NEVASA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

NEVASA

C. Silvi Antonini

Cultura preistorica che si sviluppò lungo le rive del Pravara e del Godavari, il grande fiume dell'India Anteriore che nasce nelle montagne prossime al Golfo Arabico ed è tributario del Golfo del Bengala. Questa cultura ha i suoi centri principali in Jorwe, Nasik e Nevasa.

L'insediamento più antico, a N., è rappresentato da tre livelli di ghiaie che ne costituiscono il I e II periodo. Vi sono stati riscontrati due tipi di industrie litiche: uno caratterizzato dalla presenza dell'ascia a mano, tipologicamente acheuleana, l'altro, più recente, comprendente nuclei, lame, schegge, raschiatoi e bulini di diaspro o di corniola, di tipo Levalloisiano.

Sopra questi livelli dell'età della pietra, si insediarono i primi "abitatori" stabili, che vi costruirono case dal tetto piano - sostenuto da colonne o pilastri - e vi seppellirono i loro morti (è stato rinvenuto un cimitero con 65 tombe).

Questo terzo periodo di N. (Nevasa III) è stato definito - come già quello corrispondente di Nāvḍā Ṭolī - "calcolitico". In realtà i reperti in metallo si riducono a due scalpelli, quattro grani e un amo di rame, e quindi possono a mala pena giustificare la denominazione. È fiorente invece l'industria litica: asce, azze e scalpelli in pietra si associano a microliti di corniola, di cristallo e di diaspro.

A Nevasa III vi era una gran quantità di materiale fittile, in massima parte vasi di colore rosso con pittura nera. Tra le fogge è da rilevare solo il vaso con beccuccio per le analogie che esso presenta con forme ritrovate a Jorwe, Nāvḍā Ṭolī e Nāsik. Anche l'ornamentazione, prevalentemente geometrica, non è molto variata e anzi si riduce a motivi di linee o di fasce tratteggiate a scacchiera. Alla monotonia di una simile decorazione si sottraggono i vasi con le rappresentazioni di figure animali: tra esse quella del daino dalle lunga corna ramificate e dalla coda a forma di perfetta voluta (la posizione delle zampe dell'animale suggerisce quasi sempre l'idea del movimento, ma si sono trovati anche esemplari in cui esso è raffigurato fermo). A questo livello appartengono anche frammenti con decorazione incisa o impressa o a rilievo. Si deve rilevare inoltre, per quanto riguarda il colore della ceramica, che oltre a vasellame rosso, ne è presente uno grigio e uno di colore arancio.

Dopo il periodo calcolitico - la cui datazione, per le culture dell'India centrale, si è incerti se porre tra il 2090-1500 o il 1500-1000 a. C., ma che nel caso di N. dovrebbe essere più recente - il luogo viene abbandonato per un lungo periodo di tempo. I nuovi abitatori (Nevasa IV) conòscono il ferro e producono la ben nota ceramica nero-lucida (N.B.P,.) (v. Gange, Valle del); insieme ad essa è presente anche la ceramica nero-e-rossa. Nei livelli superiori di questo periodo sono state rinvenute monete dei Śātavāhana, importanti per i riferimenti cr0nologici che permettono di costituire.

Il periodo V di N. appartiene alla nostra èra ed è caratterizzato dalla presenza di ceramica rossa polita.

Bibl.: H. D. Sankalia, Report on the excavations at Nāsik and Jorwe 1950-51, Poona 1955; H. D. Sankalia, S. B. Deo, Z. D. Ansari, S. Erhardt, From History to Pre-History at Nevasa, (1954-56), Poona 1960.