MILANO

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

MILANO (XXIII, p. 265 segg.)

Carlo CANDIDA

Sviluppo territoriale e demografico. - L'attuazione del piano regolatore, pur fra numerose difficoltà, è proceduta e procede abbastanza alacremente. Notevolmente progredito il complesso di costruzioni di Corso del Littorio-Piazza S. Babila la cui sistemazione definitiva, all'incrocio dei corsi Vittorio Emanuele e Venezia e di via Monforte, è tuttavia ancora sub iudice; progredite pure, dopo l'approvazione ministeriale delle varianti al piano regolatore di massima le demolizioni e costruzioni di Piazza Diaz, mentre dovrebbe presto iniziarsi la connessa sistemazione del lato meridionale di piazza del Duomo. A buon punto è anche la sistemazione della zona Piazza Fontana-Verziere Vecchio le cui caratteristiche casette, non senza rimpianto di molti, hanno ceduto il posto a grandi palazzi moderni. Un'ampia strada collega ora direttamente Via Verziere con Via Adua (ex Via Larga), mentre la scomparsa delle superstiti vecchie case di Via Alciato e le nuove costruzioni di Corso di Porta Vittoria daranno nuovo aspetto a tutto il quartiere in cui già sorge e sta per essere inaugurato il grandioso Palazzo di giustizia di M. Piacentini.

Con la demolizione della vecchia stazione e di numerosi edifici adiacenti s'è ricavata un'area amplissima (Piazzale Fiume) sui lati della quale sono sorti notevoli palazzi. Fra quelli costruiti nelle vicinanze di Piazzale Fiume tra la vecchia circonvallazione e le vie Moscova e Manin, alcuni dei quali nobilmente disegnati, citeremo il palazzo che ospita tutti gli uffici dipendenti dal Ministero delle finanze. In Piazza S. Sepolcro s'è abbattuto lo stabile attiguo a quello della Federazione degl'industriali per farvi sorgere il nuovo grandioso palazzo in cui avrà sede la Federazione del Partito nazionale fascista. È stato pure demolito il complesso di vecchie case tra Piazza S. Ambrogio e le vie S. Vittore e Carducci (v. appresso: Monumenti e arte); si procede ora attivamente all'isolamento del tempio civico di S. Sebastiano (via Torino) e s'è posto mano al totale rinnovamento del popolarissimo, un tempo malfamato, quartiere della Vetra, con la costruzione della nuova sede dell'Istituto tecnico Carlo Cattaneo e di numerosi edifici privati.

In Via S. Marco s'è proceduto alla copertura di un altro tratto del Naviglio (il "Tombone"). Nei pressi di Viale Michele Bianchi s'è inaugurato (ottobre 1937) il grande aeroporto Forlanini, mentre procedono attivamente, a cura e a spese dell'amministrazione provinciale, i lavori per la sistemazione dell'idroscalo Provincia di Milano, su parte del territorio dei comuni di Linate e Segrate (con uno specchio d'acqua - artificiale - di 800.000 mq.), in cui già si svolgono manifestazioni sportive nautiche. Nella zona di Niguarda, a cinque chilometri dal centro, si lavora dal 1933 alla costruzione del nuovo ospedale maggiore che sarà inaugurato presumibilmente nel 1939 e per il quale è prevista una spesa di 100 milioni. Progettato da Giulio Marcovigi, l'ospedale, che sorge su un'area di circa 328.000 mq. di cui 50.000 coperti, avrà una capacità di 1500 letti e sarà per la larghezza della concezione (circa 200 mq. di superficie a giardino per ogni malato), per la razionalità della pianta (v. ospedale, XXV, p. 682), per la perfezione e la modernità degl'impianti uno dei più importanti d'Europa.

Delle numerose modifiche parziali al piano regolatore di massima, che attendono del resto quasi tutte l'approvazione ministeriale, citeremo soltamo la progettata apertura di una via collegante direttamente Piazza della Scala con Piazza Principessa Maria (dovrebbero scomparire in conseguenza il teatro dei Filodrammatici e, ciò che sarebbe incomparabilmente più grave, uno stupendo portale quattrocentesco nella via omonima) e la costruzione di un nuovo vialone per Monza, prolungamento dell'attuale Viale Zara in sostituzione del previsto prolungamento di via Napo Torriani che avrebbe comportato l'abbattimento di numerosi stabili esistenti.

Parallelamente all'attuazione del piano regolatore, il comune ha provveduto all'ampliamento della rete stradale nonché delle reti tramviaria e automobilistica. La superficie occupata dalle vie, piazze, giardini, ecc., è salita a 15.949.000 mq.; la lunghezza delle vie comunali a 793 km.; quella della rete tramviaria a 293 km.; quella delle linee automobilistiche a 71,1, mentre gli oltre 390 milioni di viaggiatori annui trasportati sono saliti a 444 milioni.

Al 21 aprile 1936 la città contava 1.114.111 abitanti; l'indice di natalità risultava del 17,3‰; quello di mortalità del 12,6‰.

Monumenti e arte. - Indagini recentissime (1937), a cura della commissione dell'Istituto di studî romani particolarmente incaricata della ricostruzione della forma urbis Mediolani hanno portato alla scoperta e all'identificazione di ruderi romani i quali, secondo una relazione presentata dal dott. Alberto De Capitani d'Arzago al Ministero dell'educazione nazionale, permetterebbero di ricostruire il tracciato dell'antico circo, citato a gran lode da Ausonio e ricordato tuttora dal nome di una via, ma di cui era stata messa in dubbio l'esistenza. Tratti di murature dello spessore costante di m. 2,20 messi in luce nelle sostruzioni di vecchie case in una zona compresa fra Via Torchio e Corso Magenta, darebbero al circo le seguenti dimensioni: larghezza m. 82, lunghezza oltre m. 450, corrispondenti a quelle dei maggiori monumenti romani del genere. Ricerche importanti, a cura della stessa commissione, sono state iniziate anche nell'area oggi occupata dalla chiesa di S. Giorgio al Palazzo (Via Torino) le quali hanno confermato l'esistenza ivi del palazzo imperiale di cui erano venuti in luce oltre vent'anni fa avanzi di murature e di musaici. Nuove murature e nuovi musaici sono stati scoperti oggi, specie nelle cantine del palazzo Stampa Soncino, ed è sperabile che ulteriori ricerche sistematicamente condotte possano permettere di ricostruire la pianta dell'intero edificio.

Le demolizioni e gli scavi per le nuove costruzioni nel tratto di Via S. Vittore compreso fra Via Carducci e Piazza S. Ambrogio hanno completamente messo in luce un importante monumento della Milano medievale: la pusterla di S. Ambrogio di cui non si conosceva finora che una massiccia torre quadrata in mattoni dominante le casupole che le si erano venute addossando da ogni parte. Liberata del tutto questa torre, sono stati scoperti anche le fondamenta di un'altra torre analoga e, fra le due torri, il piedritto e la metà di un arco, un pilastro divisorio e la base del piedritto di un secondo arco. La porta, a due fornici, come i cosiddetti portoni di Porta Nuova, era munita di un ponte levatoio di cui si sono ritrovati gli appoggi.

Molto s'è lavorato anche ai monumenti esistenti. A cura della Soprintendenza all'arte medievale e moderna e coi contributi dello stato, del comune, di enti varî e di privati, s'è provveduto al consolidamento della parete absidale della chiesa di S. Satiro, al consolidamento e al restauro dell'Arco della pace e della chiesa di S. Nazaro in Brolo, alla sistemazione di un'ala del Palazzo reale in cui hanno trovato degna sede gli uffici della Soprintendenza all'arte medievale e moderna, al restauro degli affreschi della chiesa di S. Maurizio o del Monastero maggiore e di quelli nelle vòlte della chiesa di S. Pietro in Gessate, al restauro dei dipinti del Bergognone nella chiesa della Passione, al riordinamento delle sale della pittura dell'800 nella Pinacoteca di Brera, mentre sono stati elaborati i progetti per la continuazione del restauro del Palazzo reale (fronte di Via Rastrelli) e per il restauro del palazzo Silvestri, della chiesa di S. Cristoforo e del chiostro dell'Incoronata.

Di gran lunga più importanti sono tuttavia il restauro della chiesa di S. Maria delle grazie (ultimato) e quelli ancora in corso (1938) del duomo e della basilica di S. Lorenzo; tra i più notevoli, quest'ultimo, che siano stati condotti da molti anni in qua, e forse non solo in Italia. Quanto al duomo, sono già stati sostituiti nella facciata gli elementi logorati dal tempo e dalle intemperie, conci, sagome, bassorilievi, statue, e non rimane che da eseguire e porre in opera sulla campata centrale la nuova falconatura che corona già le quattro campate laterali. Prosegue intanto il lavoro per la nuova copertura dei terrazzi e - all'interno - per il restauro nelle vòlte della decorazione a chiaroscuro; per il rifacimento totale del pavimento a intarsio di marmi policromi (solo nelle navate laterali saranno riadoperati per ora i materiali di ricupero); per il consolidamento e il restauro degli altari e del coro; per la creazione su quest'ultimo che dovrà essere lievissimamente modificato, di una grande cantoria; per l'installazione di un poderoso organo quintuplo e la collocazione di trenta nuove statue e di alcune vetrate per i finestroni laterali. Questi lavori resi possibili da varie provvidenze legislative e fra l'altro dal rinnovo della concessione viscontea che riservava all'Opera del duomo l'esclusività delle cave di Candoglia, Mergozzo e Rovegro, sarà completato dalla sostituzione delle quattro porte lignee che ora fiancheggiano la monumentale porta centrale di bronzo, con quattro porte egualmente di bronzo affidate agli scultori Castiglioni, Lombardi, Minerbi e Mistruzzi.

Il restauro della basilica di S. Lorenzo e degli edifici annessi fa parte di un insieme imponente di opere per il totale risanamento di un'ampia zona cittadina ricchissima di ricordi storici. Iniziato nel 1936 sotto gli auspici della commissione per l'archeologia e l'arte in Lombardia, e diretto dall'architetto Gino Chierici, sovrintendente all'arte medievale e moderna, col più scrupoloso rispetto di ogni traccia lasciata dalle varie ricostruzioni, esso ha illuminato, insieme con la storia del monumento, la stessa storia dell'architettura cristiana dei primi secoli risolvendo ed eliminando varî dubbî e problemi circa l'origine ancora controversa di taluni elementi dell'architettura preromanica e romanica. Fondazioni, tracce di pavimenti, struttura di muri e di vòlte, avanzi di stucchi, di musaici, di affreschi, messi in luce durante i lavori, hanno provato che la basilica laurenziana è "una delle più audaci e singolari costruzioni cristiane d'Occidente" (Chierici). Già stimata infatti coeva (Rivoira) o di poco più antica (Toesca) della basilica di S. Vitale di Ravenna (del sec. VI) è risultato invece ch'essa è da assegnare con certezza, insieme con la cappella di S. Aquilino, di pochi anni posteriore, al sec. IV (Chierici).

Istituti di cultura e musei. - Museo di Milano. - Istituito nel 1935, raccoglie i documenti della storia e della vita della città dalle sue origini preromane ai giorni nostri. Notevoli il materiale archeologico, il ricco medagliere, i mobili, i costumi e gli arredi popolari, le raccolte di ceramiche di fabbriche cittadine del sec. XVIII, i saggi d'industrie locali. Di grandissimo interesse i dipinti e le stampe, spesso anche intrinsecamente pregevoli, che ritraggono avvenimenti cittadini e soprattutto gli aspetti della Milano scomparsa. Il museo ha sede in un nobile palazzo fatto costruire dalla famiglia Monti nel 1736, passato poi agli Andreani, infine ai Sormani dei quali porta il nome e che lo cedettero al comune.

Centro nazionale di studî manzoniani. - Istituito con r. decr. 8 luglio 1937, n. 1679, avrà sede nella casa del Manzoni in via del Morone 1. È presieduto dal sen. Giovanni Gentile cui sono state affidate funzioni di regio commissario. L'ente ha per fine di promuovere e di coordinare gli studî e le ricerche intorno alla vita e alle opere del Manzoni, nonché intorno alle correnti di pensiero che al Manzoni si riallacciano, e si propone principalmente di raccogliere e conservare autografi, stampe, cimelî; di tutelare l'integrità dei luoghi manzoniani; di curare la pubblicazione di quelle opere di argomento manzoniano cui sia riconosciuto un alto interesse scientifico. Vedrà la luce a sua cura l'edizione nazionale delle opere di Alessandro Manzoni.

Raccolta Trivulziana. - Sulla fine del 1935, in parte con i fondi appositamente stanziati in bilancio, in parte con somme offerte da cospicui cittadini, il comune di Milano acquistava per 10 milioni e quattrocentomila lire, assicurandola così per sempre alla città dalla quale stava per emigrare, la celebre raccolta del principe Alberico Trivulzio. La raccolta, di cui faceva parte una sezione libraria ricchissima di incunabuli, di preziosi codici miniati, di edizioni rare che oggi accrescono il patrimonio dell'Archivio storico civico, comprende fra l'altro dodici arazzi con le allegorie dei mesi dell'anno tessuti a Vigevano nei primi anni del'500 su disegno del Bramantino; una Madonna in gloria fra angeli e santi di Andrea Mantegna, firmata e datata 1497, grande pala da altare già nella chiesa di S. Maria in Organo a Verona; una Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, firmata; una Madonna col Bambino e due tavole con figure di santi vescovi di Vincenzo Foppa; una Madonna di Filippo Lippi; varî ritratti di Baldassarre d'Este, di Zanetto Bugatto, del Tiziano, del Pontormo, ecc., nonché avorî romani, bizantini, tedeschi, una preziosa tazza di vetro romana del sec. III con iscrizione libatoria, ecc. Questa raccolta è stata ordinata nel salone della cancelleria della corte ducale nel Castello sforzesco, dove pure sono esposti in ampie vetrine, col criterio di una periodica rotazione, i cimelî librarî più rari e interessanti.

La Provincia di Milano.

Al censimento del 1936 risultarono presenti 2.152.556 ab. (780 per kmq.). Conta 246 comuni con una superficie media di 1,2 kmq. e una popolazione media di 8787 ab. L'incremento della popolazione nel periodo dal 1861 al 1921 è stato del 31,3 per cento contro il 17,2 per cento nel compartimento.

La provincia di Milano è solcata da km. 500 di strade provinciali; km. 240 di strade statali; km. 80 di autostrade.

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