NEOTTOLEMO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

NEOTTOLEMO (Νεοπτόλεμος, Neoptolemus)

L. Rocchetti

Figlio di Achille e Deidamia, figlia di Licomede, N. è conosciuto anche con il nome di Pirro perché concepito alla reggia di Licomede durante il travestimento del padre che si faceva chiamare Pirra. Venne educato alla corte del re Licomede a Sciro. Dopo la morte di Achille, obbedendo ad un oracolo che aveva predetto la presa di Troia, a condizione che fra i combattenti vi fosse N. armato con le armi di Eracle, un'ambasceria formata da Ulisse, Phoinix e Diomede prelevò il ragazzo. Durante il viaggio da Sciro a Troia, l'ambasceria passò per Lemno dove Filottete (v.) giaceva malato, con le armi di Eracle; N. e gli altri persuadono l'eroe a partire. A Troia N. rinnova le gesta di Achille: uccide Euripilo e nella gioia della vittoria inventa una nuova danza guerriera, la pirrica. Penetrato in Troia con il cavallo è fra i primi ad entrare nella reggia dove compie grande strage e vendica il padre uccidendo il figlio di Ettore, Astianatte, e Priamo; per onorare poi la memoria del genitore immola Polissena. Come preda di guerra ebbe Andromaca. Sul suo ritorno abbiamo varie e contrastanti notizie: la più veritiera può essere quella che ci dice come N. sposasse Ermione, promessagli da Menelao. A questo matrimonio si può riportare la leggenda sulla morte di N. a Delfi per mano di Oreste (v.) geloso di Ermione che gli era stata promessa.

La figura di N. appare molto spesso in tutte le rappresentazioni connesse con gli eventi narrati.

Il congedo dal re Licomede e da Deidamia appare su diversi vasi fra i quali sono un cratere a figure rosse della Collezione Campana al Louvre, in cui il giovane è raffigurato tra Licomede e Deidamia, ignudo, con un mantello sulla spalla sinistra, appoggiato ad una lancia. Splendida la raffigurazione sul cratere del Pittore di Borea a Ferrara: su un lato abbiamo un efebo, probabilmente N. che volge lo sguardo a due giovani donne commosse: si tratta sicuramente della scena del vestimento dell'eroe che viene raffigurata sull'altra faccia del vaso in cui N. è al centro della figurazione e riceve l'addio da una figura femminile, mentre alla sua destra è Ulisse che conversa con Phoinix. In un'anfora a New York, attribuita al Pittore di Lykaon e datata al 440 circa, N. ignudo, con un mantello sul braccio ed una spada pendente al suo fianco è tra le figure di Deidamia ed Antiochos. La scena del congedo è descritta inoltre nelle Imagines di Filostrato il Giovane (Im., 2).

Le figurazioni dell'ambasceria a Lemno, presso Filottete, appaiono su urne etrusche: una al Museo Guarnacci di Volterra ed un'altra a Firenze. In esse N. è figurato sempre dietro Odisseo che esamina il piede di Filottete, seduto davanti alla grotta. L'uccisione di Euripilo si ha nella Tabula Iliaca (striscia inferiore). L'uccisione di Astianatte ha una amplissima documentazione nelle scene dell'Ilioupèrsis: in esse N. è quasi sempre raffigurato terribile e feroce, con cimiero ad alto pennacchio mentre, reggendolo per le gambe, scuote il corpo del piccolo Astianatte, davanti a Priamo atterrito.

Una delle più antiche figurazioni sembra essere quella su un rilievo di pìthos beotico, a Boston, datato all'ultimo quarto del VI sec. a. C.: nella scena, molto abrasa, si è voluto riconoscere l'uccisione di Priamo, ma si sono fatte pure altre ipotesi. L'uccisione del re doveva essere rappresentata pure sul frontone del tempio di Artemide a Corfù, nell'angolo sinistro: di N. resta solo la spada, ma il guerriero si può forse riconoscere su una metopa del tempio.

Lo schema classico dell'uccisione di Astianatte è già nota da un rilievo su una lamina bronzea da Olimpia.

Numerosissime le figurazioni sui vasi a figure nere: la più antica sembra essere quella su una lèkythos attica da Gela, a Siracusa (n. 21894), in cui sul cadavere di Priamo giacente su uno sperone roccioso, N. agita furiosamente il corpo di Astianatte; contemporanea è una lekàne a Napoli da Cuma, uno dei più bei lavori del Pittore Corintizzante (v.) in cui N. appare terribile, con elmo e cimiero e grande scudo; lo stesso schema della lékythos di Gela appare su una pisside a Berlino; al Pittore di Princeton è attribuita un'anfora a Bonn (Akadem. Kunstmuseum, 45); nell'anfora al Louvre F. 222, da Vulci, N. viene supplicato da Priamo; donne piangenti vengono introdotte nella figurazione di un vaso da Vulci al British Museum (B. 205); violentissima appare la scena su un'anfora di Würzburg (179) datata intorno al 530, ed essa torna, sempre con accenti drammatici, in un'anfora della Collezione Castellani al Capitolino, in un'anfora di Berlino (1685) da Vulci, attribuita al pittore Lydos, in una lèkythos al British Museum (99.2.18.67) del Pittore di Edimburgo, datata alla fine del VI sec., in un'anfora dello stesso museo (B. 241) da Vulci, del Gruppo di Leagro, in cui N. appare ignudo con un mantello sulle spalle; allo stesso Gruppo di Leagros appartiene la hydrìa di Würzburg (311) ed un'hydrìa di Monaco (1700); citiamo ancora un'anfora a Bonn (Akadem. Kunstmuseum, 39) ed una lèkythos al Museo Nazionale di Atene, databile intorno al 500.

Nei vasi a figure rosse il tema è svolto dai massimi ceramografi del periodo. Uno dei più antichi esempî è un'anfora a New York (06.1021.99) del Pittore di Nikoxenos in cui la scena ha però perso la concitata violenza presente sui vasi a figure nere.

Al principio del V sec. possiamo porre la splendida kỳlix di Brygos al Louvre (G. 152), da Vulci, in cui N. ripropone la terribile violenza degli schemi noti. Una azione violentissima che però riduce il tema epico ad una caricatura si nota in una kỳlix di Boston (R. 586) databile all'ultimo venticinquennio del VI secolo. Segue la scena pietosa dell'uccisione di Astianatte in grembo a Priamo nell'hydrìa Vivenzio, del Pittore di Kieophrades a Napoli. Vicini a Brygos come composizione sono i frammenti di una kỳlix al Cabinet des Médailles (571) che il Beazley connette con il Pittore di Castelgiorgio. La figura di N. appare anche sui frammenti del Pittore della Clinica a Boston (03.869 a. d.) e del Pittore di Eleusi a Vienna, in un frammento di kỳlix a Berlino (2281) di un pittore in connessione con Euphronios. Compare inoltre su una kỳlix a Leningrado (658) del Pittore di Telefo e su un cratere a colonnette a Villa Giulia (3578) del Pittore di Tyskiewicz; su un cratere a calice a Ferrara (T. 936) del Pittore dei Niobidi e su frammenti di una kỳlix della scuola di Makron ad Atene (Museo Acropoli, 355).

Al IV sec. possiamo datare una kỳlix a Liverpool (10704) in cui N. ripete lo schema già noto dei Tirannicidi, ed una pelìke a Firenze (73140) da Orvieto.

Una scena di Ilioupèrsis è stata riconosciuta in un frammento di sarcofago a Palazzo Mattei, in Roma: N. è il giovane che afferra per la testa il vecchio (Priamo) inginocchiato presso l'altare di Zeus Herkèios. Al museo di Berlino è conservato un vaso megarese con la scena di ingresso di N. nel palazzo reale e l'uccisione di Priamo presso l'altare di Zeus.

La scena della immolazione di Polissena compare su varie figurazioni: Pausania nomina l'eroe nella scena dell'Ilioupèrsis dipinta nella pinacoteca dei Propilei in Atene (Paus., i, 22, 6); inoltre egli cita pure un'altra lliouper'sis a Pergamo (x, 25, 10); in ceramica le figurazioni più note sono su due vasi pestani a Napoli (274, 1779) in cui la fanciulla è immolata presso una colonna e N. è raffigurato seminudo con un mantello dietro le spalle ed il berretto frigio. La scena torna su una cista da Palestrina al British Museum, sulla Tabula Iliaca e su tre urne etrusche, due al Vaticano, la cui figurazione non è però del tutto sicura, ed una a Orvieto.

Su una corniola, a Berlino, N. ignudo ha trafitto Polissena scivolata presso l'ara di Achille; una scena simile compare su una pasta vitrea a Gotha.

Una scena di lotta tra N. ed Aiace appare in un vaso a Monaco (1415). Agamennone, Menelao, N. ed Ermione erano rappresentati secondo Pausania (1, 33, 1) sulla base della Nemesi di Ramnunte.

La morte di N. a Delfi è raffigurata sulla stessa cista prenestina con la morte di Polissena: N. vi appare, nudo, imberbe, disteso per terra di fronte all'altare di Apollo: su di lui si curvano due donne, probabilmente Andromaca ed Ermione. Su un vaso della Collezione latta a Ruvo, N., sull'altare di Apollo è già stato ferito da Oreste, alla sua destra; uno schema molto vicino a questo appare in un dipinto pompeiano di tardo III stile.

Due statue di N. sono ricordate nel ginnasio di Zeuxippos a Costantinopoli (Christodor., Ekphr., Anthol. Pal., ii).

Monumenti considerati. - Congedo da Licomede: vaso al Louvre: J. D. Beazley, Red-fig., 411; C.V.A., d, tav. 14, 1-2; vaso a Ferrara: P. E. Arias-M. Hirmer, Spina, Firenze 1958, tavv. 20, 21; vaso di New York:J. D. Beazley, Red-fig., 690, i; Richter-Hall, The Metropolitan Museum of Art, Red-Fig. Athenian Vases, New Haven 1936, tav. 128.

Ambasceria presso Filottete: urna di Volterra: E.A.A., vol. iii, p. 692, fot. 850; urna di Firenze: Raoul-Rochette, Mon. Inedits, Parigi 1833, tavv. 54, 55; Tabula Iliaca: G. Mancuso, La tabula iliaca, in Mem. Lincei, v, xiv, fasc. cviii, 1911, p. 702.

Ilioupèrsis: pìthos beotico: R. Hampe, Frühgriechische Sagenbilder, Atene 1936, p. 82, tav. 38; tempio di Artemide a Corfù: G. Rodenwaldt, Kerkyra, II Die Bildwerke des Artemistempels, Berlino 1939, p. 157; lamina di Olimpia: E. Kunze, Archaische Schilabander, Berlino 1950, p. 159; per la ceramica: M. I. Wiencke, An Epic Theme in Greek Art, in Amer. Journ. of Arch., lviii, 1954, p. 285 ss., tavv. 55-64; F. Brommer, Vasenlisten aus griechischer Heldensage, Marburg 1960, p. 331; ed inoltre Ch. Mota, Sur les representations figurées de la mort de Troilos et de la mort d'Astyanax, in Revue Arch., l, 1957, p. 25; sarcofago di Palazzo Mattei: C. Robert, Die antiken Sarcophagreliefs, lI, Berlino 1890, p. 75, n. 67, tav. xxvi, n. 67; vaso di Monaco con N. ed Aiace: F. Brommer, op. cit., p. 280; coppe a Berlino: K. Weitzmann, Ancient Book Illumination, Cambridge (Mass.) 1959 p. 46, fig. 53. Immolazione di Polissena: F. Brommer, op. cit., pp. 298, 299 (per la ceramica). Gemme: A. Furtwängler, Gemmen, tav. xxi, n. 51; tav. xxiv, n. 8; cista prenestina: H. B. Walters, Catalog. Bronzes in the British Mus., n. 743; urne etrusche: H. Brunn, I rilievi delle urne etrusche, i, 1870, p. 88. Morte di N.: cista prenestina: H. B. Walters, op. cit., n. 743; vaso di Ruvo: L. Séchan, Études sur la tragédie grecque, Parigi 1926, p. 254, fig. 75. Affresco pompeiano: K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, p. 86.

Bibl.: Weizsäcker, in Roscher, III, i, 1897-909, p. 167; V. Ziegler, in Pauly-Wissowa, XVI, 1933, c. 2440 ss.; v. anche M. c. v. d. Kolf, in Pauly-Wissowa, XXII, 1954, s. v. Priamos.