MISIDACEI

Enciclopedia Italiana (1934)

MISIDACEI (dal nome della famiglia Misidi che è la più numerosa di questi crostacei; lat. sc. Mysidacea)

Angelo Senna

Ordine di Crostacei Malacostrachi proposto da Boas nel 1883 insieme con quello degli Eufausiacei per suddividere e sostituire l'ordine degli Schizopodi. Nei Misidacei lo scudo si estende ai lati su tutto o la maggior parte del torace, ma è connesso sul dorso al più con i tre primi segmenti; gli occhi sono peduncolati, le antenne hanno per lo più un esopodite squamiforme; le appendici toraciche, eccettuate talora quelle del 1° e 2° paio conformate a massillipedi, sono costituite da un endopodite più o meno pediforme e da un esopodite bene sviluppato e atto al nuoto; i pleopodi sono spesso ridotti, gli uropodi lamellari e con l'endopodite, in molti generi, provvisto di statocisti; le femmine, infine, hanno una tasca incubatrice che i giovani lasciano quando hanno tutte le appendici. I Misidacei hanno aspetto macruriforme, tegumento per lo più liscio, ma talvolta spinoso come Echinomysis Ill., pellucido o biancastro, con sparsi cromatofori scuri, talora di un rosso uniforme come nel genere batibico Gnathophausia W. S. che annovera altresì le specie più grandi, fino a 15 cm., dell'ordine, mentre tutte le altre sono di piccole dimensioni; infine questi crostacei, pur avendo rappresentanti in acque salmastre e dolci, nonché ipogee, con i generi Lepidops Zimm. e Spelaeomysis Car., sono in gran maggioranza marini, cosmopoliti, planctonici di superficie o di profondità. Numerose forme pertinenti a quasi tutte le famiglie e sottofamiglie nelle quali si suddivide quest'ordine sono viventi nel Mediterraneo.