Modulazione

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

modulazione


modulazióne [Der. del lat. modulatio -onis, dal part. pass. modulatus di modulare (→ modulatore)] [LSF] Operazione consistente nel variare in un certo modo voluto il valore di una determinata grandezza; a seconda della natura di questa si parla di m. d'ampiezza, di fase, ecc. di una corrente alternata, di un segnale acustico, elettrico, ottico, ecc. ◆ [ELT] Nei sistemi di telecomunicazione, operazione mediante la quale l'informazione da trasmettere viene trasferita su un segnale di base (portante), del quale si modifica una delle caratteristiche, quale l'ampiezza, la frequenza, la fase, l'intensità, ecc. e, nel caso di segnali impulsivi, la durata, ecc. (raram. più di una di queste caratteristiche), parlandosi, corrisp., di m. d'ampiezza, di frequenza, ecc.: v. modulazione di segnali. La fig. mostra schematicamente il diagramma e lo spettro di frequenza di alcuni tipi di modulazione. ◆ [ELT] [OTT] M. acustoottica: sfrutta la diffrazione della luce da parte di onde acustiche: v. modulazione della luce: IV 80 a. ◆ [ELT] M. a impulsi codificati (sigla PCM): v. modulazione di segnali: IV 81 c. ◆ [ELT] M. analogica: lo stesso, a seconda dei casi, di m. d'ampiezza, di frequenza o di fase, in quanto il segnale modulante fa variare in modo proporzionale una di queste grandezze: v. modulazione di segnali: IV 83 c. ◆ [ELT] M. angolare: la m. di frequenza e di fase, che fanno variare l'argomento della funzione sinusoidale esprimente il segnale portante: v. modulazione di segnali: IV 83 c. ◆ [ELT] M. composita: quella che opera contemporaneamente su due grandezze indipendenti di un segnale, per es,. l'ampiezza e la frequenza di un segnale sinusoidale: v. modulazione di segnali: IV 84 e. ◆ [ELT] M. d'ampiezza (sigla AM): v. modulazione di segnali: IV 82 c. ◆ [ELT] M. d'ampiezza di impulsi (sigla PAM): v. modulazione di segnali: IV 81 f. ◆ [ELT] M. d'ampiezza in quadratura: v. modulazione di segnali: IV 82 e. ◆ [OTT] M. della luce: l'insieme delle tecniche per modulare una portante luminosa allo scopo di trasmettere informazioni: v. modulazione della luce. ◆ [ELT] M. di fase (sigla PM) analogica e numerica: v. modulazione di segnali: IV 83 c, f. ◆ [ELT] M. di fase differenziale: v. modulazione di segnali: IV 84 b. ◆ [ELT] M. di frequenza (sigla FM) analogica e numerica: v. modulazione di segnali: IV 83 c, 84 c. ◆ [ELT] M. di posizione di impulsi (sigla PPM): v. modulazione di segnali: IV 82 b. ◆ [ELT] M. di una portante sinusoidale: v. modulazione di segnali: IV 82 b. ◆ [ELT] [OTT] M. elettroottica: sfrutta l'effetto elettroottico lineare Pockels o quello quadratico Kerr: v. modulazione della luce: IV 80 c. ◆ [ELT] M. impulsiva: v. modulazione di segnali: IV 81 b. ◆ [ELT] M. impulsiva codificata: particolare tipo di modulazione impulsiva nota anche con la sigla PCM, dell'ingl. Pulse Code Modulation: v. modulazione di segnali: IV 81 c. ◆ [ELT] [OTT] M. incrociata (ingl. cross modulation): in un radioricevitore, fenomeno che si verifica nelle località in cui sia presente un intenso campo a radiofrequenza, per es. quello generato da una stazione potente e vicina: può allora accadere che l'emissione di questa stazione sia udita anche sintonizzando il ricevitore su stazioni di frequenza diversa. Il fenomeno è dovuto alla presenza di elementi non lineari nel circuito d'ingresso del ricevitore (v. anche oltre: M. parassita). ◆ [ELT] [OTT] M. magnetoottica: sfrutta l'effetto magnetoottico Faraday: v. modulazione della luce: IV 80 e. ◆ [ELT] M. negativa e positiva: nella tecnica televisiva, è la m. d'ampiezza caratterizzata dal fatto che a un aumento di luminosità dell'immagine corrisponde, rispettiv., una diminuzione oppure un aumento dell'ampiezza dell'onda emessa, per cui il livello massimo del segnale corrisponde al nero oppure, rispettiv., al bianco dell'immagine; la m. negativa ha il vantaggio di rendere meno visibili i disturbi (che danno guizzi verso il nero, assai meno fastidiosi che i guizzi luminosi che si avrebbero con la m. positiva) e di permettere l'uso del circuito intercarrier nei ricevitori; le emissioni televisive nello standard CCIR, seguito anche dall'Italia, sono appunto a m. negativa. ◆ [ELT] M. parassita: m. indesiderata che si riscontra talora, nella ricezione, in una radioonda a opera di un'altra; può essere provocata da m. incrociata (v. sopra) nel ricevitore o da interazione delle due onde nella loro propagazione ionosferica (in tal caso si parla anche di m. ionosferica: v. ionosfera: III 311 b). ◆ [ELT] Funzione di trasferimento di m.: → Modulation Transfer Function. ◆ [ELT] Indice, o grado o percentuale o profondità, di m.: grandezza, definita in vario modo nei vari sistemi di m., che esprime il rapporto tra il segnale modulante e quello modulato (portante); per es., nel caso della m. d'ampiezza di una portante sinusoidale con un segnale parimenti sinusoidale, è il rapporto percentuale tra l'ampiezza m del segnale modulante e l'ampiezza p della portante, potendo variare dunque da 0 (assenza di m.) a meno di 100 % (sottomodulazione: fig. 1) passando poi per il 100 % (m. piena: fig. 2) e oltrepassando infine tale valore (sovramodulazione: fig. 3; quest'ultima condizione è da evitare a causa delle gravi distorsioni che essa introduce).

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