Monfalcone

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Comune della prov. di Gorizia (20,5 km2 con 27.825 ab. nel 2008), situato a 7 m s.l.m., a breve distanza dalla costa del Golfo di Panzano, alle falde del Carso triestino-goriziano. Il nucleo originario, sorto intorno alla Rocca (o Falcone), è ormai relegato in posizione periferica, mentre la parte moderna dell’abitato, a pianta regolare, si estende sulle due rive del Canale Valentinis e si salda a S con il popoloso sobborgo industriale di Panzano. L’economia si basa sull’attività industriale del settore navalmeccanico al quale si affiancano le industrie elettromeccaniche, chimiche, delle materie plastiche, tessili, alimentari e del legno.

La città antica sorse su un’isola (Paciana o Pacioli), poi congiunta alla terraferma. Fin dal 13° sec. il comune di M. fu il caposaldo difensivo, verso la contea di Duino, del patriarcato di Aquileia. Passata alla Repubblica di Venezia (1445), essendo posta ai piedi del Carso tedesco M. ne divenne la sentinella avanzata. Dopo il crollo dello Stato veneziano (1797) e la parentesi francese fu parte integrante dell’Impero austriaco, con tutto il territorio a E dell’Isonzo, staccato dal Friuli, e restò all’Austria anche dopo l’annessione all’Italia delle province venete (1866). Durante la Prima guerra mondiale fu conquistata dalle truppe italiane il 9 giugno 1915; dopo oltre due anni di guerra combattuta sulle alture vicine, fu abbandonata agli Austriaci nel novembre 1917 e rioccupata definitivamente un anno dopo.

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