ROSA, Monte

Enciclopedia Italiana (1936)

ROSA, Monte (A. T., 17-18-19)

AIdo Sestini

Imponente gruppo montuoso nelle Alpi Pennine, per altezza massima (4638 m.) secondo solo al Monte Bianco tra le montagne d'Europa. Il nome, che appare solo nei secoli XV e XVI (Monte della Roisa), sembra significhi ghiacciaio (roiza, roise, ecc.). Il Monte Rosa è un tratto della catena di spartiacque e i suoi limiti sono mal definiti. In senso lato si estende dal colle del Teodulo (3322 m.) al Passo Neu Weissthor (3645 m.; altri preferiscono il Passo di Monte Moro, 2862 m.); in senso più ristretto è l'insieme delle cime tra il Colle del Lys e la Punta Nordend. L'area del gruppo è di circa 290 kmq., l'altezza media prossima a 2900 m. La cresta, in gran parte elevata più di 4000 m. e seguita fedelmente dal confine italo-svizzero, ha daprima direzione da ovest a est, poi da sud a nord; di conseguenza il versante svizzero, meno acclive dell'italiano, risulta complessivaente concavo e i zolchi vallivi, riempiti dal ghiaccio, vi converono e si riuniscono. Dal lato italiano invece divergono verso sud e oriente diverse valli molto profonde: Valle d'Ayas (T. Evançon), Val di Gressoney (T. Lys), Valsesia (F. Sesia), Valle Anzasca (T. Anza). Le cime principali, procedendo da ovest a est lungo la cresta, spesso formata da neve e ghiaccio, sono: Gobba di Rollin m. 3908, Breithorn m. 4171 e 4148, i Gemelli (Zwillinge), cioè Polluce m. 4097 e Castore m. 4230, Lyskamm m. 4478 e 4538, Ludwigshöhe m. 4344, Punta Parrot m. 4463, Punta Gnifetti (detta anche Signalkuppe) m. 4559, Punta Zumstein m. 4561, Punta Dufour o Höchste Spitze m. 4638 (più cime la cui altezza differisce di pochi metri; la più alta si trova in territorio svizzero), Nordend m. 4612, Gran Fillar m. 3680, Cima di Jazzi m. 3818. Un po' a sud della cresta, in territorio italiano, si trovano la Piramide Vincent m. 4215 e la Punta Giordani m. 4055.

Sul versante svizzero non meno di sette ghiacciai si riuniscono per dare origine al grande ghiacciaio del Gorner, che tiene il secondo posto tra i ghiacciai alpini, con kmq. 67,3 di area e 14 km. di lunghezza. Dalla cresta attorno al Neu Weissthor scende il Ghiacciaio di Findelen (kmq. 20,9, lungh. km. 9 circa). Le acque di questi due ghiacciai sono tributarie della Mattervisp e quindi del Rodano. Sul versante italiano i ghiacciai maggiori sono quelli di Verra, del Lys (area kmq. 10,5, lungh. km. 6,2) e di Macugnaga (kmq. 8 e km. 6,4). Il limite delle nevi è molto elevato, intorno a 3250 m. (limite del bosco a circa 2300 m.).

Il Monte Rosa è costituito da un potente nucleo di gneiss spesso ghiandolari, veri graniti laminati, con una copertura di parascisti diversi (micascisti, gneiss sericitici, ecc.), apparentemente disposti a cupola e facenti parti della falda V (detta appunto del Monte Rosa) delle Pennidi. Alla periferia, specialmente verso occidente, compaiono i calcestiti con pietre verdi.

Una comitiva di alpigiani di Gressoney, alla ricerca di una favolosa "valle perduta" avrebbe raggiunto la cresta presso il Colle del Lys (Lysjoch, m. 4277) nel 1778, secondo una tradizione locale. Ma la vera storia alpinistica del Rosa s'inizia nel 1801 con la salita alla Punta Giordani effettuata il 23 luglio di quell'anno da Pietro Giordani, medico ad Alagna (non è del tutto provato che fosse raggiunta la vetta). Seguirono le ascensioni di H. Maynard, francese, al Breithorn (1813), di Nicola Vincent, di Gressoney, alla piramide che da lui prese nome (1819), dello stesso con G. Zumstein ed altri alla Punta Zumstein (1820), dell'austriaco Ludwig von Velden alla Ludwigshöhe (1822). Maggior rinomanza ebbe però la salita alla Punta Gnifetti, compiuta il 9 agosto 1842 con alcuni compagni da Don Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna, dopo tre tentativi infruttuosi. La Punta Dufour fu raggiunta nel 1848 da due guide di Zermatt e, tre anni dopo, da E. ed A. Schlagintweit; ma il suo vertice più alto fu scalato il 31 luglio 1851 da una carovana inglese (J. G. e Chr. smith, Hudson, morto poi sul Cervino, Birkbeck, Stevenson) con quattro guide: Anche il Lyskamm fu raggiunto la prima volta da inglesi (1861). La prima ascensione invernale al Monte Rosa si deve a V. Sella.

Il Monte Rosa, che è ben visibile da gran parte della pianura padana, è oggi molto frequentato dagli alpinisti e possiede diversi rifugi. Particolare menzione merita la Capanna Osservatorio Regina Margherita sulla Punta Gnifetti a 4559 m., costruita nel 1893 (la Regina Margherita vi pernottò il 18-19 agosto di quell'anno), prezioso centro di studio, specie meteorologico, delle alte regioni alpine.

V. tavv. XXXV e XXXVI.

Bibl.: A. Durio, Bibliografia alpinistica storica e scientifica del gruppo del Monte Rosa, Novara 1925 (supplem. in Riv. C. A. I., 1927); E. Fasana, Il Monte Rosa (vicende, uomini ed imprese), Milano 1931.