neoclassicismo Complesso movimento culturale europeo manifestatosi fra la seconda metà del 18° sec. e il primo trentennio del 19° sec., che, oltre a interessare tutti gli aspetti dell’arte, coinvolse il profondo rinnovamento della cultura e della società. Gli studi dell’ultimo trentennio del 20° sec. ne hanno evidenziato lo stretto rapporto con l’Illuminismo e, quindi, l’intreccio con le istanze del nascente Romanticismo e con i mutamenti politici e sociali di fine secolo.
1. Caratteri generali
Caratterizzato dal recupero di forme classiche, come norma e tendenza alla perfezione, alla logica, alla simmetria e alla chiarezza, il n. fu sostenuto dalla ricerca teorica di un fondamento razionale del bello e da una metodica indagine storica delle fonti; considerato uno stile ‘storico’, ha inaugurato le tendenze di recupero del passato che caratterizzano l’Ottocento. Ebbe a suo ideale la civiltà greca, ampliando poi il suo repertorio, esteso, a seguito delle scoperte archeologiche e di una vastissima acquisizione di forme dell’antico, anche all’arte romana, della
In
2. Il n. nelle arti
In pittura il n. ebbe espressioni meno omogenee rispetto alle altre arti. In Italia, a Roma furono attivi, tra gli altri,
Grande protagonista della scultura neoclassica fu A. Canova, la cui influenza fu notevole in tutta l’Europa e in particolare in Gran Bretagna con
Nel periodo neoclassico importante fu anche l’attività degli incisori, massimo dei quali fu G.B. Piranesi, attivo anche come architetto. L’incisione fu uno dei mezzi di rapida divulgazione in Europa dei reperti antichi e quindi del gusto classico. Lo studio degli oggetti antichi emersi soprattutto dagli scavi di
3. Il n. in architettura
Nell’architettura del n. si individuano diversi stili: quello dorico (neodorico o neogreco), influenzato dalla riscoperta dei templi di
4. Il n. in letteratura
Dalla critica delle arti figurative il termine è passato anche nella critica letteraria. In Italia, la reazione al secentismo si ha già alla fine del 17° sec., con l’Arcadia, la quale porterà sempre l’impronta classicistico-razionalista datale all’inizio soprattutto dal cartesiano G.V. Gravina. Lungo il Settecento, tale classicismo si configurava soprattutto nella tendenza all’espressione sorvegliata anche se tenue, perfettamente e musicalmente conchiusa in sé stessa, al decorativo e al grazioso; e ciò per influsso anche della decorazione ellenistica allora venuta in luce a Ercolano e a Pompei. Poi, via via che ci si avvicina alla fine del secolo, il bello è sempre più consapevolmente concepito non solo come armonia ma come stabilità di forme (la scoperta del bello greco di Winckelmann): donde la statuarietà tipica anche delle figurazioni poetiche. Il sopraggiunto impero napoleonico si vale ai suoi fini del preesistente gusto classicheggiante e lo fissa e appesantisce, spesso in macchinose scenografie e in elementari simbologie. Queste tendenze sono soprattutto francesi (A. Chénier) e italiane (V. Monti); ma tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento tutta l’Europa vi partecipa. Il Romanticismo reagisce al n., ma anche in questo sono state scorte venature romantiche, in quanto l’antichità già vi è vista come la sede sognata di un’umanità felicemente padrona di sé stessa. Si pensi soprattutto a Le Grazie di U. Foscolo.
5. Altri neoclassicismi
Nella critica contemporanea, si è dato il nome di n. alla tendenza letteraria che fece capo, nel primo dopoguerra, alla rivista
È stato chiamato n. un indirizzo estetico-musicale sviluppatosi soprattutto nel periodo fra la Prima e la