MICOSI

Enciclopedia Italiana (1934)

MICOSI (dal gr. μύκης "fungo")

Giuseppe BOLOGNESI
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Mario TRUFFI

Nome dato da R. Virchow (1856) a un importante gruppo di affezioni prodotte da funghi (esclusi i batterî). Questi vegetali inferiori, privi di clorofilla, attingono le sostanze necessarie alla loro alimentazione dalle materie organiche sulle quali vivono saprofiti, o dai tessuti degli organismi in seno ai quali, per adattamento biologico, possono vivere parassiti; essendo privi della funzione clorofilliana, si possono sviluppare in oscurità assoluta. Si possono distinguere le micosi a seconda della sede: p. es. della pelle, dell'orecchio, delle unghie, dell'occhio, ecc., onde le dermatomicosi, le otomicosi, le onicomicosi, le oculomicosi, ecc.; oppure a seconda della specie causale: blastomicosi, saccaromicosi, mucormicosi, ecc., o più brevemente: aspergillosi, sporotricosi, ecc. (v. actinomicosi; aspergillo; Blastomicosi; sporotricosi; tigna). Ci limiteremo qui a trattare complessivamente le cosiddette "micosi chirurgiche".

Micosi chirurgiche. - Si comprendono con questo nome tutte le lesioni, a tipo clinico assai vario, prodotte da "miceti" o funghi, le quali possono subire un trattamento chirurgico. Esse sono divenute più frequenti in questi ultimi anni, perché meglio conosciute dai chirurghi moderni. Sono state descritte, si può dire, in ogni parte del mondo, ma in particolare nelle regioni calde e umide. Si presentano in genere sotto forma di granulomi a lento decorso, abbastanza simili al granuloma tubercolare; però altre volte si manifestano in forma di comuni processi infiammatorî anche acuti e altre volte ancora in forma quasi di un tumore. Per quanto anche i miceti possano elaborare tossine, come i comuni batterî patogeni, essi agiscono peraltro sui tessuti del corpo umano e animale prevalentemente in modo meccanico, per la presenza del loro micelio.

Dal lato etiologico dobbiamo considerare delle condizioni estrinseche, inerenti al parassita (forme vegetative del fungo, condizioni fisiche d'ambiente, ecc.) e intrinseche, inerenti all'individuo (recettività, età, professione, ecc.) che ospita il parassita stesso. I miceti, penetrati (in genere mediante corpi estranei del regno vegetale) nel nostro organismo per varie vie (la mucosa orale, il tubo digerente, le vie respiratorie, ferite lacere cutanee, ecc.) con i proprî elementi vegetativi cellulari e, soprattutto, con le spore, si possono sviluppare nei tessuti e organi più svariati (la cute, i muscoli, le ossa, le cavità articolari, la bocca e la faringe, l'apparato respiratorio e le pareti toraciche, il tubo gastro-intestinale e le pareti addominali, l'apparato urinario, l'apparato genitale maschile, e, soprattutto, quello femminile, ecc.). Vengono così a determinarsi quei focolai infiammatorî locali che hanno più spesso tipo di "granulomi" molti dei quali, certo non tutti, sono di competenza del chirurgo, e che possono talora anche subire - come nelle comuni infezioni batteriche - delle vere generalizzazioni. Per la diagnosi generica di tali micosi hanno valore la sieroagglutinazione e la fissazione del complemento verso le spore di uno dei più comuni miceti, lo Sporotrichum Beurmanni. Per la diagnosi di forma speciale di micosi chirurgica occorre poi isolare dal focolaio il particolare micete e occorre dimostrare di esso il potere patogeno (per escludere che si tratti talora di forme saprofitiche), isolando il fungo in coltura pura dal focolaio granulomatoso, possibilmente ancora chiuso, dimostrando di esso caratteri morfologici bene accertati, ottenendo infine col trapianto del micete in animali recettivi lesioni infiammatorie assai simili a quelle spontanee umane. Del resto, dal punto di vista puramente clinico, i sintomi di tali micosi non rivestono, almeno in un certo numero di casi, caratteri di specificità: la micosi chirurgica è più spesso assai simile ai più comuni granulomi, in particolare - come dicemmo - a quello tubercolare, ma anche talora a quello sifilitico o ad altra etiologia ancora. Esistono soltanto alcuni particolari sintomatologici, i quali in determinati casi rappresentano segni di probabilità per la diagnosi di micosi chirurgica.

Riguardo alla cura generale, la somministrazione di ioduro di potassio, ad alte dosi, risponde in quasi tutte le micosi. Il radio e la radiumterapia potranno forse coadiuvare la guarigione, potendo tali mezzi terapeutici, secondo alcuni autori, arrestare, almeno temporaneamente, lo sviluppo del micelio e impedire la germinazione delle spore; ma non è ancora detta in riguardo l'ultima parola. S'intende poi che la cura locale, chirurgica operatoria, sarà varia a seconda del tipo della lesione e della sede di essa. Soltanto cognizioni esatte in proposito possono evitare interventi chirurgici intempestivi.

Volendo elencare le micosi chirurgiche oggi note in patologia umana, potremmo seguire il criterio della sede o della frequenza o della varietà dei miceti. Preferiamo attenerci a quest'ultimo e divideremo le micosi chirurgiche in: micosi ben determinate, micosi non determinate, micosi miste o polimicosi, micosi dubbie, micosi false o pseudomicosi.

Fra le micosi ben determinate la più frequente e di più antica cognizione è indubbiamente l'actinomicosi, dovuta cioè al fungo del genere Actinomyces, o fungo raggiato (costituito da sottili filamenti cilindrici, per lo più senza setti, incolori, trasparenti, di solito con numerosi rami laterali, qualche volta dicotomi o a verticillo, spesso con rigonfiamenti intercalari o terminali a clava) diffuso in natura allo stato saprofitico (polveri di vegetali, terreni coltivati, ecc.) e che può penetrare nel corpo umano (per le vie digerente, respiratoria o cutanea), a mezzo di varî corpi estranei (più spesso spighe di grano), acquistando valore patogeno. La localizzazione più frequente è quella angolo-cervico-facciale, rappresentata da una piastra infiammatoria di consistenza assai dura, diffusa o circoscritta, interessante prevalentemente i tessuti molli della regione, con formazione di piccoli ascessi e di fistole contenenti i tipici granuli actinomicotici. I mascellari di rado partecipano alla lesione.

L'actinomicosi può avere peraltro, meno frequentemente, le sedi più varie: ricordiamo, nella faccia e nel collo, il naso, l'orecchio, la laringe, l'occhio e l'orbita, il cavo orale e gli organi in esso contenuti, la faringe e le tonsille; nel tubo digerente l'esofago, lo stomaco, l'intestino il peritoneo, il fegato; nell'apparato respiratorio il polmone e le pareti toraciche; nell'apparato genito-urinario il rene e la vescica, i genitali femminili; negli arti in particolare, dove si hanno quelle tumefazioni deformanti, di volume talora enorme, del piede, che prendono il nome di piede di madura e che sono dovute il più delle volte appunto all'Actinomyces o, almeno, a varietà del fungo raggiato. Tale piede di madura actinomicotico è più frequente nei paesi tropicali, specie nelle Indie; tuttavia fu rinvenuto anche in paesi temperati (in particolare in Italia). La cura è chirurgica e demolitiva.

La streptotricosi, la leptotricosi e la gladotricosi rappresentano casi di micosi descritti con tali nomi nella letteratura chirurgica, ma che rientrano veramente nel capitolo dell'actinomicosi.

In ordine di frequenza vengono quindi la saccaromicosi e la sporotricosi. Per saccaromicosi o blastomicosi intendiamo le micosi prodotte da Saccaromiceti, o funghi unicellulari, che si moltiplicano per gemmazione e non formano micelî. Si tratta di casi osservati, per la maggior parte, nelle Americhe, con lesioni cutanee, osteoarticolari e anche a sedi più varie. Non dimentichiamo che in un dato periodo della scienza si credette di potere far risalire la genesi tutt'oggi sconosciuta delle neoplasie a tali funghi gemmanti. La impropriamente detta oidiomicosi di alcuni autori rientra effettivamente nel campo delle saccaromicosi.

La sporotricosi riguarda le micosi determinate dal genere Sporotrichum, il quale comprende miceti che hanno conidiofori decombenti, spesso non dissimili dalle ife sterili, ramosi, settati, con conidî acrogeni, o acropleurogeni, ovoidei o globulosi, indivisi, ialini o debolmente colorati. La conoscenza di tale micosi è di data abbastanza recente e gli studî più completi di essa appartengono alla scuola francese. Gli Sporotrichi si trovano allo stato saprofitico in natura su varî vegetali e anche nel corpo umano, nel quale possono acquistare potere patogeno penetrando per lesioni di continuo della cute, per le mucose accessibili e per il tubo gastro-intestinale. Per le sedi possibili della lesione ricorderemo: la cutanea (gomme disseminate, lesioni a vario tipo localizzate); i vasi sanguigni e linfatici; il naso, la gola, l'orecchio, l'occhio; i muscoli e le guaine sinoviali tendinee; le ossa e le articolazioni (osteoartriti assai simili alle tubercolari); i polmoni; i reni; gli organi genitali; la mammella.

Meno frequenti sono le altre micosi chirurgiche note a tutt'oggi e cioè la mucormicosi (da Mucoracee); la micosi da Malbranchea; l'oosporosi (da Oospore); la Moniasi (da Monilie); la micosi da Mycoderma; la micosi daTrichosporum; la penicilliosi (da Penicillî); la cladiosi (da Mastigocladium Blochi); l'acladiosi (da Acladium Castellanii Pinoy); l'acremoniosi (da Acremonium Potroni); l'emisporosi (da Hemispora); la tricosporiosi (da Trichosporium); la micosi da Acremoniella; la micosi da Haplographium. Vengono infine le micosi, veramente di maggior interesse chirurgico, da Madurella, da Indiella, da Aspergillus, da Sterigmatocystis, da Monosporium apiospermum, le quali tutte possono produrre quelle lesioni gravi deformanti del piede - come già dicemmo per l'actinomicosi - che prendono il nome di micetomi e che sono più frequenti nei paesi caldi.

Vengono quindi le micosi non determinate, lesioni cioè varie, a carattere granulomatoso, dovute a funghi non ancora ben identificati dai singoli autori che ne descrissero casi clinici.

Per polimicosi intendiamo poi non solo lesioni multiple granulomatose nello stesso individuo prodotte da miceti varî, ma anche granulomi dai quali vennero isolati due o più funghi.

E dobbiamo ricordare anche le micosi dubbie, le quali riguardano cioè casi nei quali o non si ebbe alcun reperto di funghi, ma i cui caratteri clinici facevano porre diagnosi assai probabile di granulomi di origine micotica, o, se un reperto micetico diedero a osservare, non fu per altro raggiunta la prova della patogenicità di quest'ultimo. Infine accenneremo appena alle pseudomicosi: si tratta infatti di lesioni chirurgiche a tipo clinico micotico, ma delle quali l'agente patogeno, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è rappresentato da un fungo. Sono quindi false micosi, delle quali basta ricordare il nome: la botriomicosi e la stafilomicosi.

Micosi fungoide (sin. linfadenia cutanea, granuloma fungoide). - Affezione cutanea grave, quasi sempre letale, a decorso solitamente lento. A un periodo cosiddetto premicosico, che può durare talora per lunghi anni (fino a 40), e nel quale si manifestano nella cute lesioni non caratteristiche di tipo vario (eritemi, urticarie, eczemi, lichenificazioni, eritrodermie) intensamente pruriginose, succede l'eruzione di nodosità di volume vario da un pisello a una grossa arancia, di colorito biancastro o roseo o rosso scuro, molli, talora un po' strozzate alla base, le quali si ulcerano facilmente al centro, mentre vanno estendendosi verso la periferia e confluendo con altre vicine. Queste masse carnose, talora enormi, si possono in qualche caso riassorbire anche spontaneamente, lasciando di solito cicatrici superficiali. I ganglî linfatici partecipano spesso al processo. Vi sono casi in cui la fase nodulare non è preceduta dal periodo premicosico (micosi d'emblée).

La malattia, anche nella fase nodulare, può durare, con alternative di remissioni e peggioramenti, per qualche anno. I tumori si possono diffondere anche a organi interni. L'esito letale si verifica spesso per malattie intercorrenti. I nodi micosici sono costituiti da elementi mononucleati di tipo vario per lo più linfocitario o mielocitario. Possono coesistere alterazioni del sangue che vanno da una semplice leucocitosi a vere forme di leucemia linfatica. La patogenesi è oscura. Alcuni ne fanno un'affezione sistematica dell'apparato linfatico, una linfadenia dovuta a reviviscenza di tessuto emopoietico, altri una reticolo-endoteliosi o un'emoistioblastosi.

L'agente patogeno è ignoto. La terapia con i raggi X provoca miglioramenti rapidi e profondi; ma, a scadenza più o meno lunga, si hanno recidive, contro le quali i raggi X perdono di solito ogni efficacia.