Non profit

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

non profit

Silvia Pilonato

Locuzione inglese (il cui significato letterale è «non profitto») che indica una particolare tipologia di organizzazione operante solitamente nel cosiddetto terzo settore (➔ terzo settore, economia del). Ciò che caratterizza la maggior parte di tali organizzazioni è la specificità del contratto societario che lega i soci all’azienda: lo statuto, infatti, prevede un vincolo alla distribuzione degli utili, cui si affianca solitamente l’impossibilità di cedere la propria quota sociale a terzi. L’obiettivo del ‘non profitto’ è quindi riferito al singolo socio e non all’azienda in sé, la quale, nel caso in cui realizzi un utile, non procederà alla sua distribuzione tra i soci, ma lo tratterrà al suo interno come autofinanziamento (alcune tipologie di organizzazioni n. p. possono essere soggette all’obbligo di destinare una certa quota dell’eventuale utile prodotto a fondi nazionali di categoria).

Tipologie di organizzazioni non profit

Le organizzazioni n. p. sono molto eterogenee tra di loro, includendo associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato, comitati, cooperative sociali, fondazioni bancarie e non, Organizzazioni Non Governative (ONG), Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (➔ ONLUS), imprese sociali. Sono attive prevalentemente nei settori socio-assistenziali e socio-sanitari, educativi e formativi, culturali, turistici, ambientali e di tutela dei diritti delle fasce più deboli della popolazione.

Le organizzazioni non profit in Italia

Il terzo settore sta acquistando nel nostro Paese sempre maggiore rilevanza (in attesa dei risultati del secondo censimento completo ISTAT attuato nel 2012, stime indicano la presenza in Italia di circa 370.000 enti); esso costituisce un variegato sistema denominato ‘economia civile’, che opera direttamente a contatto con le situazioni di emarginazione, povertà, esclusione e debolezza sociale e in stretta collaborazione con le amministrazioni pubbliche locali. La rilevanza del settore è anche testimoniata dal susseguirsi di interventi normativi che hanno dato legittimità e riconoscimento a queste realtà: l. 381/1981 (Disciplina delle cooperative sociali), d. legisl. 460/1997 (Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale), l. 218/2000 (Disposizioni in materia di ristrutturazione e integrazione patrimoniale degli istituti di credito di diritto pubblico), l. 383/2000 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale), d. legisl. 155/2006 (Disciplina dell’impresa sociale).

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