Feudale, modo di produzione

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

feudale, modo di produzione

Massimo Fornasari

Concetto elaborato dalla metà del 19° sec. da K. Marx e dalla successiva tradizione marxista, nell’ambito della cosiddetta concezione materialistica della storia. Secondo tale scuola, esso rappresentava la sintesi della dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione prevalenti nella formazione economico-sociale dominante nel lungo periodo di tempo intercorso tra il crollo dell’Impero romano e le rivoluzioni borghesi (inglese, americana e francese) dell’Età moderna. Il modo di produzione f. avrebbe pertanto preceduto cronologicamente quello capitalistico (➔ capitalismo p).

Caratteristiche del modo di produzione feudale

Le sue specificità, rispetto agli altri modi di produzione che caratterizzarono la storia delle società umane, consistevano sia nelle modalità di impiego del lavoro – di tipo servile – sia nel contesto economico in cui esso veniva erogato – un contesto eminentemente rurale, caratterizzato dalla preminenza della signoria terriera: «il modo di produzione feudale emerso in Europa occidentale […] era un modo di produzione dominato dalla terra e dall’economia naturale in cui né il lavoro né i prodotti del lavoro costituivano merce» (P. Anderson, Dall’antichità al feudalesimo‚ 1978). I coltivatori erano uniti ai mezzi di produzione (la terra) da uno speciale legame di natura sociale. I contenuti giuridici di tale legame definivano la loro condizione di servi, in base alla quale essi erano adscripti glebae e limitati nella loro mobilità. La classe dei signori f., possessori e/o proprietari della terra, si appropriava di parte del lavoro contadino mediante obblighi di natura istituzionale; il surplus (➔) assumeva la forma di rendita (➔ rendita della terra) inizialmente in natura, poi in denaro, o attraverso prestazioni lavorative obbligatorie, le corvées.

Il contributo degli storici medievalisti

La mancata elaborazione da parte di Marx di una teoria complessiva del feudalesimo determinò il prevalere a lungo, tra gli storici marxisti, di una scarsa «penetration directe dans la matière historique» (G. Bois, Féodalisme, in A. Burguiere, Dictionnaire des science historiques, 1986). Le difficoltà concettuali dell’espressione ‘modo di produzione f.’ e della concezione strutturale a esso sottesa vennero così poste al vaglio degli storici del Medioevo a partire dal lavoro di M. Bloch La société féodale (2 voll., 1939-40). Esso contribuì a dissipare la confusione tra signoria e feudo (inteso come dono), rivalutando l’importanza dei rapporti giuridici di vassallaggio, che legavano, all’apice della società, il signore al suo beneficato, e tenendoli distinti dai rapporti asimmetrici tra proprietari e contadini, che qualificavano piuttosto l’organizzazione della signoria. Questa distinzione venne poi seguita e approfondita dalla successiva storiografia medievistica.

Il contributo della storiografia marxista

Nel corso degli anni 1960, la storiografia marxista cercò a sua volta di precisare il concetto di modo di produzione feudale. Fu, in particolare, lo storico polacco W. Kula a elaborare nel 1962 una Teoria economica del sistema feudale. Il funzionamento del sistema economico f. venne definito sulla scorta delle leggi che «regolano il volume del surplus economico e la sua utilizzazione» nel breve e nel lungo periodo. L’esigenza di approfondire lo schema marxiano, che prevedeva – come concausa – la prospettiva dell’ampliamento del mercato come fattore dissolutore del modo di produzione f., era in realtà già emersa nel corso del dibattito sulla transizione dal feudalesimo al capitalismo, sviluppatosi a partire dai primi anni 1950 e prolungatosi poi sino agli anni 1970. Il dibattito, avviato dalla pubblicazione del libro di M. Dobb, Studies in the development of capitalism (1946), impegnò alcuni tra i principali storici ed economisti di orientamento marxista e si imperniò sull’individuazione dei fattori di contraddizione del modo di produzione f. (‘interni’ ed ‘esterni’), che avrebbero consentito in alcune aree dell’Europa il passaggio al capitalismo. Uno degli esiti più importanti fu quello di evidenziare una transizione durata così a lungo da mettere in seria discussione la dominanza del modo di produzione f. nel corso dell’Età moderna.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata