NINIVE

Enciclopedia Italiana (1934)

NINIVE

Giuseppe Furlani

. Fu la più famosa delle capitali dell'Assiria e dell'impero assiro. Il nome Ninive è quello che le dà l'Antico Testamento, mentre presso gli Assiri, nelle iscrizioni in caratteri cuneiformi, si trovano le grafie Ni-nu-wa, Ni-nu-a e Ni-na-a. Il suo nome è spesso scritto con un ideogramma che rappresenta un recipiente con dentro un pesce, ideogramma che è quello della dea sumera Nanshe. È probabile che il nome della città assira sia stato scritto con questo ideogramma soltanto per etimologia popolare. I Greci riguardarono Ninive quale capitale per eccellenza dell'Assiria e quale equivalente del paese di Assiria e chiamarono col suo nome il re fondatore dell'impero assiro (v. nino). Ninive giaceva tra la sponda sinistra del Tigri e il fiume Khusur, proprio dirimpetto all'attuale città di Mossul, che ha assunto ora la parte che Ninive aveva durante il periodo assiro. Essa si trovava in ottima posizione strategica e così si spiega il fatto che poté essere scelta a capitale del regno assiro.

La città è di origine pieistorica, come hanno dimostrato gli scavi recenti fatti da R. C. Thompson. Il re babilonese Hammurabi vi restaurò il famoso tempio della dea Istar. Il re assiro Salmanassar I lo restaurò di nuovo. Fu questo re probabilmente a fare di Ninive la capitale dell'Assiria. Tiglatpileser I però ritornò con la capitale ad Ashshur. Ninive divenne famosa segnatamente sotto il regno di Sennacherib (705-681), il quale vi costruì grandi edifici e le potenti mura della città, nonché una via trionfale e un acquedotto. La città restò capitale fino alla caduta dell'impero assiro. Re Assurbanipal, 669-626, vi costruì nuovi edifici e fu il fondatore della famosa biblioteca di tavolette in caratteri cuneiformi. Nel 612 Ninive fu distrutta da parte dei Medi alleati coi Babilonesi.

La divinità più celebre della città era Istar, la famosa Istar. di Ninive, molto venerata dai re assiri. Il suo tempio, chiamato É-mish-mish, è già menzionato dal re Hammurabi. Un tempio di Marduk e Nabū vi fu costruito da Adad-nirāri I (circa 1300).

Attualmente emergono tra le rovine della città due colline, Qōyūngiq e Nebī Yūnus. La prima contiene il palazzo di Assurbanipal, a mezzogiorno di questo il tempio di Nabū, inoltre ancora più a mezzogiorno il tempio di Istar, a oriente un edificio di Sennacherib e nell'estremità sud-occidentale il palazzo di Sennacherib, famoso per i suoi bassorilievi. La collina di Nebī Yūnus consta delle rovine del magazzino militare o arsenale di Sennacherib e del palazzo di Assarhaddon (681-669); ma la presenza d'una moschea impedisce scavi completi. Si vedono tuttora le tracce delle immense mura della città, provviste di ben quindici porte.

Nelle rovine della città fecero scavi P.-È. Botta, A. H. Layard, H. Rassam, George Smith, L. W. King e R. C. Thompson. Esse rimarranno sempre famose nella storia dell'assiriologia per le circa 20.000 tavolette in caratteri cuneiformi che vi si ricuperarono dalla biblioteca di Assurbanipal e per i magnifici bassorilievi di Sennacherib e di Assurbanipal, conservati nel British Museum.

Bibl.: P.-É. Botta, Monument de Ninive, Parigi 1851-1855; A. H. Layard, Nineveh and its remains, Londra 1849; id., A popular account of Nineveh, ivi 1852; id., Discoveries in the ruins of Nineveh and Babylon, ivi 1853; id., The monuments of Nineveh, ivi 1849; id., A second series, ivi 1853; H. Rassam, Ashhur and the land of Nimrod, New York 1897; G. Smith, Assyrian discoveries, Londra 1875; J. Bonomi, Ninveh and its palaces, ivi 1853; S. Smith, Early hist. of Assyria, ivi 1928; A. Paterson, Assyrian sculptures, Haarlem e Londra 1904-1911; id., palace of Sinacherib, L'Aia 1912; L. W. King, The seven tablets of creation, I-II, Londra 1902.

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