Milizia

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Moltitudine di uomini armati, sottoposti alla disciplina militare e ammaestrati al combattimento; è parola usata per lo più in senso storico, con riferimento agli eserciti delle età passate, o in relazione a gruppi di combattenti, volontari o mercenari, che si affiancano a un esercito regolare senza tuttavia essere inquadrati ufficialmente nei suoi ranghi, e che perciò godono di maggiore libertà d’azione, svolgendo per lo più attività di guerriglia (m. irregolari).

M. coloniale Sorta (1923) con reparti provvisori per combattere tribù ribelli della Libia, fu costituita in unità permanente nel 1924. M. volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) Istituzione del regime fascista sorta con lo squadrismo e riconosciuta legalmente nel 1923, per «provvedere in concorso coi corpi armati della sicurezza pubblica e con l’esercito a mantenere nell’interno l’ordine pubblico, preparare e conservare inquadrati i cittadini per la difesa degli interessi dell’Italia nel mondo». Durante le guerre italo-abissina e di Spagna furono mobilitate grandi unità della MVSN (divisioni Camicie nere). Durante la Seconda guerra mondiale era prevista l’assegnazione a ogni divisione dell’esercito di un battaglione mobilitato della m. (battaglione Camicie nere); fu mobilitata anche una grande unità della m., che non prese parte a operazioni su fronti di guerra. Con la caduta del fascismo, la MVSN fu sciolta e i militi furono incorporati nei reparti dell’esercito.

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