ROEG, Nicolas

Enciclopedia del Cinema (2004)

Roeg, Nicolas (propr. Nicolas Jack)

Francesco Zippel

Regista cinematografico e direttore della fotografia inglese, nato a Londra il 15 agosto 1928. Operatore di grande talento, abile nel creare atmosfere sospese e tagli di luce insoliti e mozzafiato, R. è autore di opere interessanti in cui la componente visiva risulta talvolta troppo invadente. Fautore di un cinema in cui il fantastico scaturisce tanto dalle scelte stilistiche quanto dalla collocazione dei personaggi in situazioni inconsuete, R. ha toccato il vertice creativo con i suoi film degli anni Settanta. Nel 1985 ha ottenuto il premio tecnico della giuria al Festival di Cannes per Insignificance (La signora in bianco) e nel 1999 un BAFTA Award alla carriera.

La sua passione per il cinema si manifestò in giovane età quando, ancora studente alla Mercers School di Londra, tentò di fondare una piccola casa di produzione. Durante il servizio di leva lavorò come proiezionista ed ebbe così la possibilità di vedere una vasta gamma di film. Nel 1947 iniziò a lavorare presso i Marleybone Studios doppiando film francesi e imparando i primi rudimenti del montaggio. Entrato negli studi inglesi della Metro Goldwyn Mayer nel 1950, R. cominciò a interessarsi alla fotografia svolgendo il ruolo di assistente alla camera. Dopo un lungo apprendistato professionale durante gli anni Cinquanta, debuttò come direttore della fotografia della seconda unità in The sundowners (1960; I nomadi) di Fred Zinnemann, incarico che ricoprì anche in Lawrence of Arabia (1962; Lawrence d'Arabia) di David Lean. Fu però con le tinte stilizzate di The masque of the red death (1964; La maschera della morte rossa) di Roger Corman, tratto da un racconto di E.A. Poe, che R. diede il primo saggio della sua arte visionaria. Due anni più tardi con l'incubo fantascientifico Fahrenheit 451 di François Truffaut, R. si cimentò in una riuscita rarefazione dell'immagine. Dopo aver reso con estrema cura formale la campagna inglese in Far from the madding crowd (1967; Via dalla pazza folla) di John Schlesinger e aver illuminato una psichedelica San Francisco in Petulia (1968) di Richard Lester, decise di passare alla regia.

Diretto insieme a Donald Cammell, il suo primo film Performance (1970; Sadismo) è un dramma decadente ispirato a The servant (1963) di Joseph Losey e interpretato dallo stesso protagonista del famoso precedente, James Fox, e dalla rockstar Mick Jagger. Fu però con Walkabout (1971; L'inizio del cammino) che R. diede un compiuto saggio del suo cinema. In quest'opera magniloquente dal punto di vista visivo, il regista ripercorre il viaggio iniziatico di due fratelli nel deserto australiano, simboleggiato dal loro tragico scontro, umano e culturale, con una guida aborigena. Una Venezia inedita, scura, è invece la protagonista del successivo Don't look now (1973; A Venezia… un dicembre rosso shocking), un thriller che riscosse un buon successo. Modellato intorno al corpo dell'androgina star del rock David Bowie, The man who fell to Earth (1976; L'uomo che cadde sulla Terra) costituisce invece un rivoluzionario esempio di fantascienza decadente, sorretto da un potente apparato di invenzioni visive. Grazie alla grande popolarità ottenuta con il film precedente, R. si è poi avventurato in un dramma psicologico, Bad timing (1980; Il lenzuolo viola), intrigante ma sovraccarico di riferimenti, con cui ha avuto inizio il sodalizio artistico con la futura moglie Theresa Russell. Gli anni Ottanta non si sono rivelati particolarmente felici in quanto, se si esclude la stravagante commedia Insignificance, sia Eureka (1982), sia Castaway (1986; Castaway, la ragazza venerdì) sono entrambe risultate opere di scarso rilievo. Annunciato dal dramma Track 29 (1988; Mille pezzi di un delirio), il ritorno alle atmosfere a lui più congeniali si è concretizzato nel divertente fantasy The witches (1990; Chi ha paura delle streghe), interpretato con classe da Anjelica Huston. E se con il successivo Cold heaven (1992; Oscuri presagi) ha realizzato un'ennesima, curiosa variazione sul tema del fantastico, con il televisivo Heart of darkness (1994; Cuore di tenebra) ha effettuato una debole riduzione del testo di J. Conrad. Nel 1996 ha diretto il kolossal televisivo Samson and Delilah (Sansone e Dalila), connotato dal suo notevole talento visivo.

Bibliografia

N. Feineman, Nicolas Roeg, Boston 1978; N. Sinyard, The films of Nicolas Roeg, London 1991; S. Salwolke, Nicolas Roeg, film by film, Jefferson (NC) 1993.

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