MILZIADE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

MILZIADE (Μιλτιάδης, Miltiades)

G. Becatti

Stratega ateniese, nato intorno al 540 a. C., vincitore a Maratona (490) contro i Persiani. Ebbe i figli Metioco, Elpinice e Cimone. La battaglia di Maratona era stata dipinta da Panainos (v.) nel Pecile e fra i comandanti era stato ritratto M. (Plin., Nat. hist., xxxv, 57). Fidia aveva raffigurato M. nel grande donario votivo per la battaglia di Maratona a Delfi fra Atena, Apollo e gli eroi eponimi delle tribù, statua bronzea che dobbiamo immaginare di tipo eroico (Paus., x, 10, 1). Sappiamo da Demostene (C. Aristocr., 196, p. 686) che fino al suo tempo, cioè fino al IV sec. a. C., non si erano fatti ad Atene ritratti bronzei di M. e di Temistocle. Quindi una data posteriore dovremmo assegnare al ritratto veduto da Pausania (1, 18, 3) vicino al Pritaneo nell'agorà di Atene, accanto a quello di Temistocle, e che al suo tempo dice trasformato in un romano. A. Furtwängler aveva ricercato M. in una testa di stratega di Monaco, ma presso Porto Corsini fu ripescata insieme con altre un' erma marmorea, con ritratto, barbata e l'iscrizione ΜΙΛΤΙΑΔΗC in caratteri del II sec. d. C. e due epigrammi incisi: Qui Persas bello vicit Marathonis in arvis / civibus ingratis et patria interiit. Πάντες Μιλτιάδη τάδ᾿ ἄρηια ἔργα ἴσασιν Πέρσαι καί Μαράϑων σῆς ἀρετῆς τεμένος.

Il volto piuttosto idealizzato e accademico, deriva da un originale creato nello stile classico della seconda metà del V sec. a. C., e, per la testimonianza di Demostene, si potrebbe pensare a un ritratto tardo di ricostruzione sulla traccia delle immagini di Delfi e del Pecile. Se gli epigrammi bilingui erano nell'originale, confermerebbero questa datazione tarda, e quello latino potrebbe aver causato, frainteso, la notizia di Pausania della trasformazione in un romano.

Bibl.: L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 86; G. Becatti, in La Critica d'Arte, VII, 1942, p. 85 ss.; Wade-Gery, in Journ. Hell. St., LXXI, 1951, p. 212 ss.; P. E. Arias, Le erme di Ravenna, in Jahrbuch, LXVIII, 1953, p. 102 ss.