Oslo, fino allora rappresentata da 7 deputati, inviò con la riforma 13 rappresentanti. Sempre al ministero Torp si dovette l'elaborazione (1953) d'un piano quadriennale di sviluppo economico, sociale e culturale del paese, avente come obiettivi fondamentali la piena occupazione e una più equa ripartizione del reddito nazionale.

Bibl.: A. Bourneuf, Norvay: the planned revival, Cambridge 1958; D. Philip, Le mouvement ouvrier en Norvège, Parigi 1958; H. Myklebost, Die Wasserkräfte in Norwegen, in Geogr. Rundschau, XII (1960), pp. 257-261 (nello stesso fasc., varî articoli sulla N.).

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