MORTO da Feltre

Enciclopedia Italiana (1934)

MORTO da Feltre

Lionello Venturi

Lorenzo Luzzo, detto M. da F., pittore, operò al principio del sec. XVI; morì tra la fine del 1526 e il principio del 1527. Già dal Vasari è ricordato con quel soprannome e fu confuso con un Pietro Luzzo detto lo Zarotto morto capitano della Serenissima a Zara. Egli occupa una strana posizione eclettica tra la scuola veneta e la scuola romana. La più antica data in cui ci è possibile seguirlo è verso la fine del sec. XV a Roma. Sappiamo che nel 1505 fu a Firenze a copiare i cartoni di Leonardo e di Michelangelo e che vi si trattenne alcuni anni. Nel 1508 dovette trovarsi a Venezia poiché lavorò con Giorgione nel Fondaco dei Tedeschi, le cui pitture furono in quell'anno terminate. Nel 1511 dipinse per la chiesa di S. Stefano a Feltre la pala ora conservata nel museo di Bonn che porta la data 1511 e la firma Laurencius Lucius Feltren.is pinget. Compì il suo capolavoro con l'affresco della chiesa di Ognissanti a Feltre, che porta la data del 1522.

Tutte le opere che possediamo sono posteriori all'educazione giorgionesca e rivelano motivi tratti da Giorgione, da Palma il Vecchio, da Tiziano e da Raffaello. L'influsso di Raffaello si oppone a quello di Giorgione, la purificazione ideale allontana il pittore dalla realtà perseguita a Venezia. Le forme divengono stentate, studiate, non libere, accademiche. Questo appare chiaramente nella menzionata pala datata e firmata del museo di Bonn e nelle altre del maestro, che formano con questa un gruppo omogeneo, nella pala del museo di Feltre proveniente dalla chiesa di Caupo e in quella della chiesa di Villabruna presso Feltre.

Ma in un'opera egli riuscì a fondere questi elementi disparati in un colorito originale, e cioè nell'affresco della chiesa di Ognissanti rappresentante Cristo che appare ai Ss. Antonio abate e Lucia, ove, pur imitando in gran parte da Raffaello e quasi copiando uno dei santi da Giorgione, giunge al capolavoro.

Bibl.: L. Venturi, in L'Arte, XIII (1910), pp. 362-376; id., Giorgione e il Giorgionismo, Milano 1913, pp. 212-215; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, iii, Milano 1928, pp. 549-560; id., in L'Arte, XXXIII (1930), pp. 473-475; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con bibl.); B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932.

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