MOSTO

Enciclopedia Italiana (1934)

MOSTO

Giovanni Dalmasso

Con la parola "mosto", senz'altre aggiunte, in Italia dal punto di vista merceologico e legale, s'intende il succo proveniente dalla pigiatura dell'uva. Il componente più abbondante di esso è l'acqua: ve ne è dal 70 all'80%; ma quello più importante economicamente e fisiologicamente è lo zucchero (zucchero invertito), che è contenuto in quantità variabili da 12 a 28 e più per cento (più frequentemente da 16 a 22). Seguono gli acidi organici (tartarico, malico, ecc.), i sali di detti acidi, le sostanze azotate, tanniche, minerali, ecc.

Per lo più il mosto viene trasformato in vino con la fermentazione alcoolica. Ma può anche essere consumato come tale, per bevanda o per cura. In questo caso, per facilitarne la conservazione e il commercio s'usa molto concentrarlo, o a caldo o a freddo. Meno diffusi sono da noi i mosti sterilizzati, detti anche impropriamente "vini senz'alcool", i quali hanno trovato e trovano invece largo consumo nei paesi anglo-sassoni, e specialmente nell'America Settentrionale.