NAVE

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

NAVE (XXIV, p. 341; App. I, p. 883; II, 11, p. 379; III, 11, p. 193)

Siro Pintus

Marina mercantile. - L'inizio degli anni Sessanta è sinonimo di un profondo mutamento dei compiti richiesti alla marina mercantile. Le cause di detto mutamento, consistente nella graduale richiesta di alcuni nuovi tipi di n. e nel declino di altri tipi, devono ricercarsi: a) nella notevole evoluzione del trasporto aereo; b) nell'aumentata richiesta mondiale di trasporto di prodotti petroliferi; c) nell'accentuata richiesta di trasferire via mare prodotti e manufatti non più alla rinfusa; d) nella richiesta di ridurre al massimo i tempi di permanenza nei porti e quindi dei costi di esercizio.

Navi trasporto passeggeri. - Aerei sempre più grandi, sempre più veloci, sempre più sicuri e comodi hanno intaccato decisamente il predominio navale nel campo del trasporto passeggeri a lungo e medio raggio; ciò perché da velocità economiche-commerciali navali di 50 km/h si è passati comodamente e sicuramente a velocità economiche aeree di 800 ÷ 900 km/h e più. Inoltre, dette velocità hanno a loro volta esaltato e potenziato l'interscambio di persone e materiali leggeri tra continenti aumentando ancor più la richiesta del trasporto aereo e l'abbandono del trasporto navale non più competitivo sotto il duplice profilo durata-spesa. Conseguentemente è iniziata la graduale scomparsa del grande transatlantico di linea (50.000 ÷ 80.000 t). Il trasporto navale passeggeri è ancora rimasto ma per esigenze notevolmente mutate. In primo luogo si è accentuata la richiesta della n. atta a effettuare crociere di svago con classi turistiche aventi diminuite esigenze di lusso e aumentate esigenze di funzionalità comuni a tutti i passeggeri prenotanti in anticipo il viaggio, e quindi con utile assicurato per la compagnia di navigazione (il dislocamento di detti tipi di n. può oggi essere variante tra 10.000 e 20.000 t); in secondo luogo, nell'interscambio nazionale, o tra nazioni limitrofe, è nata l'esigenza del trasporto, unitamente al passeggero, della sua autovettura. Il progettista si è quindi orientato verso n. veloci, con alloggi piccoli e funzionali e con ampie possibilità di ricovero di autovetture e relativi celeri sistemi d'imbarco e sbarco. Questi veri e propri traghetti possono avere dislocamento tra 5000 e 10.000 tonnellate.

Petroliere. - La sempre maggiore richiesta di prodotti petroliferi ha incrementato in modo superlativo il trasporto via mare di tali prodotti dalle zone di estrazione. In ciò risiede la causa prima del fenomeno della superpetroliera. Da n. di 10.000 ÷ 20.000 t si è passati rapidamente a unità di 100.000 ÷ 200.000 t (in pochi casi si sono raggiunte anche le 500.000 t). Le compagnie di navigazione, oltre a richiedere al progettista n. così grandi, hanno richiesto parimenti che le spese di esercizio rimanessero molto contenute. Detta richiesta era una conseguenza diretta della necessità di dover compiere navigazioni più lunghe non potendo usufruire di canali, quale quello di Suez, perché troppo stretti o poco profondi. La tecnica ha soddisfatto la richiesta con macchinari più sicuri, con affidabili automatismi e telecomandi. Da qui le conseguenti ridotte necessità di personale sia per la condotta della n. che per le manutenzioni. Detti prodotti della tecnica hanno permesso allora di condurre petroliere da 100.000 t con 35 ÷ 40 persone, cioè con lo stesso equipaggio con cui si doveva armare in passato una n. di 10.000 ÷ 20.000 t. Infatti i telecomandi e gli automatismi hanno consentito di accentrare il controllo e la condotta anche in un'unica centrale di propulsione ove a turno permane un limitatissimo numero di persone. Oltre alle superpetroliere, è stata registrata però anche una notevole richiesta di petroliere con dislocamento oscillante sulle 50.000 t; ciò è derivato dal fatto che, in campo mondiale, è veramente scarso il numero di porti e di ancoraggi idonei a ricevere bastimenti con pescaggi superiori ai 10 ÷ 12 m.

La tecnica ha dovuto risolvere anche i seguenti problemi: a) possibilità di costruire e varare scafi così grandi (200 e più m di lunghezza); b) necessità di dover imbarcare e sbarcare in tempi brevi 100.000 ÷ 200.000 t di combustibile; c) possibilità di costruire in tempi brevi. Il primo problema è stato risolto costruendo il bastimento all'interno di bacini. A costruzione avvenuta dello scafo ha luogo l'allagamento del bacino, e il tradizionale varo da uno scalo di costruzione è sostituito proprio da detto allagamento che determina il galleggiamento della nuova n. (v. anche bacino, in questa Appendice). Il secondo problema è stato relativamente di più facile soluzione in quanto si è trattato di aumentare la potenzialità delle pompe accentrandole possibilmente in un'unica centrale di pompaggio. Possibilità d'imbarcare o sbarcare 20.000 ÷ 40.000 t nelle 24 ore non è più una novità tenendo conto che nella centrale di pompaggio si ha una continua e sicura situazione dei livelli nei vari depositi. In merito però all'aumentata potenzialità d'imbarco-sbarco della petroliera è dovuta aumentare anche la similare potenzialità degl'impianti portuali. Ciò per poter soddisfare contemporaneamente le esigenze di più petroliere e quindi contenere al massimo i tempi di sosta e le derivanti spese di esercizio.

Navi porta-containers. - Si è ormai consolidata la procedura di assiemare in fabbrica in grossi contenitori (containers) forti quantitativi di prodotti e di spedire il contenitore. Attrezzature portuali e n. da carico si sono dovuti allineare a detta nuova tecnica dei trasporti. L'adeguamento sui bastimenti è consistito, mediamente, nel rendere atte le stive a ricevere contenitori voluminosi, nell'assiemarli rapidamente lasciando libero il minor spazio possibile e, in certi casi, anche nel mettere in opera, in luogo dei tradizionali picchi di carico, dei veri e propri portali di sospendita.

Costruzione in tempi brevi. - Si è trattato di un problema di specifica competenza del cantiere ma che ha imposto al progettista sostanziali modifiche nelle metodiche di costruzione. Il problema è stato risolto con la tecnica delle sezioni prefabbricate anche di notevole peso. Nel bacino o sullo scalo di costruzione ha luogo un vero e proprio lavoro di assiemaggio di parti prefabbricate la cui accuratezza di costruzione dev'essere spinta al massimo. Con questo metodo è possibile prefabbricare e allestire intiere parti comprendenti anche alloggi.

Nel campo della marina mercantile dev'essere menzionato l'apparato a propulsione nucleare: Stati Uniti e Germania hanno realizzato apparati motori nucleari che avrebbero dovuto essere utilizzati, quali prototipi, su n. mercantili; sono infatti entrate in servizio la Savannah (americana) e l'Otto Hann (tedesca); le spese di esercizio si sono dimostrate tuttavia così elevate che le n. sono state tolte dal servizio e quindi i progetti devono essere ritenuti, per il momento, accantonati. Il rompighiaccio Lenin, realizzato in URSS, si è dimostrato invece, proprio per le peculiari funzioni (anche strategico-militari), funzionale sotto tutti i profili.

In seno alla marineria mercantile dev'essere annoverata un'altra significativa innovazione, cioè l'entrata in servizio di sottomarini tascabili con due o tre operatori e con funzioni di ricerca e di lavoro subacquei. Detti natanti sono una conseguenza della scoperta e quindi dello sfruttamento di vasti giacimenti petroliferi subacquei quali quelli a N della Scozia. Detti piccoli sottomarini possono scendere alla profondità di varie centinaia di metri, sono dotati di apparati televisivi subacquei, di manipolatori atti a eseguire vari tipi di lavoro, sono dotati di apparati elettronici subacquei che ne permettono la guida da una n. di appoggio.

Marina militare. - Anche nelle marine militari si sono registrate profonde modificazioni. L'ultimo conflitto mondiale (1939-45) aveva determinato il declino della "regina delle battaglie", cioè della corazzata o n. da battaglia; la portaerei aveva assunto il ruolo di cardine delle flotte. Nel frattempo, però, le successive circostanze avevano concorso nel modificare la strategia e quindi la derivante tattica navale con la conseguente necessità di disporre di unità navali profondamente diverse da quelle concepite e realizzate sino al 1960: la realizzazione di apparati motori nucleari per sottomarini e per n. di superficie; il declino del sommergibile sostituito dal sottomarino; lo sviluppo dell'arma nucleare e dell'arma missilistica; l'accresciuta minaccia sottomarina; lo sviluppo dell'aereo supersonico, la creazione di catene di satelliti artificiali di comunicazioni e osservazioni.

Apparati motori navali nucleari. - La disponibilità di un simile apparato ha permesso, in un primo tempo, di materializzare quanto Giulio Verne aveva concepito con la propria fantasia, cioè un sottomarino il cui apparato motore non avesse bisogno dell'ossigeno dell'aria atmosferica e quindi potesse navigare lungamente in immersione. Stati Uniti prima e Russia poi si sono impegnate in una corsa tecnica in quanto nel sottomarino a propulsione nucleare hanno intravisto la possibilità di realizzare una base di lancio missilistica occulta e mobile. E la tecnica ha effettivamente realizzato detto tipo di base di lancio le cui caratteristiche operative essenziali sono: essere difficilmente individuabile e quindi difficilmente neutralizzabile per azione di ritorsione; essere mobile anche a quote molto profonde (300 m e più); essere veloce (30 ÷ 35 nodi e più); essere in grado di conoscere esattamente e continuamente la propria posizione rispetto a rotte già tracciate in precedenza e quindi essere in grado di poter effettuare lanci missilistici a medio raggio (2000 ÷ 3000 km) su bersagli designati con il minimo errore di centraggio.

Sommergibile-Sottomarino. - Poiché con l'apparato nucleare si potevano ottenere forti velocità continuative in immersione e quindi si potevano effettuare rapidi e notevoli spostamenti in modo occulto, è iniziato il declino del sommergibile che, con riserve di spinta anche del 20%, aveva scafi molto adatti anche alle navigazioni di superficie. Il sottomarino ha quindi preso il predominio in quanto con riserve di spinta aggirantesi sul 5% ha lo scafo progettato per navigazioni prevalentemente in immersione.

Nel campo dei sottomarini, oltre a quello nucleare missilistico con funzioni prettamente strategiche, è sorto il sottomarino atto a ricercare e colpire il precedente. E nato in tal modo il sottomarino "killer" di dimensioni molto ridotte, con apparato motore tradizionale diesel-elettrico-snorckel e quindi molto più economico e alla portata di marine non impegnate nuclearmente. Alcuni esempi:

sottomarino nucleare lanciamissili strategico statunitense della classe La Fayette: dislocamento in immersione 7320 t; 16 missili Polaris A-3; velocità in immersione superiore ai 30 nodi;

sottomarino nucleare lanciamissili strategico russo della classe "delta": dislocamento in immersione 9000 t; 12 missili a medio raggio; velocità superiore ai 30 nodi;

sottomarino "killer" italiano della classe Sauro: dislocamento in immersione sulle 1000 t; 6 tubi di lancio per siluri antisottomarini.

La tecnica è stata chiamata a risolvere, nel campo dei sottomarini, oltre ai problemi connessi con la propulsione e agli acciai atti a resistere a fortissime sollecitazioni (profondità di esercizio superiori anche ai 300 m) anche i seguenti: conoscenza esatta, istante per istante, della posizione in immersione; meccanismi atti a permettere il lancio di missili a medio raggio con testata nucleare stando in immersione; rigenerazione dell'aria ambiente durante le prolungate immersioni anche di due mesi (per i sottomarini nucleari strategici).

Sviluppo dell'arma nucleare. - Le unità militari moderne sono concepite per poter transitare indenni attraverso nubi di pulviscolo generato da scoppi di ordigni atomici. All'interno delle n. vengono costruiti dei veri e propri ridotti in cui si raccoglie l'equipaggio qualora insorga la citata minaccia. Detti ridotti hanno due caratteristiche fondamentali di allestimento: perfetti e sicuri impianti di aereazione a circuito chiuso; perfetti e sicuri telecomandi mediante i quali è possibile condurre a distanza sia l'apparato motore sia tutti i macchinari e gli apparati interessanti la navigazione, la ricerca, la scoperta aerea e subacquea e il combattimento.

Sviluppo dell'arma missilistica. - Ha determinato un radicale cambiamento delle armi di bordo. Il lanciatore missilistico ha sostituito il cannone come arma principale di offesa a media e grande gittata. Il cannone invece, oltre a diminuire il proprio calibro (gli attuali più usati sono: 127, 76, 57 mm), si è trasformato in una componente difensiva antiaerea e antimissilistica; quale componente antimissilistica è stato affiancato da mitragliere da 20, 37, 40 mm. Mentre sui sottomarini strategici esistono missili con gittate di 2000 ÷ 3000 km, sulle unità di superficie sono installati lanciatori per missili antinave-antiaerei-antisommergibili con gettate da poche migliaia di metri a 30 ÷ 40 km.

Sviluppo della minaccia sottomarina. - Il sottomarino a propulsione nucleare rappresenta oggi una pesante minaccia quale bombardiere di bersagli terrestri. Parimenti lo è anche per formazioni navali di qualsiasi tipo (militari o convogli mercantili). Il lancio di missili a testata nucleare può infatti avere come obbiettivo proprio una formazione navale intercettata e tenuta sotto controllo da osservatori vari segnalanti la posizione avversaria. Inoltre, il sottomarino può anche essere armato di siluri a lunga gittata con cariche nucleari aventi funzioni sia offensive che difensive.

Sviluppo dell'aereo supersonico. - La velocità di detto aereo ha modificato radicalmente la difesa antiaerea dell'unità militare. La tecnica, in continua evoluzione, ha già fornito radar sempre più sofisticati e atti a intercettare gli aerei a distanze sempre maggiori. Detti radar, con altrettanti sofisticati calcolatori elettronici delle centrali di tiro, sono l'origine dei dati di lancio o di tiro delle armi di bordo (missili, cannoni, mitragliere). Altre apparecchiature elettroniche possono seguire contemporaneamente sia l'aereo avversario sia il missile lanciato per modificarne in volo la traiettoria.

In linea di massima, su un'unità di medio tonnellaggio (5000 ÷ 8000 t) può esistere la seguente copertura antiaerea: missili per la difesa lontana (30.000 ÷ 40.000 m); cannoni per la difesa a distanze inferiori (10.000 ÷ 15.000 m), cannoni e missili per la difesa a distanze ancora inferiori; mitragliere per la difesa a distanze di poche migliaia di metri. In merito, è da mettere in evidenza che detta difesa è oggi concepita anche con funzione antimissile. L'ultimo conflitto arabo-israeliano (guerra del Kippur) ha confermato la validità di detta funzione con i successi conseguiti da motocannoniere israeliane che hanno abbattuto con mitragliere missili mare-mare in arrivo.

Creazione di catene di satelliti artificiali. - Oggi inizia a essere problematico l'occultamento di un'unità navale. I satelliti artificiali sono apparecchiature che permettono una continua osservazione di quanto avviene in una determinata zona più o meno vasta. È implicito quindi che il fattore sorpresa, valido sino agli anni Sessanta, debba ritenersi non più troppo valido. Perciò, marine militari, che possono usufruire di simili catene di osservazione, quali la statunitense e la sovietica, debbono pensare a idonee contromisure trasformando le proprie n. di maggiore tonnellaggio in vere e proprie centrali di guerra elettronica. Da qui l'installazione a bordo di complesse apparecchiature la cui presenza è indicata da decine di antenne di dimensioni e forme le più varie. Vedi tav. f. t.

Esempi di unità navali militari.

Portaerei di attacco a propulsione nucleare, statunitense, classe Nimitz: dislocamento 91.400 t; lunghezza 317 m; velocità 30 nodi; 100 aerei (cacciabombardieri-cacciasommergibili-osservazione); 6100 uomini di equipaggio compreso il personale di volo, missili antiaerei e antinave, difesa antisommergibile.

Portaerei con varie funzioni, sovietica, classe Kiev: dislocamento 40.000 t; lunghezza 282 m; velocità 30 nodi; 50 aerei imbarcati; difesa antimissili e antiarea, missili antinave, cannoni antiaerei e antimissili da 57 mm.

Incrociatore a propulsione nucleare, statunitense, classe Virginia: dislocamento 11.000 t; lunghezza 177 m; velocità 30 nodi; 2 elicotteri antisommergibili, missili antinave e antiaerei, siluri antisommergibili.

Cacciatorpediniere di scorta, italiano, classe Audace: dislocamento 4400 t; lunghezza 136 m; velocità 33 nodi; cannoni da 127 mm compatti a tiro rapido con funzioni antinave e antiaerei, siluri antisommergibili, elicotteri antisommergibili.

Fregata di scorta, italiana, classe Lupo: dislocamento 2500 t; lunghezza 106 m; velocità 34 nodi (con turbine a gas); cannone da 127 mm antinave e antiaereo, siluri antisommergibili, elicottero antisommergibile.

Corvetta di scorta, sovietica, classe Nanuchka: dislocamento 800 t: velocità 32 nodi, missili antinave, cannoni antiaerei da 57 mm.

Aliscafo cannoniera, italiano, classe Sparviero: dislocamento 60 t; velocità 50 nodi; missili antinave; cannone antiaereo da 76 mm compatto a tiro rapido.

Bibl.: Jane's Fighting ships, Londra 1976-77; Riviste marittime, mensile della Marina militare italiana.

Aliscafi. - Sia nelle marine civili sia in quelle militari sono oggi impiegati comunemente per particolari servizi molti tipi di aliscafi, la cui sostentazione è dovuta alla spinta idrodinamica che si esercita alle alte velocità sulle alette idroplane di cui sono dotati (v. idroplano, XVIII, p. 765). Il dislocamento di questi mezzi navali ha raggiunto e superato le 150 t per unità con una media che si aggira tra le 50 e le 100 tonnellate. Per scopi civili sono impiegati per il trasporto di passeggeri su brevi percorsi di collegamento di località costiere e lacuali o di isole. Il numero di passeggeri trasportati è generalmente intorno ai 50 ÷ 70, ma arriva oggi anche oltre i 250 nei più grandi; la velocità massima varia dai 35 ai 50 nodi. Per scopi militari gli aliscafi sono impiegati come vedette e cannoniere veloci armate con missili superficie-superficie e cannoni di piccolo calibro a tiro rapido.

Tutti gli aliscafi di recente costruzione sono dotati di sistemi di stabilizzazione, spesso del tipo automatico comandato da giroscopio pilota; la propulsione è ottenuta con elica disposta in modo da rimanere immersa anche quando l'aliscafo si solleva sulle alette idroplane: nei tipi più recenti tuttavia, specialmente militari, si va diffondendo la propulsione a getto d'acqua anziché a elica in modo da limitare il pescaggio a scafo immerso e permettere di accostare in acque basse; per la stessa esigenza molti aliscafi sono provvisti di alette retrattili. Vedi tav. f. t.

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