Moda

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

moda

Haya al Shawwa

Industria collegata al fenomeno sociale di un determinato momento storico e di una data area geografica e culturale, consistente nell’assunzione di modelli estetici e comportamentali, nel gusto, nello stile e nelle forme espressive.

Relativamente ai meccanismi economici, la m. è una tendenza che influisce sulla domanda di alcuni beni e servizi per un periodo limitato di tempo (di solito 6 mesi), come, per es., la richiesta su specifici telefoni cellulari, computer, oggetti di arredamento per la casa eccetera. Tradizionalmente, e ancora nel 21° sec., il termine si attribuisce prevalentemente agli stili di abbigliamento e al vestiario.

L’industria della moda

L’origine dell’industria della m. risale alla prima metà del 19° sec., quando la maggior parte dei capi di abbigliamento che venivano realizzati a mano, su misura, passarono dalla fase di produzione casalinga alle sartorie. Dalla metà del 19° sec., grazie a telai meccanici e macchine per cucire, Parigi inaugurava la produzione di modelli in serie, mentre con gli abiti di C.F. Worth, creativo prima che sarto, presentati in maniera affatto inusuale per le abitudini della Francia del Secondo impero e delle corti europee, nasceva l’elitaria haute couture (1860) delle maisons parigine, dove via via si affermarono i grandi stilisti francesi. Dall’inizio del 20° sec., con l’ingresso delle nuove tecnologie, l’ascesa del capitalismo globale, lo sviluppo del sistema di produzione di fabbrica e l’aumento di punti vendita come i grandi magazzini, l’industria della m. si convertiva nella produzione di massa.

In Italia, la m. e l’alta m. ebbero slancio dalla seconda metà del 20° sec. sino al consolidamento di una propria forte identità con grandi stilisti, da Armani a Gucci, da Krizia e Fendi a Prada, Missoni, Versace ecc., che hanno creato in tutto il mondo il mito dell’‘Italian style’.

Produzione globale

Negli anni 2000, l’industria della m. rappresenta una quota significativa nella produzione globale, con ampio utilizzo delle catene di offerta: il design realizzato in un Paese, la produzione in un altro, e la vendita in tutto il mondo. Le imprese della m. sono diffuse e organizzate secondo una logica di filiera produttiva: le attività tendono a coprire tutte le fasi di vita del prodotto (fabbricazione, servizi, commercio), creando un sistema interconnesso.

All’interno del sistema m. si possono individuare 3 principali subfiliere: tessile e abbigliamento, calzature, accessori. La prima comprende la fabbricazione e la filatura di fibre tessili, tessitura e finissaggio per la produzione di maglieria e la confezione di abbigliamento (tessuto, pelli e pellicce). Le calzature coprono anche la preparazione e la concia del cuoio; gli accessori comprendono la produzione di borse e articoli da viaggio, montature per occhiali, orologi, oreficeria, gioielleria e bigiotteria.

Dalla produzione alla distribuzione

In termini produttivi, la catena di fornitura ha inizio con le fasi di lavorazione delle materie prime, per passare poi alla produzione e alla lavorazione dei tessuti e alla realizzazione di prodotti di abbigliamento, per terminare infine nella fasi di distribuzione e di vendita, accompagnate da varie forme di pubblicità e promozione. In termini commerciali, questa catena assume una direzione differente ed è trainata dalla richiesta dei consumatori, in un sistema di lean retailing, nel quale vengono costantemente monitorate le scelte di acquisto tramite il maggiore utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, come per es. l’utilizzo del codice a barre. In tale sistema, i lean retailers riforniscono i punti vendita su base settimanale. I dati sulle vendite sono estrapolati e analizzati nel corso del fine settimana così da inviare gli ordini di rifornimento ai produttori. Il produttore ha generalmente una settimana di tempo per soddisfare l’ordinativo (➔). I lean retailers più importanti sollecitano una consegna dei prodotti ordinati in soli 3 giorni. Questo sistema ha trasformato un’industria a basso contenuto tecnologico, in cui i lavoratori principalmente spostavano le scatole dal produttore al consumatore a seconda della disponibilità in magazzino, a un’industria nella quale l’attività principale è basata sullo scambio delle informazioni per far coincidere la produzione di beni e servizi e la domanda dei consumatori su base continua.