Nazionalismo

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

nazionalismo

Tito Menzani

Ideologia, formatasi nel 19° sec., relativa a quelle dottrine e a quei movimenti che sostengono l’affermazione della nazione intesa come collettività omogenea e ritenuta depositaria di valori tradizionali, tipici ed esclusivi del patrimonio culturale e spirituale nazionale. Storicamente si è manifestata in due forme: come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse e come ideologia della supremazia di una nazione sulle altre.

Le origini

Il concetto di n. è fatto risalire alle idee democratiche di J.-J. Rousseau (➔), secondo il quale la sovranità spettava alla nazione nel suo complesso, concepita come un corpo unitario composto da individui eguali. Il giacobinismo, movimento nato intorno al 1789, pose poi un nesso particolarmente forte tra popolo e nazione; queste idee furono esportate con le guerre della Francia rivoluzionaria e napoleonica e, dopo la Restaurazione (1814), costituirono un riferimento del cosiddetto n. dell’autodeterminazione, che incontrò un ampio consenso nel contesto della tradizione liberale e democratica.

Nazionalismo politico e nazionalismo economico

Dopo le unificazioni italiana e tedesca della seconda metà del 19° sec., il n. iniziò a configurarsi sempre più come un’ideologia della politica di potenza da parte di uno Stato. Inoltre, a seguito della seconda rivoluzione industriale, l’ingresso delle masse nella vita economica implicò la ricerca di una strategia di integrazione, con il fine di realizzare una solidarietà nazionale che superasse le divisioni di classe. Da qui deriva anche la nascita di un n. economico, inteso come un indirizzo di pensiero che mirava a potenziare al massimo le energie economiche della nazione e, a tal fine, favorevole a un largo intervento dello Stato nell’economia e all’adozione di misure di politica commerciale, produttiva e demografica capaci di fare conseguire l’autosufficienza.

I nazionalismi del Novecento

All’inizio del 20° sec., il n. si rivolse a contrastare l’internazionalismo socialista, definito disfattista e antipatriottico, ma anche la stessa cultura democratica, giudicata inetta e inadeguata per una politica di potenza. Questo tipo di n., volto a esaltare l’identità nazionale, contribuì in modo decisivo allo scoppio della Prima guerra mondiale. In varie realtà, come l’Italia o la Germania, il n. ebbe un ruolo di prim’ordine anche nel dopoguerra, tanto da contribuire in maniera evidente all’affermazione di regimi di stampo fascista. In questa versione autoritaria, antidemocratica e illiberale, il n. manifestò apertamente una forte venatura razzista, omofoba e xenofoba. Dopo la Seconda guerra mondiale e la sconfitta del nazifascismo, questi tipi di n. caddero in discredito, mentre la versione fondata sull’autodeterminazione dei popoli continuò, invece, ad avere un ruolo importante, alimentando i movimenti di liberazione dal colonialismo nei Paesi del Terzo Mondo. A partire dalla fine del secolo scorso, con il collasso dei regimi comunisti, in molte nazioni dell’Est europeo si sono manifestate nuove forme di n. fortemente identitario.