MODENA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

MODENA

Leandro PEDRINI

(XXIII, p. 513; App. I, p. 856; II, 11, p. 337). La città, dopo la ricostruzione delle gravi distruzioni dovute alla guerra, ha continuato l'espansione secondo le direttrici che già si erano manifestate negli anni precedenti: la Via Emilia, che divide l'aggregato urbano in due parti pressoché uguali, rappresenta tuttora l'asse direzionale dello sviluppo, mentre la ferrovia costituisce un ostacolo verso settentrione che la costruzione del cavalcavia sulla strada per il Brennero non ha eliminato. Il miglioramento della rete stradale urbana verso ponente, con la costruzione del cavalcavia sullaVia Emilia, ha invece favorito l'espansione dell'abitato in questa direzione dove un'area fra la ferrovia e l'Autostrada del Sole è stata destinata al Villaggio Artigiano, il quale sta divenendo un quartiere misto, residenziale e industriale, adiacente alla più antica zona industriale. Verso levante, ai due lati della Via Emilia, si sono localizzate numerose attività industriali di piccola e media grandezza e, più all'interno, lungo nuove strade, viene formandosi un quartiere residenziale di piccole e medie abitazioni con giardini, fra le quali il fatto di maggior spicco è il nuovo villaggio residenziale INA-casa. Altro fatto formale e funzionale è il nuovo ospedale Maggiore che sorge ai margini dell'abitato, verso sud-est, e con la sua mole e altezza imprime una nuova fisionomia al panorama della città. La più recente area di espansione, ed anche la più estesa, è quella fra le strade per l'Abetone e per Vignola, a sud-sud-est, dove l'abitato non ha trovato ostacoli preesistenti e dove solo l'ancora distante Autostrada del Sole costituisce un limite invalicabile.

La popolazione della città, secondo il censimento del 1951, era di 75.276 ab.; di 81.395 quella del comune. Nel 1959 questo contava 130.910 ab. per la notevole immigrazione dalla montagna e dalla bassa pianura.

L'economia cittadina, già basata sulle attività trasformatrici e del commercio dei prodotti dell'agricoltura, ha subìto una recente trasformazione in senso industriale per il sorgere di numerose fabbriche di maglierie e confezioni, di attrezzature frigorifere e di macchinarî per industrie alimentari e meccaniche. Buona ripresa hanno avuto nel dopoguerra anche l'industria delle automobili, accessorî e carrozzerie speciali, come pure le fonderie, già fiorenti prima della guerra. Gli addetti all'industria sono oggi circa il 40% della popolazione attiva del comune; le attività terziarie ne impiegano il 25%, l'agricoltura il 20%. Vedi tav. f. t.

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