POZZI, Moana

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

POZZI, Moana

Marco Giusti

POZZI, Moana (Moana Rosa). – Nacque a Pra’ Palmaro, un quartiere del Ponente genovese, il 27 aprile 1961, primogenita di Alfredo, ricercatore nucleare, e di Giovannina Alloisio. Ebbe una sorella minore, Mima (detta poi Baby nel mondo del porno), mentre Simone Pozzi, ritenuto un fratello, nel 2006 si rivelò poi essere suo figlio.

Il padre, che lavorava nelle centrali nucleari, veniva spostato in giro per il mondo, mentre la madre, casalinga, lo seguiva nel suo lavoro con tutta la famiglia. Moana trascorse quindi l’infanzia da una centrale nucleare all’altra, passando da Genova a Madrid, in Canada, in Brasile. E infine fu di nuovo a Genova, ormai tredicenne. Il padre, visti gli scarsi risultati scolastici della ragazza, la fece ritirare dal Liceo artistico di Genova per iscriverla al Liceo scientifico dei padri scolopi a Ovada, non lontano da Lerma (Alessandria), casa della nonna materna, dove i Pozzi passavano lunghi periodi. Maggiorenne, si spostò con la famiglia a Bracciano, presso Roma.

Quando il padre decise di andare a Lione, Moana scelse di tentare la fortuna a Roma. Si iscrisse quindi all’Accademia Fersen e arrivarono, prestissimo, le prime particine nella pubblicità e al cinema.

I suoi primi film, dove appariva come bella ragazza sempre un po’ svestita, sono tipiche commedie dei primi anni Ottanta, come La patata bollente (1980) di Steno con Renato Pozzetto, La compagna di viaggio (1981) di Ferdinando Baldi con Gastone Moschin, in cui fa una doccia en plein air sotto le cascate, Miracoloni (1981) di Francesco Massaro con Francesco Salvi e Nadia Cassini, W la foca (1982) di Nando Cicero con Lory Del Santo, Borotalco (1982) di Carlo Verdone, dove fa il bagno nuda nella piscina della casa di Angelo Infanti, Vieni avanti cretino (1982) di Luciano Salce con Lino Banfi, e Vacanze di Natale (1983) di Carlo Vanzina in cui è una delle amanti di Jerry Calà.

Come accadde ad altre attrici del tempo, Moana Pozzi alternò a questi piccoli ruoli partecipazioni maggiori nel porno. In Erotic Flash, il suo primo hard girato nel maggio del 1981 e uscito nel novembre dello stesso anno (di George Curor, alias Giuseppe Curia, ma girato in realtà dal più anziano Roberto Bianchi Montero), si presentò con il nome d’arte di Margaux Jobert e recitò assieme a Françoise Perrot e Marina Lothar Frajese. Ci arrivò, come spiegò a Giampiero Mughini (Domani è un altro porno, in L’Europeo, 30 maggio 1987), a soli 19 anni e senza grosse difficoltà: «Avevo letto un annuncio su un giornale, m’era sembrata una cosa del tutto naturale». Ma ci arrivò pure per un altro motivo, come rivelò più tardi a Donata Gianneri (Sarà virtuale ma è pur sempre porno, ibid., 5 marzo 1993) perché «il protagonista, Kieran Canter, mi piaceva da impazzire: dopo vissi con lui una love-story durata cinque mesi».

Due scene hard di Moana di Erotic Flash furono utilizzate in chiave hard per un film girato in precedenza, in lavorazione fra il dicembre del 1980 e i primi del 1981, anche se distribuito nel giugno del 1982: Delitto carnale di Cesare Canevari, che, per la nuova distribuzione diventò Moana-La pantera bionda e, con l’aggiunta di ulteriori scene, si trasformò infine nel 1986 in Moana e Marina ingorde di sesso. Due esperti come Franco Grattarola e Andrea Napoli (cfr. Luce rossa…, 2014) sostengono però che il film venne già pensato in fase produttiva in doppia versione, soft e hard, anche se alcune scene hard di Moana non sono facilmente databili.

Il vero secondo hard che interpretò Moana sarebbe quindi il più noto e di maggior culto Valentina, ragazza in calore, in lavorazione nell’estate del 1981 e uscito in sala nel novembre successivo, diretto da Jonas Rainer, alias Raniero Di Giovambattista, e sceneggiato dal veterano Guido Zurli. Lì Moana Pozzi si presentò come Linda Hevert, recitò con i professionisti del porno nostrano Mark Shannon (alias Manlio Cersosimo), Guia Lauri Filzi e Nadine Roussial, e interpretò il ruolo di una ragazza di campagna che va in città in cerca di esperienze.

Valentina, ragazza in calore fece scalpore, anche perché, quando al cinema Moderno di Ovada, vicino a Lerma, il paesino dove soggiornava con la famiglia, venne riconosciuta come Moana Pozzi nacque il primo scandalo che ebbe immediata risonanza sui giornali. Nelle pagine del Secolo XIX, in più riprese, il 16 e il 18 marzo 1982, venne narrato il riconoscimento pubblico della sconosciuta Linda Hevert. In un primo tempo Moana negò di avere interpretato scene hard, ma in seguito ammise che era veramente lei e ricordò l’episodio come la prima tappa delle sue avventure nel cinema erotico. Lo scandalo coincise però con l’esibizione come soubrette in TV nel programma di Rai Due Tip Tap Club, nell’aprile-maggio del 1982. La notizia che fosse un’attrice porno non venne accolta positivamente dai dirigenti della Rai.

Dopo questi tre film erotici, due dei quali totalmente espliciti, Moana riprese senza problemi le piccole partecipazioni nel cinema ‘normale’ e ci vollero cinque anni per il suo ritorno all’hard.

La vediamo così in Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983) di Nando Cicero, con Alvaro Vitali; Dino Risi la volle in piccoli ruoli per il televisivo La vita continua (1983) e in Dagobert (1984) con Ugo Tognazzi e Coluche. Poi la troviamo nel postatomico Fuga dal Bronx (1983) di Enzo G. Castellari, in A tu per tu (1984) di Sergio Corbucci, in Doppio misto (1985) di Sergio Martino, dove è l’amante di Andrea Roncato, e in I pompieri (1985) di Neri Parenti.

Nel 1985 venne utilizzata da Federico Fellini in Ginger e Fred, dove girò una serie di finti spot televisivi. Curiosamente Moana aveva girato nei primi anni Ottanta una serie di spot per i biscotti Saiwa diretti da Alessandro d’Alatri che vennero interrotti una volta scoperto lo scivolamento dell’attrice nel porno. Proprio Ginger e Fred, però, segnò la fine della sua carriera nel cinema soft.

Infatti nel 1986 Moana Pozzi entrò nella scuderia Diva Futura di Riccardo Schicchi e l’anno dopo debuttò in grande nel cinema hard italiano con Fantastica Moana, presto seguito da Moana, la bella di giorno, con il suo nome addirittura nel titolo, pronta così a rimpiazzare Cicciolina, la prima porno star di Schicchi. I due film, diretti ufficialmente dallo stesso Schicchi, riprendono alcuni temi felliniani, con una Moana gigante che si anima dal manifesto, e cercarono di imporla come regina del genere. Assieme a lei recitarono gli ‘stalloni’ del tempo, da Bob Malone a Christopher Grosso a Gabriel Pontello, ma anche un giovane Rocco Siffredi.

Schicchi la inserì così nella fabbrica dell’hard della Diva Futura, anche in film di rimontaggio, come I vizi segreti degli italiani quando credono di non essere visti (1987) di Camillo Teti in cui recitava con Ramba, ma la troviamo anche in Chiamami (1987) e Moana… e le altre regine (1987) diretta da Lawrence Webber (alias Lorenzo Onorati), Moana Fantasy e in Moana la scandalosa, ancora diretta da Schicchi. Tutti film dove Moana Pozzi interpreta se stessa. In quasi tutti i film che fece con Schicchi, Moana alimentò il proprio mito con la sua presenza scandalosa in TV e negli spettacoli dal vivo.

Alla fine del 1987 tentò nuovamente la carta della TV con un programma pomeridiano di Rai Tre, Jeans 2, condotto da Fabio Fazio. Ma le proteste della Federcasalinghe la costrinsero a ritirarsi. Una cosa analoga capitò pochi mesi dopo con la sua partecipazione a Matrjoska, un programma di Antonio Ricci per Italia 1 che sarebbe dovuto andare in onda il 22 febbraio 1988.

Moana Pozzi si limitava ad attraversare lo studio completamente nuda. Ma già la prima puntata del programma venne censurata da Mediaset e Ricci fu costretto a modificare il progetto e a cambiare il titolo in L’araba fenice, con tanto di Moana sì nuda, ma ricoperta di cellophane. Il programma andò regolarmente in onda su Italia 1 da lunedì 11 aprile 1988.

Il suo personaggio pubblico era allora meno aggressivo e più ‘intellettuale’ di Cicciolina, che era stata la pioniera dell’hard e del sesso libero in Italia negli anni Settanta assieme a Riccardo Schicchi. Moana frequentava artisti come Mario Schifano, intellettuali come Dario Bellezza, personaggi noti e popolari come Massimo Troisi, Luciano De Crescenzo, Roberto Benigni, uomini politici.

Alla fine degli anni Ottanta tentò carte diverse nel cinema. Un regista specializzato nell’erotico, ma di un certo gusto, come Piero Vivarelli le cucì addosso un soft con idee, cioè non il solito montaggio di scene di sesso: Provocazione, che uscì nel 1988, interpretato anche da Petra Scharbach, Hula Hop e Marino Masé. Anche nel successivo L’avventura dell’amore (Le dive dell’amore proibito), diretto ufficialmente da Ilona Staller, ma in realtà opera di Arduino Sacco, l’idea fu quella di fornire un dietro le quinte della scuderia Schicchi. Diverso il caso di un altro ‘soft intellettuale’, questa volta diretto da Luca Ronchi, assistente di Schifano. Si trattò di Ecstasy, uscito nel 1989, tratto dal romanzo Polvere bianca di Arthur Machen, con budget da trecentocinquanta milioni e tre settimane e mezzo di lavorazione. Ma la carriera di Moana Pozzi era ormai totalmente indirizzata all’hard dai grandi numeri. Nel 1988 uscì La bottega del piacere diretta da Hard Sacc, cioè Arduino Sacco, e nel 1989 girò quelli che sono considerati i suoi primi film di esportazione ‘americana’, come Backfire (Supervogliose di maschi) diretto da Jim Reynolds, in realtà Mario Bianchi, e dove si esibisce con Cicciolina, Peter North, Ebony Ayles, Palm Spring Weekend di Gregory J. Schell, The Beefeaters (Una calda femmina da letto), sempre di Reynolds-Bianchi.

Difficile distinguere tra i titoli quelli originali e quelli in cui si procede solo a rimontaggi di più scene. Sono totalmente originali, invece, gli italianissimi Inside Napoli (1989), diretto da Mario Altieri, dove Moana faceva l’amante di un camorrista, prodotto dalla Black and Blue Productions di Napoli, e il divertente Cicciolina e Moana ai Mondiali (1990), diretto da Mario Bianchi, che ebbe grande diffusione al tempo, dove le due porno star cercavano di far vincere agli italiani la coppa del mondo togliendo forze ai loro avversari. Ci sono folli parodie hard di calciatori come Gullit, Klinsmann, Maradona, ma anche di Luca di Montezemolo e Aldo Biscardi. Nel 1990 uscirono hard davvero girati e prodotti in America, come Super Balls (Lezioni anali), Nothing personal (Una signora perbene) diretti da Henry Pachard, Malibu Gorilla diretto da Alex De Renzy, con Barbarella e Miss Pomodoro. Euroflesh-Sex Crazy, invece, venne girato in Sicilia con Rocco Siffredi, Christopher Grosso, Baby Pozzi, e solo distribuito in America, come Le donne di Mandingo, diretto nel 1991 da Jim Reynolds, cioè Mario Bianchi, ma presentato nelle riviste americane come un film «interracial», «shot in Italy». Gerard Damiano la diresse invece, sempre nel 1991, in Foreign Affairs, Manbait 1 e Mainbait 2, Gola profonda 2, The last couple (Buco profondo), My friend Mary (La professoressa di sessuologia applicata).

Nel 1991 uscì il suo primo libro: La filosofia di Moana, che nessuno osò pubblicare e che Moana si pubblicò da sola assieme a Brunetto Fantauzzi per le Moana’s Club edizioni, distribuendolo in edicola in 20.000 copie. Andò a ruba e diventò celebre perché elencava, con tanto di voti da lei stessa stilati, i suoi venti amanti vip e supervip. Oltre a Massimo Troisi, Roberto Benigni, Francesco Nuti, Beppe Grillo, Andrea Roncato troviamo Paulo Roberto Falcao, Marco Tardelli, Nicola Pietrangeli, fino al potentissimo politico – un riconoscibile Bettino Craxi – che le aveva aperto le porte della Rai ai suoi esordi.

Nel 1991 Moana Pozzi fece presenza fissa nel varietà calcistico L’appello del martedì di Italia 1, recitò come Penelope nell’Odissea comica di Canale 5 e fu ospite di numerosi programmi televisivi, come L’Istruttoria di Giuliano Ferrara, Harem di Catherine Spaak, mentre nel giugno del 1992 condusse il programma Magico David su Italia 1.

Sabina Guzzanti le fece una celebre imitazione in TV su Rai Tre nella trasmissione Avanzi (1991-92), dove Moana appariva al tempo stesso schiava della propria ‘missione’ educativa e del suo ruolo di star esibizionista e cinica. Non piacque per nulla a Moana, che non vi si riconosceva. Amica di intellettuali, nell’ottobre del 1991 fece da musa-testimonial alla Biennale musica diretta da Sylvano Bussotti sollevando un certo scandalo, mentre sfilò in passarella nel 1993, grazie a Karl Lagerfeld, a Milano per Fendi.

Il 31 ottobre 1991 sposò a Las Vegas Antonio Di Ciesco, suo istruttore di sub, amante e autista. Un matrimonio che venne tenuto segreto, secondo lo stesso Di Ciesco, perché i fan dell’attrice non avrebbero mai accettato l’idea di saperla sposata. Per altri questo matrimonio non era in realtà che uno scherzo: venne comunque ritenuto valido quattro anni dopo, il 26 marzo 1995, quando, morta Moana, si discusse di eredità.

Nel 1992 il produttore Galliano Juso le cucì addosso un film, Amami, diretto da Bruno Colella, scritto da Giovanni Veronesi e interpretato da una serie di comici toscani come Massimo Ceccherini e Novello Novelli, dove Moana Pozzi era alle prese con il proprio mito e la propria storia.

Come aveva fatto Cicciolina con il Partito radicale, anche Moana si presentò alle elezioni politiche, nel 1992, candidata con il Partito dell’amore di Mauro Biuzzi. Fece comizi e dichiarazioni in TV, non venne eletta, ma fu un modo di farsi pubblicità. Era allora nel momento del suo massimo fulgore. Girava film hard in America con un regista come Gerard Damiano e appariva in talk televisivi in Italia con la massima disinvoltura. Il business dei film hard di Moana era calcolato sui cinquanta miliardi di lire con vendite di un milione di VHS.

Diventata una sorta di opinionista e l’unica pornostar che potesse apparire in TV anche nelle fasce destinate al grande pubblico, fu ospite a Domenica In con Pippo Baudo nel 1993, mentre le sue ultime apparizioni televisive furono all’interno del Quizzone con Jerry Scotti su Canale 5 e di Speciale Tutti a casa su Rai Uno, sempre con Baudo, il 25 maggio 1994.

Negli anni Novanta Moana continuò a interpretare porno: ne fece oltre venti in Italia, anche se i suoi film vennero tagliati e rimontati più volte e distribuiti in videocassette e DVD in diverse edizioni e con vari titoli. Difficile stabilire date di lavorazione e di distribuzione. Fra i più noti ricordiamo: Canal Stars o Tocco magico di Moana (1993) diretto da Martin White, cioè ancora Mario Bianchi, con Rocco Siffredi, Bob Malone, Barbarella; L’inquieta Moana, 1993; Belle pazze scatenate… o Milly: fine, crazy and fancy (1994) diretto da Tony Yanker, cioè Mario Bianchi, con Milly D’Abbraccio e Rocco Siffredi; Dentro il vulcano (1995) di Tony Yanker-Mario Bianchi, con Luana Borgia e Rocco Siffredi; fino all’ultimissimo L’ultima volta di Moana, prodotto da Nicolino Matera, distribuito nelle edicole solo nel 2015.

Già dai primi anni Novanta Moana aveva cominciato a star male, a vomitare e a dimagrire paurosamente. In un primo momento non si capì bene la causa del malessere. Il marito la accompagnò in un viaggio mistico in India. Quando ormai si rese conto che non c’era più molto da fare partì per la Francia, dove sperava la potessero guarire.

Ufficialmente – secondo la data che si legge nella dichiarazione di morte – Moana Pozzi morì a trentatré anni per un carcinoma epatocellulare, nell’ospedale Hôtel de Dieu di Lione, il 15 settembre 1994.

La notizia venne data solo il 17 settembre dalla madre, che le era stata vicina fino all’ultimo. Ma subito si insinuò che le vere cause della morte fossero altre, AIDS, ad esempio. Qualcuno sostenne che Moana era ancora viva e che avesse inscenato la propria morte. Non c’era autopsia, non esistevano fotografie della salma. Inoltre, contrariamente alle sue indicazioni, il corpo non era stato cremato, o comunque non era stato cremato a Lione in quei giorni, dal momento che l’impianto dell’ospedale era guasto.

Non si è mai saputo dove e come si siano svolti i funerali e dove sia finito il corpo di Moana. C’era anche chi sosteneva che fosse scappata in India, altri sostenevano che fosse scomparsa per non farsi vedere morente. Ovvio che a tutti facesse piacere pensare che Moana non fosse morta. Di tutta la sua fortuna non è rimasto nulla. Il marito ebbe una relazione con la sorella Mima, in arte Baby Pozzi, mentre a Orvieto ha preso vita la Fondazione Moana Pozzi. I fan non l’hanno mai davvero dimenticata. In ogni modo il ‘culto’ di Moana non è venuto meno: al punto che su di lei sono stati realizzati molti speciali televisivi, Stracult2 (giugno 2001), un film d’autore come Guardami (1999) di Davide Ferrario e una serie TV, Moana (2009), diretta da Alfredo Peyretti per Sky e interpretata da Violante Placido. Nello stesso anno Riccardo Schicchi ha girato una versione porno della sua vita, I segreti di Moana, con Vittoria Risi protagonista.

Oltre a La filosofia di Moana (Roma 1991), pubblicò Il sesso secondo Moana (Roma 1992).

Fonti e Bibl.: N. Bonetti, Un’amica di nome Moana: confidenze a cuore aperto di un’indimenticabile star a luci rosse, Milano 1994; B. Fantauzzi, La pornodiva, il terribile segreto di Moana, Roma 1995; P. D’Agostino - A. Tentori - A. Teodorani, Pornodive, Roma 1997; A. Di Quarto - M. Giordano, Moana e le altre. Vent’anni di cinema porno in Italia, Roma 1997; B. Fantauzzi, Moana, amori e segreti, Roma 2001; M. Giusti, Moana, Milano 2004; B. Fantauzzi, Moana, la spia nel letto del potere, Roma 2006; S. Pozzi - F. Parravicini, Moana, tutta la verità, Reggio nell’Emilia 2006; F. Grattarola - A. Napoli, Luce rossa: la nascita e le prime fasi del cinema pornografico in Italia, s.l. 2014.

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