MONOROTAIA

Enciclopedia Italiana (1934)

MONOROTAIA

Alfonso Maffezzoli

. Sotto questo nome vanno alcuni tipi di trasportatori impiegati all'intermo di stabilimenti industriali o depositi di merci e materiali, ecc., ovvero per soprapassare impianti sottostanti come ferrovie, banchine, ecc., o anche per raccordare tra loro le funi portanti nelle stazioni delle funivie. Se è destinata a trasporto di viaggiatori la monorotaia assume il nome di ferrovia monorotaia.

I trasportatori monorotaia hanno la via di scorrimento a una certa altezza dal suolo: offrono quindi il vantaggio del minimo ingombro. La via è costituita da una trave a doppio T di profilo normale, di peso variabile da 41,6 a 91,8 kg. a metro lineare, opportunamente sospesa o sostenuta. Lo scorrimento del carrello può avvenire superiormente, ovvero sulle ali inferiori (fig.1). Ove si tratti di carichi rilevanti, alle ali inferiori del doppio T sono collegate due rotaie tipo Vignole, con che si consegue un piano di rotolamento più perfetto. Nelle stazioni di funivie si preferisce l'impiego di una rotaia a doppio fungo, di peso, a m., variabile a seconda dei carichi. Nelle monorotaie può effettuarsi la sola traslazione dei carichi, ovvero, insieme, anche il sollevamento. La monorotaia assume allora anche il nome di paranco scorrevole. Nel primo caso il carrello a cui è sospeso il carico è costituito di un telaio o staffa che porta due o quattro ruote secondo che lo scorrimento avviene superiormente o sulle ali inferiori (fig. 2). Nel secondo caso al carrello è unito il paranco. Per carichi limitati la traslazione si effettua a mano, per carichi rilevanti si adotta il comando elettrico. Può peraltro utilizzarsi per la trazione una catena continua. In tal caso si ha la monorotaia continua (fig. 3). Nella monorotaia continua a catena, se lo scarico si effettua durante il moto, la velocità varia fra i 6 e i 12 metri al 1′. Con carichi rilevanti, ovvero con carichi speciali, come ad es., masselli incandescenti d'acciaio e simili, lo scarico si effettua a impianto fermo. La velocità può in tal caso essere aumentata e può trovare preferibile impiego la fune metallica. Nella ferrovia monorotaia la via è costituita da una rotaia affidata a una struttura portante, generalmente in ferro (fig. 4). La cassa dei veicoli non differisce da quella degli ordinarî veicoli ferroviarî, ed è sospesa elasticamente a due carrelli, ciascuno avente due ruote. La trazione è elettrica, la presa di corrente a pattino strisciante su apposita rotaia. I treni possono essere formati di due o tre vagoni; la velocità di esercizio non supera i 24 km. all'ora. La costruzione di una ferrovia di tale tipo, lunga km. 13,3, fu ultimata nel 1901 lungo la Wupper.

Oltre la ferrovia monorotaia sopraindicata, va ricordata anche quella costruita da George Bennie a Milngavie nella Scozia. Essa è lunga circa due chilometri, e attraversa l'insenatura del Firth of Forth. La propulsione è ad elica e la velocità raggiunta è stata di 240 km./ora.

Infine per quanto non abbia avuta applicazione industriale, un tipo di ferrovia monorotaia è quello in cui i veicoli sono stabilizzati utilizzando la proprietà fondamentale del girostato, per la quale il movimento dell'asse del girostato stesso, in un piano determinato a, dà luogo a una reazione in un piano β normale ad α.

Nel sistema Brennan i girostati sono due, ad asse orizzontale e girano in senso inverso; ciò allo scopo di ottenere che in curva i moti di precessione siano di senso opposto, e la risultante dei momenti cinetici sia nulla. Per identiche ragioni nel sistema Scherl i girostati sono pure due e girano in senso inverso. Essi però in tale sistema sono ad asse verticale. Scarse notizie si hanno circa il sistema Schilowsky perché sono stati mantenuti segreti i particolari di costruzione.

Bibl.: Engineering, 1907, I, Zeitschr. des Ver. deut. Ing., 1910; IV; Notiziario tecnico del Ministero delle comunicazioni, IV, 4.

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