Millepiedi e centopiedi

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

millepiedi e centopiedi

Giuseppe M. Carpaneto

Animali cingolati

I Diplopodi (millepiedi) e i Chilopodi (centopiedi) sono due classi ben differenziate nell’ambito degli Artropodi. Il numero delle zampe dei millepiedi non supera le 750 paia mentre quello dei centopiedi può raggiungere le 191 paia.

Il corpo di questi animali appare spesso corazzato, come una minuscola macchina da guerra, ed è articolato in tanti segmenti

Non solo numeri

Essere un millepiedi o un centopiedi non è solo questione di numero di zampe. Al contrario, significa appartenere a una o all’altra di due classi ben distinte, caratterizzate da modi di vita molto diversi. Basti pensare che i Diplopodi (millepiedi) sono prevalentemente detritivori o vegetariani, mentre i Chilopodi (centopiedi) sono predatori. Tutti avremo notato il lento incedere di un millepiedi sul terreno e l’inutile sforzo di tante zampe che si muovono tutte insieme senza che l’animale riesca a raggiungere una velocità elevata. Avremo anche visto come, disturbando un millepiedi, il suo corpo si arrotoli formando una specie di disco.

D’altra parte, ci sarà anche successo di vedere un centopiedi, come una scolopendra o una scutigera, fuggire rapidissimo in un giardino o su un muro. Appare evidente che meno zampe lunghe e forti permettono di correre più velocemente di tante più zampe corte. Per questo motivo, molti Artropodi hanno seguito una linea evolutiva orientata verso la diminuzione del numero di segmenti del corpo e di appendici. Inoltre, essendo predatori, i Chilopodi possiedono un paio di pinze con cui afferrano le prede inoculandovi un veleno. I Diplopodi, invece, si limitano a emettere liquidi nauseabondi per dissuadere i predatori dal mangiarli.

I tranquilli Millepiedi

Il corpo dei Diplopodi è formato da un capo e da un tronco diviso in segmenti, detti metameri, simili a quelli che compongono il corpo degli Anellidi. Il capo porta gli occhi, un paio di antenne generalmente corte e un apparato boccale masticatore con cui l’animale frammenta e tritura le sostanze vegetali. Il tronco, invece, ha una caratteristica insolita nell’ambito degli Artropodi: ogni segmento porta due paia di appendici invece di un paio. Questo fenomeno si spiega con un processo evolutivo che ha comportato la fusione dei segmenti a due a due. In pratica, ogni apparente segmento del corpo corrisponde a due originali di essi. Animali lenti e tranquilli, i millepiedi sono completamente inermi. Per difendersi dai predatori, confidano nella durezza della loro corazza, nelle sostanze repellenti emesse da speciali ghiandole e nella propria capacità di arrotolarsi. Immaginiamo una lucertola che si ritrova davanti un millepiedi arrotolato: ben presto capirà che l’oggetto è troppo largo per la sua bocca e vi rinuncerà. Di fatto, il successo evolutivo dei Diplopodi è stato grande, visto che ne esistono più di 10.000 specie diverse.

Scolopendre e geofili

Rispetto ai Diplopodi, i Chilopodi hanno antenne più lunghe, adatte alla ricerca della preda, e il primo paio di zampe trasformate in forcipule, le tipiche pinze collegate a ghiandole velenose. Inoltre, ogni segmento del tronco porta un solo paio di zampe. Gli unici centopiedi il cui morso può essere veramente doloroso per l’uomo sono le scolopendre (Scolopendra cingulata, Scolopendra morsitans), che raggiungono i 17 cm di lunghezza e hanno 21 paia di zampe. Il dolore provocato dal morso passa dopo poche ore senza lasciare conseguenze. La scutigera (Scutigera coleoptrata) è un velocissimo centopiedi che si rifugia spesso nelle abitazioni umane, dove si rende utile liberandole dagli insetti. Possiede antenne lunghissime e 15 paia di zampe anch’esse molto sviluppate.

I geofili, adattati a vivere nel suolo umido, hanno un corpo più allungato e stretto, con numerose zampe (da 27 a 191 paia), sempre cortissime. Tale conformazione li rende molto lenti rispetto agli altri Chilopodi, ma ciò si spiega con il loro stile di vita. Immersi come sono nel suolo, i geofili non devono fuggire dai predatori e non hanno la necessità di inseguire le prede poiché trovano, a portata di pinza, numerosi piccoli organismi facili da catturare.

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