NIAGARA

Enciclopedia Italiana (1934)

NIAGARA (A. T., 130-131)

Giuseppe Caraci

È il nome col quale gl'indigeni indicavano il tratto del S. Lorenzo (55 km.) compreso fra i laghi Erie e Ontario (e che adesso segna in questa zona il confine tra gli Stati Uniti e il dominion del Canada), ma nell'accezione più comune serve a contrassegnare le celebri cascate con cui il fiume stesso vince il dislivello che intercede tra l'uno e l'altro lago (dai 175 m. dell'Erie ai 75 m. dell'Ontario). La valle del Niagara River s'inizia piatta e svasata presso Buffalo per allargarsi ancora dove la corrente si divide nei due rami che circondano l'Isola Grande un km. a monte della cascata, però, le sponde si rinserrano e il fiume, dopo la confluenza del Chiappawa (da sinistra), non ha più che 2 km. circa d'ampiezza. Proprio in corrispondenza alle cascate, la direzione della corrente cambia da NO. in N., e, prima di precipitare, la massa d'acqua - che qui è alta in media dai tre ai sette m. - è costretta a dividersi di nuovo, ma in modo assai ineguale, dall'emergenza dell'Isola Goat: il ramo più piccolo, a destra, fra l'isola e la riva americana, cade da un ciglio lungo (sott'acqua) 315 m.; quello più grande, sul lato canadese, da un arco a ferro di cavallo (e perciò detto Horseshoe), esteso oltre 750 m. La differenza è anche maggiore nel volume delle acque, delle quali appena un decimo viene convogliato sul tratto americano. La portata media è qui di 300 mc. al secondo, di 5000 sulla sponda opposta (nonostante si tratti di fiume privo di detriti e defluente da un lago, le variazioni di portata sono abbastanza accentuate; i massimi si hanno in primavera); l'altezza della cascata, rispettivamente, di 54 e 49 m. Sotto la cascata si è formato un bacino profondo in media sui 30 m.; ma un po' al largo le acque tornano tranquille e lo scandaglio scende fino a 57 m. La valle comincia poi a restringersi e la corrente diventa più impetuosa, mentre si frange in rapide e vortici (Whirlpool rapids) su blocchi di duro calcare; ma in seguito tratti a forra si alternano con più o meno ampie svasature della valle stessa, senza che però si possano chiamare in causa, a spiegare queste differenze, diversità nella natura della roccia. Finalmente, a valle di Lewinston, le sponde si appiattiscono e il Niagara River mette foce maestoso e tranquillo nel L. Ontario.

La formazione delle cascate è in rapporto con la presenza, lungo il corso del fiume, della cosiddetta scarpata di Lewingston (una cuesta, secondo la terminologia di W. M. Davis), cioè di un rilievo costituito da strati a debole pendenza con disposizione isoclinale, di cui i superiori, più resistenti (calcari compatti del Silurico), poggiano su rocce più tenere (scisti e arenarie dei piani Niagara e Medina). L'erosione regressiva ha cominciato a operare vigorosamente da quando le condizioni idrografiche della regione hanno assunto l'attuale fisionomia, ossia da epoca postglaciale - la scarpa di Lewinston corrisponderebbe a un rilievo spianato prima del Pleistocene e durante il Pleistocene reso continuo e uniforme dall'azione delle correnti glaciali -; ma poiché quelle condizioni andarono soggette a diversi mutamenti (non foss'altro per il defluire che i maggiori dei Grandi Laghi facevano direttamente al S. Lorenzo), si determinarono differenze notevoli nelle varie parti della valle fluviale ora occupata dal Niagara e di conseguenza anche nell'attività erosiva del fiume. Comunque, la retrocessione del ciglio delle cascate presenta oscillazioni sensibili anche in epoca storica, e da quando (1827) se ne è seguito il ritmo con osservazioni metodiche. La distruzione procede assai più rapida naturalmente sul lato canadese: dal 1842 al 1905 essa fu in media di m. 1,50 all'anno, mentre fu appena di m. 0,08 dal 1827 al 1905 sul lato americano. I tentativi di stabilire l'età assoluta delle cascate hanno dato risultati assai diversi (le stime oscillano dai 10 ai 50 mila anni): non potendosi ammettere che l'erosione abbia sempre proceduto in condizioni simili alle attuali, il calcolo implica, in misura maggiore o minore, valutazioni soggettive, cioè arbitrarie.

Le cascate del Niagara rappresentano un'enorme riserva di energia idroelettrica: a un'utilizzazione integrale si oppongono motivi diversi (opportunità di non danneggiare la bellezza delle cascate e con essa il loro valore turistico, che le fa meta di una sempre più intensa corrente di visitatori), a prescindere dal contrasto d'interessi fra gli stati che ne dovrebbero approfittare. Attualmente solo una piccola parte dell'energia ricavabile (circa 5 milioni di HP) è installata (1,6 milioni di HP), né è da credere che queste condizioni abbiano a mutare in un futuro molto prossimo, data soprattutto la ricchezza così degli Stati Uniti come del Canada in riserve idroelettriche.

Il nome delle cascate del Niagara appare per la prima volta sopra una carta nel 1657, ma il primo che le visitò fu L. Hennepin, membro della spedizione La Salle nel 1678.

V. tavv. CXVII e CXVIII.

Bibl.: Oltre alle opere generali, cfr. G. K. Gilbert, Rate of recession of Niagara Fall, Washington 1907; J. W. W. Spencer, The Fall of Niagara, Ottava 1907; A. B. Huibert, Niagara River, New York 1908.