Michelozzi, Niccolò

Enciclopedia machiavelliana (2014)

Michelozzi, Niccolò

Paolo Viti

Nacque a Firenze, nel quartiere di S. Giovanni (gonfalone Drago), il 5 dicembre 1444, da Michelozzo, architetto e scultore, e Francesca Galigari (da altre fonti la data di nascita è spostata fra il 1446 e il 1447).

Si formò alla scuola di Marsilio Ficino e fu partecipe del clima culturale fiorentino della metà del secolo, accanto ad altri giovani dediti allo studio dei classici e a un’originale elaborazione poetica: Angelo Poliziano, Alessandro Braccesi, Naldo Naldi, Bartolomeo Della Fonte, Pietro Cennini.

Di queste relazioni e degli studi filologici danno testimonianza sedici lettere scritte da Michelozzi tra il gennaio e il novembre del 1465 e conservate dal codice Magliabechiano VIII 1421, cc. 1r-10r, della Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Il codice contiene inoltre (cc. 10v-11r) l’orazione tenuta da Michelozzi all’Arte dei giudici e notai il 5 dicembre 1465, al momento cioè della sua iscrizione all’Arte dopo il completamento degli studi notarili.

Al 1468 risale la presenza di Michelozzi nella cancelleria fiorentina. All’interno dell’Arte dei giudici e notai ricoprì più volte incarichi di rilievo: fu, per es., proconsolo nel 1496 e nel 1501.

Nel 1471 entrò al servizio di Lorenzo de’ Medici, divenendone fedelissimo segretario e prezioso uomo di collegamento con gli uffici dello Stato e, di conseguenza, con gli esponenti più in vista della classe di governo fiorentina. Lavorò nella cancelleria medicea fino all’estate 1480, concentrando su di sé le maggiori responsabilità nel mantenimento dei rapporti con i corrispondenti. Dal 1474 ebbe come aiutante Poliziano.

La vicinanza a Lorenzo portò Michelozzi a occuparsi di tutto quanto ruotava intorno alla vita e all’attività del Magnifico, sia dal punto di vista politico, sia da quello riguardante parentele, affari commerciali, cultura e avvenimenti occasionali. Tali relazioni sono documentate da numerose lettere (per lo più autografe e in volgare), grazie alle quali è possibile seguire con regolarità l’evolversi delle vicende fiorentine e italiane per un ventennio, fino alla morte di Lorenzo (sono conservate nell’Archivio di Stato di Firenze, Mediceo avanti il Principato). In una lettera a Lorenzo del 12 dicembre 1474, Michelozzi parla dei preparativi della celebre giostra che sarebbe stata poi vinta da Giuliano de’ Medici e celebrata da Poliziano nelle Stanze. Non c’è dubbio che l’amicizia di maggiore significato per Michelozzi fu quella con Poliziano, il quale nella Elegia dedicata a Della Fonte (composta forse tra il 1473 e il 1474) lo ricorda tra i poeti contemporanei e come amico prediletto che ricercava per farsi leggere i suoi versi, di cui, purtroppo, non ci è giunto alcunché. Michelozzi è menzionato da Poliziano anche nella prima centuria dei Miscellanea (cap. 77), come «elegantis homo ingenii», della cui biblioteca egli si era giovato per un antico codice delle Epistole di Seneca.

Nel 1478 Michelozzi divenne secondo cancelliere dei Dieci di Balìa, insieme con Francesco Gaddi, mentre Lorenzo de’ Medici era membro di quella magistratura, all’indomani della congiura dei Pazzi: da questo momento i suoi incarichi divennero anche diplomatici.

Nel novembre del 1489 fu mandato a Roma, con Giovanni Antonio da Arezzo, per sostituire Giovanni Lanfredini – oratore presso il papa Innocenzo VIII –, che si era ammalato. Alla morte di Giovanni, poco dopo, ne prese il posto. Rimase a Roma fino al marzo del 1490. Nell’agosto del 1490 fu nominato commissario a Perugia, e nel 1491 divenne ambasciatore a Napoli, dove lo sorprese la morte di Lorenzo l’8 aprile 1492. A fine giugno, Piero de’ Medici lo inviò a Roma per seguire il conclave da cui uscì eletto Rodrigo Borgia, con il nome di Alessandro VI.

Alla caduta dei Medici, nel 1494, subì l’emarginazione insieme con altri cancellieri laurenziani. Fu incarcerato, e le sue case – abitava in via Larga davanti al palazzo Medici – vennero saccheggiate. Negli anni finali del secolo e nei primi di quello successivo, più che alla politica si dedicò a seguire i suoi affari commerciali in Oriente.

Caduto il regime di Piero Soderini, con il ritorno al potere dei Medici nel 1512 Michelozzi ricoprì nuovi incarichi. Il 7 novembre prese il posto di Machiavelli. In dicembre era cancelliere dei Dieci di Balìa e stringeva rapporti sempre più stretti con Giuliano de’ Medici, il futuro duca di Nemours.

Il ruolo di Michelozzi, quale successore di M. in cancelleria e persona di fiducia al fianco di Giuliano, emerge dall’epistola machiavelliana a Francesco Vettori del 19 dicembre 1513. Fin dall’agosto M. si stava adoperando presso Vettori per favorire l’ascesa del comune amico Donato del Corno a una carica pubblica: il meccanismo ‘elettorale’ prevedeva un preventivo scrutinio («squittinio») delle qualifiche da parte di ufficiali «imborsatori», quindi il collocamento del nome dell’eleggibile nella borsa e l’estrazione da parte degli imborsatori. M. cercò di ottenere per del Corno il decisivo appoggio di Giuliano de’ Medici. Questi era già intervenuto in autunno presso il nipote Lorenzo; ma la previsione di un rinvio della pratica a metà gennaio indusse M. e l’interessato a trovare un rinnovato impegno politico. I tramiti di tale appoggio avrebbero potuto essere Michelozzi ovvero Pietro Ardinghelli (→), in grado appunto di scrivere, al momento opportuno, una commendatizia a nome di Giuliano; ed è presso costoro che si chiese a Vettori di interporre i suoi uffici.

Michelozzi morì a Firenze il 20 o 21 gennaio 1526, e venne sepolto il 22 nella chiesa di S. Marco.

Bibliografia: Fonti: indicazioni archivistiche complete in P. Viti, Michelozzi Niccolò, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 74° vol., Roma 2010, ad vocem; si veda anche N. Machiavelli, Opere, a cura di C. Vivanti, 2° vol., Torino 1999, pp. 297-300.

Per gli studi critici si vedano: P.O. Kristeller, Iter Italicum: a finding list of uncatalogued or incompletely catalogued humanistic manuscripts of the Renaissance in Italian and other librairies, London-Leiden: 1° vol., 1963, pp. 66, 70, 106, 109, 115, 130, 134, 147, 175, 179, 225, 373, 2° vol., 1967, pp. 145, 150, 168, 366, 463, 515, 518-19, 605, 3° vol., 1983, pp. 290, 331, 370, 733, 4° vol., 1989, pp. 112, 117, 229, 337, 5° vol., 1990, pp. 171, 222, 238, 343, 348, 66455, 584, 594, 600-01, 604, 623-24, 640, 6° vol., 1996, pp. 15, 167; P.G. Ricci, N. Rubinstein, Censimento delle lettere di Lorenzo di Piero de’ Medici, Firenze 1964, ad indicem; M. Martelli, Studi laurenziani, Firenze 1965, p. 19; T. De Marinis, A. Perosa, Nuovi documenti per la storia del Rinascimento, Firenze 1970, pp. 5-8, 27, 43-84, 89, 92; A.F. Verde, Lo Studio fiorentino (1473-1503). Ricerche e documenti, Pistoia-Firenze: 2° vol., 1973, pp. 106, 109, 3° vol., 1977, p. 184, 4° vol., 1985, pp. 25, 27, 38, 93, 133, 256, 344, 348, 497, 1019, 1470, 5° vol., 1994, pp. 449, 502, 510, 543; N. Rubinstein, Michelozzo and N. Michelozzi in Chios, 1466-67, in Cultural aspects of the Italian Renaissance. Essays in honour of Paul Oskar Kristeller, ed. C.H. Clough, Manchester-New York 1976, pp. 216-28; N. Isenberg, Censimento delle lettere di Niccolò Michelozzi, «Giornale italiano di filologia», n.s., 1982, 13, pp. 27191; V. Branca, Poliziano e l’umanesimo della parola, Torino 1983, pp. 38-42, 100, 137, 325-26; P. Viti, Niccolò Michelozzi, in Il notaio nella civiltà fiorentina. Secoli XIII-XVI, catalogo della mostra per il 17° Congresso internazionale del notariato latino, Biblioteca medicea laurenziana, 1° ottobre-10 novembre, Firenze 1984, pp. 140-41, 146; N. Isenberg, Una corrispondenza inedita di Niccolò Michelozzi. L’assedio di Città di Castello raccontato dal segretario laurenziano, «Esperienze letterarie», 1985, 10, pp. 139-61; P.O. Kristeller, Studies in Renaissance thought and letters, Roma: 2° vol., 1985, pp. 341-59, 364, 368-69, 371, 382-83, 403-04, 499, 3° vol., 1993, pp. 114, 116-17, 124, 126, 133-34, 139, 234, 294; V. Arrighi, F. Klein, Aspetti della Cancelleria fiorentina tra Quattrocento e Cinquecento, in Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna, Atti delle Giornate di studio dedicate a Giuseppe Pansini, Firenze 4-5 dicembre 1992, Roma 1994, pp. 151-55; M. Martelli, Angelo Poliziano. Storia e metastoria, Lecce 1995, pp. 20, 32-33, 35, 170, 190, 212, 225; V. Arrighi, F. Klein, Segretari e archivi segreti in età laurenziana. Formazione e vicende delle carte Gaddi-Michelozzi, in La Toscana al tempo di Lorenzo il Magnifico. Politica, economia, cultura arte, Atti del Convegno di studi, 5-8 novembre 1992, 3° vol., Pisa 1996, pp. 1381-95; C. Bianca, Poliziano e la Curia, in Agnolo Poliziano poeta scrittore filologo, Atti del Convegno internazionale di studi, Montepulciano 3-6 novembre 1994, a cura di V. Fera, M. Martelli, Firenze 1998, pp. 471-73; P. Viti, Forme letterarie umanistiche. Studi e ricerche, Lecce 1999, pp. 13032, 267-68, 315, 319; A. Perosa, Studi di filologia umanistica, 1° vol., Angelo Poliziano, a cura di P. Viti, Roma 2000, pp. 141-42, 144-45, 151, 153, 182-84.

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