Neuropsichiatria infantile

Dizionario di Medicina (2010)

neuropsichiatria infantile


Branca specialistica della medicina che si occupa dello sviluppo neuropsichico normale e patologico dell’individuo in età compresa fra 0 e 18 anni. Nata nel secondo dopoguerra come sottospecializzazione della clinica delle malattie nervose e mentali, ha acquistato una sempre maggiore autonomia rispetto alla neurologia e alla psichiatria, anche per la crescente complessità dell’argomento. È una disciplina multidimensionale, che attinge dalla semeiotica neurologica e dalla psichiatria la clinica, la diagnostica strumentale e l’approccio terapeutico, e dalla pediatria le conoscenze di patologia prenatale e neonatale, nonché quelle in ambito metabolico, endocrinologico, genetico e infettivo. Gli specialisti in n. i., per tale motivo, soprattutto a livello di centri universitari, si sono perfezionati in sottospecializzazioni, quali neurofisiopatologia, epilettologia, neurogenetica oppure, in area psichiatrica, psicoterapia o neuropsicologia. Regola fondamentale sulla quale si basa l’approccio della n. i. è il lavoro di équipe, con la presenza di più figure mediche e paramediche che accolgono e seguono il bambino nelle varie fasi del suo sviluppo, in famiglia e nella scuola.

Ruolo della neuropsichiatria infantile

Come in altri ambiti della medicina, anche in n. i. la diagnosi precoce è uno strumento fondamentale per individuare i fattori di rischio evolutivo e poter intraprendere un percorso terapeutico, che sia farmacologico o riabilitativo, mirato, fin dai primissimi momenti, a contrastare l’evoluzione verso quadri patologici più severi e ad aiutare il paziente ad acquisire capacità adeguate all’età. La storia naturale di una malattia e la plasticità neuronale del sistema nervoso centrale, insieme alla tempestività di intervento, possono portare a un grande divario fra la diagnosi e la prognosi attesa. Attraverso l’esame neurologico del neonato, lo specialista è in grado di evidenziare i segni e i sintomi di allarme, che richiedono ulteriori approfondimenti e indagini, al fine di diagnosticare le patologie dello sviluppo del sistema nervoso centrale, dalle malformazioni congenite alle sindromi genetiche, dalle malattie metaboliche alle epilessie, alle encefalopatie, ai tumori cerebrali. C’è infatti un’alta correlazione tra i primi segni neurologici d’allarme e la successiva evoluzione in senso patologico. È necessario, per un completo inquadramento diagnostico, che l’esame neurologico sia integrato con l’esame delle tappe di sviluppo neuroevolutivo e con osservazioni comportamentali e di gioco, anche mediante videoregistrazioni. In ambito psichiatrico infantile, lo specialista in n. i. deve essere in grado di identificare e classificare le psicopatologie dell’età evolutiva: ritardo mentale, disturbi dell’umore, disturbi generalizzati dello sviluppo e altri disturbi psicotici, disturbi dell’apprendimento e della comunicazione. Inoltre vi sono bambini con patologie che non sono di competenza del neuropsichiatra, ma che richiedono una consulenza psichiatrica, come i pazienti con problematiche endocrinologiche (diabete, obesità, bassa statura). Sono a disposizione dello specialista, a completamento dell’iter diagnostico, esami strumentali, quali: elettroencefalogramma, risonanza magnetica cerebrale, potenziali evocati, prelievi per esami genetici e metabolici, scale di sviluppo e test psicometrici. Tutti gli esami vanno effettuati in sedazione o cercando di avere la disponibilità del piccolo paziente, prevedendo una maggiore disponibilità di tempo rispetto ad altre specialità e adattandosi ai ritmi biologici del bambino.

Équipe riabilitativa multidisciplinare

La diagnosi e la terapia in n. i. risultano peculiari e continuamente interagenti. Il bambino è un sistema in evoluzione, pertanto la diagnosi assume un carattere di estrema dinamicità: man mano che il bambino cresce, cambiano le caratteristiche attuali e devono essere rivisti gli obiettivi del piano terapeutico. La presa in carico del bambino con problemi neuropsichiatrici, diversamente da altre specializzazioni, comporta il coinvolgimento di più figure professionali, oltre alla famiglia: neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva, fisioterapista, assistente sociale, insegnanti. Gli interventi in n. i. possono essere di tipo farmacologico, psicologico, abilitativo o riabilitativo, a seconda che si tratti di acquisizione di nuove competenze o ripristino di abilità perse a causa di una lesione. L’équipe riabilitativa multidisciplinare provvede alla stesura di un progetto terapeutico individualizzato: vengono evidenziate le aree di forza e quelle di debolezza per un dato bambino, ordinate secondo un criterio di priorità, fissati gli obiettivi a breve e a lungo termine e stabilito il tipo di intervento con cui raggiungere ogni obiettivo. La verifica è un momento fondamentale del progetto individualizzato, in quanto permette di valutare i cambiamenti dello sviluppo del bambino e quanto questi siano dovuti alla normale evoluzione maturativa o al trattamento. Dalla verifica è possibile effettuare una nuova diagnosi funzionale e stabilire nuovi obiettivi d’intervento. I fini del progetto riabilitativo devono essere condivisi con la famiglia e con la scuola, perché è solo dalla generalizzazione dell’intervento che si ottengono i risultati migliori.

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Disturbi dell’apprendimento

Sistema nervoso centrale

Elettroencefalogramma

Plasticità neuronale

Disturbi dell’umore