NICOLA di Verdun

Enciclopedia Italiana (1934)

NICOLA di Verdun

Jean Jacques Gruber

Orafo, nato nella seconda metà del secolo XII, morto al principio del XIII. Per quel che riguarda la sua formazione non si possono fare che congetture; infatti niente ci prova che egli sia stato allievo di Godefroy de Claire orafo operoso nei paesi renani nel secolo XII; si deve pure rinunciare a considerare il reliquiario Mosano del Museo di Lione come una sua opera giovanile. La pala dell'altare (forse riadattata a tale scopo nel secolo XIV) di Klosterneuburg (Vienna) può essere datata con sufficiente certezza al 1170; è già opera completamente gotica, senza nulla della complessità di composizione propria dello stile romanico. Nelle storie che vi sono disposte con grande semplicità di spartinenti e di composizione, le figure spiccano sullo smalto azzurro intensissimo del fondo tratteggiate sulla superficie d'oro, con un disegno non lontano da quello di un Villard de Honnecourt. Il reliquiario della Madonna a Tournai fu ultimato nel 1205; e dovrebbe essere l'ultima opera del maestro. Restaurato male nel secolo XVIII e XIX, lascia tuttavia intravedere le caratteristiche dello scultore nelle figure a tutto tondo di larga modellazione. Da essa O. von Falke mosse per attribuire a N. le figure dei profeti del famoso reliquiario dei Tre Re della cattedrale di Colonia; e gli tennero dietro altri storici attribuendo al maestro opere e influenza in molti luoghi. Secondo È. Mâle a Colonia N. avrebbe rianimato il vecchio studio dell'orafo e monaco Fridericus, nel 1183 avrebbe lavorato al reliquario di S. Anna a Siegburg, nel 1186 a quello di S. Pantaleone nella stessa Colonia; in fine tra il 1180 e il '97 avrebbe eseguito il grande candelabro del duomo di Milano. Il Toesca ha indicato nel tesoro di S. Marco a Venezia una legatura d'argento che è da riferire a un suo seguace. Sebbene queste attribuzioni non siano state accettate da tutti, e in parte si debbano riferire a lavori di scuola o variamente connessi all'arte del maestro, non è dubbio che, nelle due opere firmate, N. si riveli un artista francese, lontano da qualsiasi forma di bizantinismo e molto in anticipo sui suoi tempi. La pala dell'altare di Klosterneuburg e il reliquiario di Tournai sono opere monumentali per l'insieme, per i colori e per il disegno.

Bibl.: O. v. Falke e H. Frauberger, Deutsche Schmelzarbeiten d. Mittelalters, Francoforte sul M. 1904, p. 88 segg.; J. Braun, Die Ikonographie d. Dreikönigenschreines, in Kunstwiss. Jahrb. d. Görregesellschaft, I (1928), p. 20 segg.; V: O. Ludwig, Der Verduner Altar, Vienna 1929; J. Braun, in Thieme-Becker, künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931. Inoltre: J. Helbig, L'art mosan, Liegi 1911; É. Mâle, L'art français et l'art allemand au moyen âge, Parigi 1918; P. Toesca, St. d. arte ital., I: Il Medioevo, Torino 1927, p. 1111; P. Metz, in T. Bossert, Geschichte des Kunstgewerbes, V, Berlino 1932, pp. 313-23.