MOBILI

Enciclopedia Italiana (1934)

MOBILI (fr. meubles; sp. muebles; ted. Möbel; ingl. furniture)

Carlo Rodanò

Oggetti destinati all'arredamento interno degli edifici. La storia dei mobili è stata già svolta alla voce arredamento e a quelle dedicate ai singoli mobili. Pertanto si parlerà qui esclusivamente della costruzione di essi.

Costruzione. - La costruzione dei mobili è una delle più antiche arti industriali (v. arredamento) ed attualmente è una delle più diffuse in tutti i paesi del mondo. Negli ultimi 150 anni i metodi di lavorazione sono stati radicalmente modificati dall'introduzione di nuove macchine; ma le esigenze artistiche della produzione non hanno consentito di sostituire la macchina all'uomo nella stessa misura di altre industrie moderne.

Materie prime. - Il materiale più usato nella costruzione dei mobili è il legno, sia massiccio sia lastronato, impiallacciato o compensato. Per certi mobili si usa anche il legno curvato a vapore. Per altri si usano vimini, rafia e una pianta asiatica, il rattan; in qualche caso si è usata anche pasta di legno sostenuta da filo metallico e montata su ossature di legno. Si fanno anche mobili interamente metallici, ordinariamente di tubi, di profilati e di lamiere di ferro o di acciaio; però questo tipo di costruzione è usato soltanto per i letti, i tavoli, i mobili da ufficio e pochi altri. Nella costruzione dei mobili entrano come materie prime accessorie i metalli, il vetro, gli specchi, i marmi. Molto importanti, e in certi mobili prevalenti, sono le stoffe ed i cuoi e le imbottiture.

Legni. - Per la costruzione di mobili si usano moltissimi legni diversi. Il noce, usato da tempi antichi, conserva tuttora grande importanza. Si continua a usare anche la quercia. Sono molto usati l'abete, il faggio, il pioppo, il frassino, l'acero, il larice, la betulla, l'olmo, l'ontano, il castagno, il cipresso, il tiglio, il rovere, l'ulivo, il noce. Inoltre per la costruzione dei mobili molti legni di paesi tropicali, specialmente il mogano vero e gli altri legni che vanno sotto lo stesso nome; l'ebano vero, l'ebano indiano, il mogano bianco, il legno di rosa, il palissandro, lo satinwood di Ceylon e delle Indie Occidentali, il tek, il legno di tuia, i legni di Koa, hura, ecc. (v. legno).

Per le impiallacciature moderne si usano le radici di noce, di tuia, di may duck, di olmo e di molti altri legni.

Legno impiallacciato, lastronato e legno compensato. - L'arte di impiallacciare il legno è antichissima e fu praticata dagli Egiziani. L'impiallacciatura è costituita da un sottile foglio di legno pregiato, incollato su un legno diverso, preferibilmente interponendovi un altro foglio con le fibre disposte trasversalmente a quelle del primo. L'impiallacciatura ha uno spessore che può variare da 6/10 di mm. a 2 mm.; quando supera tale spessore e diviene di 3, 4, 5 mm. e oltre il legno si chiama lastronato o placcato. Il legno compensato, entrato nell'uso da pochi decennî, è costituito da tre o più fogli (fig.1), che vengono incollati sotto forte pressione, dopo averli sovrapposti in modo che le fibre dell'uno siano disposte trasversalmente a quelle dell'altro (v. legno, XX, p. 791). Può essere anch'esso rivestito di un'impiallacciatura. Grazie alla disposizione delle fibre, si compensano quei rigonfiamenti e quelle contrazioni delle fibre stesse, che si producono col variare dell'umidità dell'ambiente e che hanno valori diversi nella sezione longitudinale e nella sezione normale ad esse; perciò il legno compensato si torce e spacca molto meno facilmente del legno massiccio e, a parità di spessore, ha resistenza molto maggiore (circa 80%).

Contribuismno inoltre alla resistenza le colle attualmente in uso, alcune delle quali sono più forti delle fibre stesse, sicché in certi casi il legno compensato cede nelle fibre di legno anziché nello strato di colla. Talvolta, per grossi spessori, coi fogli di legno sopraccennati si riveste un'anima di listelli incollati insieme (fig. 2) che può anche essere tagliata secondo un profilo determinato: i compensati con listelli intermedî si chiamano "paniforti". Con questi metodi si realizza una più perfetta costruzione tecnica oltre che una notevole economia in confronto alla costruzione di legno massiccio perché l'impiallacciatura richiede appena 1/30 della quantità di legno che sarebbe richiesta dalla costruzione massiccia; da ciò deriva la possibilità di adoperare anche legni che per la loro rarità sarebbe difficile usare in costruzione massiccia. Si può aggiungere ancora che c'è il vantaggio di poter fare un mobile molto solido pur facendone le superficie esterne di legno bello, ma poco resistente.

A questi vantaggi economici e tecnici si uniscono importanti vantaggi artistici, come quello, largamente utilizzato nei mobili d'oggi, di formare superficie esterne di grande effetto mettendo accanto fogli di impiallacciatura tratti dallo stesso tronco.

Il legno massiccio conserva il vantaggio di potere essere scolpito; e inoltre se la sua superficie esterna viene intaccata o logorata, il danno all'apparenza del mobile può essere facilmente rimediato, perché resta scoperto legno della stessa natura. Ma il principale vantaggio del legno massiccio è quello di non richiedere quelle cure che sono necessarie per la buona riuscita di un mobile impiallacciato. Gli artisti del sec. XVIII ed in particolare Giorgio Hepplewhite, ci hanno lasciato mobili in legno impiallacciato che si conservano tuttora in buone condizioni. Il legno compensato permette di realizzare costruzioni nello stesso tempo leggiere e robuste.

Macchine per la lavorazione del legno. - Per dividere i tronchi in tavole, tagliarne le teste e rifilare le tavole riducendole a larghezza uniforme, si usano seghe altemative, seghe circolari, o seghe a nastro, di tipi diversi secondo l'uso cui debbono servire (v. sega). Così pure, per piallare e per ridurre le tavole allo spessore voluto, oltre alla pialla a mano, si usano piallatrici di diversi tipi: piallatrici di filo, piallatrici di spessore, ecc. (v. pialla e piallatrici). Per fare cornici, smussi, incastri, ecc., è largamente usata la fresatrice da legno o toupie, costituita sostanzialmente da un'incastellatura che termina in un piano, dal quale possono essere montati utensili del tipo della fresa oppure lame di sega circolare, ferri per sagomatura, ecc. Per fare bastoni si usano speciali trafile (fig. 4). Per far cave si usano mortasatrici e altre macchine delle quali si fa cenno più oltre. Per lisciare e per levigare la superficie del legno con tela a smeriglio si usano macchine lisciatrici a disco verticale, a disco orizzontale e a nastro senza fine (fig. 3).

Elementi decorativi e loro lavorazione. - Nei mobili più moderni gli effetti decorativi sono raggiunti con l'uso di legni diversi, di metalli lucidi, di vetri e di alcuni elementi decorativi di galalite o di altre masse plastiche. Invece i mobili di tutti gli altri stili sono più o meno ricchi di cornici, di pezzi torniti, d'intagli, di scultura ed anche d'intarsî; oltre a elementi decorativi metallici generalmente di bronzo (per la lavorazione di questi v. bronzo; fusione).

Per la lavorazione di tutti quei pezzi che vi si prestano è largamente usato il tornio (v.) da legno. Per il taglio di cornici e simili, elementi a profilo costante, oltre agli utensili a mano e alla toupie, si usano macchine speciali dette scorniciatrici, nelle quali il pezzo da lavorare viene trascinato da rulli che lo presentano a coltelli i quali lo tagliano secondo il profilo voluto. Per eseguire delle decorazioni a traforo e anche per i lavori d'intarsio si usa la sega per traforare (fig. 5). I pezzi scolpiti, quando debbono essere riprodotti in più d'un esemplare, possono anche essere eseguiti a macchina con apposite macchine da scolpire che eseguiscono 6 e anche 12 o 24 esemplari per volta; ciò si ottiene facendo seguire una speciale punta indice su tutta la superficie del modello originale il quale deve sempre essere eseguito a mano. In questo modo si ottengono pezzi sbozzati, con notevole risparmio di tempo e soprattutto con limitatissimo impiego di operai specializzati, ad alta retribuzione, la cui opera è richiesta unicamente dalla rifinitura dei pezzi sbozzati da eseguire anch'essa necessariamente a mano.

Giunzione degli elementi di mobili. - Tutti i mobili sono costituiti da pezzi congiunti fra loro con diversi metodi. Il tipo della giunzione e la precisione con la quale è eseguita hanno grande importanza per la bontà della costruzione. In certi casi (come per es. per congiungere ai tavoli i loro piedi) si usano viti e bulloni, ma, nella maggior parte degli altri casi, le parti che debbono sostenere sforzi sono incastrate e incollate (talvolta il giunto è rinforzato con appositi pezzi), le parti la cui resistenza non ha importanza sono unite semplicemente con colla o anche con chiodi. Nei mobili ben costruiti la giunzione per mezzo di chiodi è usata eccezionalmente; invece è largamente usata per i mobili a buon mercato.

La giunzione senza incastro può essere fatta, p. es., tagliando le estremità delle tavole a un certo angolo rispetto alla loro faccia, spalmando di colla le facce così ottenute e tenendole ferme insieme per mezzo di morse. Più semplicemente le estremità delle tavole sono tagliate ad angolo retto. La giunzione ad incastro può essere costituita da un tenone prismatico che penetra in una cava della stessa forma (fig. 6); il tenone può essere inclinato ed anche multiplo (fig. 7). Alcuni costruttori preferiscono la giunzione con due cavicchi cilindrici di legno (fig. 8); in tal modo si congiungono, p. es., i pezzi dell'ossatura di una sedia. Per congiungere a T due tavole, si fa entrare l'estremità dell'una entro una scanalatura praticata nell'altra (fig. 9); per congiungere due tavole a squadra (come per es. quelle che formano un cassetto) si usano incastri multipli, o maschiettature, che possono essere diritti (fig. 10), obliqui, a coda di rondine (fig. 11) e - secondo che il maschio traversa completamente l'altra tavola oppur no - passanti (fig. 10), semimascherati (fig. 11) oppure mascherati (fig. 12). Un buon incastro deve essere fatto in modo che fra maschio e cava resti soltanto uno spazio piccolissimo, che poi deve essere completamente riempito dalla colla. A questo scopo, p. es., il cavicchio illustrato alla fig. 13 porta una scanalatura elicoidale. La fig. 14 illustra una giunzione di sedia e la fig. 15 una giunzione di sedia rinforzata con una squadra che è fissata con viti.

I tenoni, le cave e le maschiettature multiple attualmente si eseguono con macchine speciali; i tenoni sono eseguiti con macchine speciali dette tenonatrici (v.), costituite sostanzialmente dalla combinazione di una pialla a spessore con seghe circolari (fig. 18). Le cave sono eseguite da speciali macchine (fig. 19) nelle quali dapprima una punta da trapano pratica una cava della sezione illustrata alla fig. 17, a e b e poi un bedano, agendo in modo analogo all'utensile di una stozzatrice (v.), taglia ad angolo retto le due parti estreme della sezione stessa (fig. 17, c). In molte macchine la punta del trapano corre dentro il bedano e così i due utensili si riducono ad uno solo. In altre macchine da far cave l'organo lavorante è costituito da una serie di coltelli riuniti a catena (fig. 20) che praticano una cava a sezione rettangolare, terminata però da un mezzo cilindro (fig. 16). Le macchine per fare incastri multipli sono di diversi tipi: in uno di essi gli organi lavoranti sono frese ad asse verticale; in altri sono seghe circolari montate su collari che impediscono loro di vibrare. Con queste macchine si possono ottenere incastri multipli di grande precisione e solidità.

Un tempo si usava soltanto colla d'ossa o altre colle animali dello stesso tipo, che posseggono una forte resistenza alla trazione, scorrono facilmente a caldo, si rapprendono rapidamente e non dànno macchie. Da tempo si sono molto diffuse le colle di caseina - create una sessantina d'anni fa - il cui principale vantaggio consiste nella resistenza all'acqua; ma non possiedono nella stessa misura delle colle animali la proprietà di non fare macchie. Le colle animali debbono essere applicate a caldo; e i pezzi da congiungere, riscaldati in precedenza, debbono subito essere sottoposti a pressione. A questo scopo esistono morse meccaniche, che tengono insieme i pezzi esercitando successivamente una pressione nelle tre direzioni, trasversale, longitudinale e verticale. In alcune grandi fabbriche, l'impiego di mano d'opera è ridotto al minimo: i pezzi da incollare sono collocati su lastre riscaldate da tubi di vapore, dopo di che uno speciale apparecchio stende su di essi la colla; infine essi sono disposti su un trasportatore munito di morse, che li tiene uniti per un tempo variabile da 2 a 24 ore. Invece, la colla di caseina si applica a temperatura ordinaria e i pezzi da congiungere si sottopongono a pressione solo quando essa comincia a rapprendersi.

Oltre che per fissare pezzi incastrati e per congiungere al mobile cornici e altri elementi decorativi, si usa la colla per formare con diversi pezzi taluni elementi di mobili (p. es. piedi di tavoli) che, altrimenti, dovrebbero essere ricavati da un pezzo di legno massiccio di maggiori dimensioni.

Rifinitura. - Dopo che il mobile è stato montato e che vi sono stati applicati gli elementi decorativi, esso viene sottoposto a una serie di operazioni che gli dànno il suo aspetto definitivo. E cioè, le superficie esposte alla vista sono colorite e verniciate o laccate e polite, levigandole e pomiciandole quanto occorre per la perfetta riuscita.

Coloritura. - Un tempo si preferiva lasciare ai differenti legni il loro colore naturale e solo qualcuno, come p. es. il noce, riceveva una tinta diversa. Recentemente, invece, l'uso della coloritura è diventato generale, sia perché si vuol dare a legni come l'olmo, il faggio, la betulla, ecc., l'aspetto di legni più rari, sia perché il pubblico preferisce tinte più ricche o più profonde di quelle naturali.

Si usano generalmente colori di anilina solubili in acqua, che sono stabili e dànno toni uniformi, ma hanno il difetto di far sollevare la grana del legno, lasciando una superficie ruvida che dev'essere pomiciata. Altri colori di anilina sono solubili in acqua e sono preferiti quando si vuole eseguire rapidamente la coloritura, altri ancora sono solubili in benzolo, toluolo, benzina, trementina e simili solventi e al pregio di non rendere ruvida la superficie del legno uniscono il difetto di sciogliersi nelle vernici, macchiandole.

Vi sono, però, anche colori preparati in modo da unire i vantaggi di quelli dell'ultima e di quelli della prima categoria. In qualche caso si usano metodi diversi: p. es., talvolta la quercia si tratta dapprima con acido tannico e poi con prodotti chimici che, reagendo con l'acido, le dànno una colorazione uniforme. I colori sono applicati con un pennello, con una spugna, con tamponi, più modernamente con un apparecchio a spruzzo (areografo: v. sotto). In qualche raro caso s'immerge il mobile entro una vasca che contiene la soluzione colorante.

Verniciatura, laccatura e politura. - I vecchi processi di verniciatura, laccatura e politura consistono sostanzialmente nello stendere sulla superfieie del legno, col pennello o col tampone, diversi strati di vernice, levigando accuratamente ogni strato con la pomice, con la carta a smeriglio o con altri abrasivi. Per ottenere una superficie lucida e brillante dapprima si riempiono i pori del legno con appositi preparati; poi vi si stendono parecchi strati di vernice a spirito. Per ottenere risultati soddisfacenti è necessario ripetere molte volte e molto accuratamente queste operazioni, lasciando trascorrere tra l'una e l'altra operazione un certo tempo, sicché il processo richiede 15-20 giorni. Quando invece si vuole che resti in evidenza la grana del legno, si applica cera sciolta nella trementina e il processo è più rapido. Invece di vernice si possono applicare strati di lacca. Tutti questi processi, oltre al tempo e al dispendio di lavoro, richiedono una notevole abilità tecnica. In certi mobili del Settecento la decorazione, eseguita con processi più complessi di quelli ora accennati, da artigiani dotati di fine senso artistico, assumeva un'importanza paragonabile a quella del disegno e della costruzione vera e propria del mobile. Nel caso poi di alcuni mobili laccati della Cina, era la laccatura e non la costruzione che richiedeva di gran lunga il maggior lavoro e il maggior talento. Queste speciali verniciature e laccature si eseguono tuttora sui mobili di stile. Altri mobili talvolta sono decorati con processi simili, ma più economici, e così p. es., invece di dipingere sul legno, si applicano decalcomanie.

Recentemente si sono diffusi vernici e processi di applicazione che consentono forti economie di tempo e di mano d'opera: e cioè, le vernici cellulosiche e la verniciatura a spruzzo. Con questi processi, la vernice viene spruzzata sul legno facendola trascinare da aria compressa in un apposito apparecchio detto areografo; vi sono anche apparecchi automatici per grandi produzioni. Per accelerare il processo, talvolta si usa l'essiccazione artificiale. In tal modo è possibile eseguire in un giorno quello che prima si faceva in dieci o quindici.

Per tutti questi processi v. lacca; vernici.

Fabbricazione dei mobili in legno curvato. - Questi mobili si fabbricano con legno tagliato in bastoni e curvato a caldo, dopo averlo rammollito in ambiente caldo e umido, con vapore a bassa pressione oppure in autoclave. Il legno preferito è quello di faggio rosso; ma sono pure usati quelli di acacia, di platano, di frassino e altri. Per il taglio dei bastoni si usano le macchine già indicate sopra. La curvatura del legno di piccola sezione si esegue alla pressione di 500-600 g./cmq.; per gli altri si usano pressioni fino a 5 atmosfere. La curvatura si esegue su forme speciali oppure su macchine.

Come precursore di questa industria viene indicato l'italiano G. Descalzi detto "Campino", il quale nel 1808 fondò in Chiavari una fabbrica di sedie in legno curvato. Ma il creatore della grande industria moderna fu l'austriaco M. Thonet, che la iniziò nel 1837. Attualmente l'industria è molto sviluppata, non solo in Austria, ma in tutti i paesi del mondo.

Mobili tappezzati. - Rientrano in questa categoria di mobili le poltrone, i divani, alcuni tipi di sedie, ecc. Sono costituiti da un'ossatura di legno, la quale sostiene un sistema di molle e di altri elementi elastici che, alla sua volta, porta un'imbottitura rivestita di pelle oppure di stoffa. Per la loro costruzione, v. tappezzeria.

Organizzazione e distribuzione dell'industria. - La fabbricazione dei mobili è una di quelle industrie nelle quali continua a difendersi con maggior successo l'artigianato, che è numeroso e stabilito da antica data nei più piccoli centri. La. produzione in grandi serie è limitata alle sedie, ad alcuni mobili di legno curvato, ai mobili per grammofoni, per apparecchi radio, per macchine da cucire, ecc., ai classificatori da ufficio e simili. La maggior parte degli altri mobili si fabbricano in piccole serie (da 4 a 12 esemplari) oppure in un solo esemplare.

Ormai in Europa è molto raro il caso in cui la lavorazione è completamente eseguita a mano a partire dalla segatura del tronco. Ma è assai più raro - e, per adesso, limitato a qualche fabbrica degli Stati Uniti - il caso in cui la meccanizzazione è spinta al punto da comprendere anche il montaggio su trasportatori continui, simili a quelli usati nelle fabbriche di automobili. Fra questi estremi, l'ampiezza del lavoro eseguito a macchina varia considerevolmente da fabbrica a fabbrica: ve ne sono di quelle che dispongono soltanto di una sega, di una pialla e di una toupie oppure di una delle cosiddette macchine "universali" (fig. 21) che, in sostanza, risultano dalla combinazione di diverse macchine sopra un'unica incastellatura; mentre altre fabbriche posseggono anche macchine a far cave, scorniciatrici, macchine per copiare, ecc. Vi sono anche fabbriche, fornite di una serie completa di macchine, le quali lavorano per conto di terzi, eseguendo determinate lavorazioni su alcuni pezzi dei mobili; in tal modo esse mettono il piccolo fabbricante in condizione di partecipare alle economie della lavorazione meccanica. Ve ne sono altre specializzate nella produzione di alcuni elementi decorativi: cornici, pezzi traforati, intagli a macchina, ecc.

Le imprese che esercitano l'industria sono dei tipi più diversi. Come si è detto, sono numerosi gli artigiani, i quali lavorano nella propria abitazione coll'aiuto dei familiari e di qualche garzone e vendono direttamente ai clienti. Ma sono pure numerosi quei piccoli laboratorî che lavorano per conto di un imprenditore il quale li finanzia, in molti casi fornisce loro materia prima e in ogni caso s'incarica della vendita dei mobili prodotti. Alcuni di questi laboratorî sono dotati di un discreto numero di macchine e occupano una ventina di operai; molti altri si riducono a una famiglia di operai, che lavora a domicilio. I più si specializzano nella costruzione di due o tre tipi di forniture: p. es. camere da letto, sale da pranzo, ecc.; alcuni non costruiscono che un tipo di mobile: p. es. tavoli, sedie, ecc. La produzione preferita è quella di mobili a buon mercato; ma alcuni laboratorî hanno la capacità tecnica necessaria per costruire mobili di nuova creazione. L'unità d'indirizzo che l'imprenditore dà a questi gruppi di produttori fa sì che essi godano di alcuni dei vantaggi della grande industria e specialmente dei vantaggi commerciali; ma le economie nel costo di produzione dipendono principalmente dal fatto che la mano d'opera accetta condizioni meno favorevoli di quella delle grandi fabbriche. ln Europa esistono anche delle grandi fabbriche di mobili, ma sono poco numerose, anche nei paesi più sviluppati industrialmente. Negli Stati Uniti queste fabbriche sono meno rare. Uno sbocco importante per esse è costituito (anche in Italia) dall'industria delle costruzioni navali, che richiede mobili di tipo uniforme e molti lavori in legno. È quasi superfluo aggiungere che è organizzata sul modello della grande industria la lavorazione di quei pochi mobili speciali che vengono costruiti in grandi serie.

In Italia l'industria del mobilio, pur essendo diffusa in tutto il regno, ha particolare importanza nella Brianza, dove è esercitata da piccoli laboratorî: i maggiori centri di produzione sono Cantù, Cesano-Maderno, Lissone, Meda, Seregno e Seveso. Fuori della Brianza sono notevoli centri di produzione Palermo, Venezia, Torino e Firenze. In qualcuna di queste città esistono fabbriche importanti, organizzate come grandi industrie.

In Francia la produzione è quasi completamente accentrata a Parigi, nel Faubourg Saint Antoine. In Inghilterra i maggiori centri di produzione sono Londra, Birmingham, Manchester, Liverpool, Bristol, Nottingham; la costruzione delle sedie ha particolare importanza a High Wycombe, mentre Bath è nota per i suoi mobili di lusso. In Germania i centri principali sono Berlino, Stoccarda, Magonża, Dresda. Negli Stati Uniti sono New York, Chicago, Grand Rapids (Michigan), Rockford (Illinois), Jamestown (New York), High Point (Carolina del Nord).

V. tavv. CXIII e CXIV.

Bibl.: G. B. Rocca, Le fabbriche di mobili, Torino 1924; S. Ransome, Modern wood-working machinery.