Mouse

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fig.

Dispositivo di puntamento del personal computer, ideato da D. Engelbart, che permette di controllare la posizione del cursore sullo schermo dell’unità cui è collegato. È costituito da una piccola scatola dotata di uno o più pulsanti, le cui funzioni dipendono dal contesto, e di una o più rotelle di scorrimento (che permettono di scorrere rapidamente le immagini a video). Può essere collegato al calcolatore con o senza cavo: nel primo caso si utilizzano generalmente le porte PS/2 o USB; nel secondo, si utilizzano gli infrarossi o collegamenti radio, quali bluetooth e WiFi. I primi m. erano collegati via cavo al dispositivo e la loro forma richiamava quindi l’immagine di un topo dalla lunga coda, da cui il nome. Nei m. meccanici (i primi a essere prodotti), il movimento degli stessi sul piano del tavolo si traduce, mediante una conversione meccanico-ottico-elettrica, nel movimento del cursore sullo schermo. Un m. meccanico (fig.) contiene una sfera (a) che appoggia sul piano di lavoro e si muove quando il m. stesso viene trascinato: il moto della sfera viene trasmesso a 2 alberini posti ad angolo retto tra loro e solidali a due rulli (b) e a due dischi (c) che presentano dei fori nella periferia. Ciascuno dei dischi forati, nel suo movimento di rotazione, interrompe un fascio di luce prodotto da un LED (d) e raccolto da un fotodiodo (e): a ogni interruzione corrisponde un impulso elettrico, elaborato da un microprocessore (f). Uno o più tasti (g) attivano particolari funzioni quando il cursore sullo schermo del computer è posizionato in punti determinati. Nei m. ottici si utilizza un LED e un fotodiodo per rilevare i movimenti degli stessi rispetto alla superficie su cui poggiano. Nei m. laser il LED è è stato sostituito da un laser.

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