MARULLO, Michele

Enciclopedia Italiana (1934)

MARULLO (Μαροῦλος), Michele

Giuseppe Pavanello

Soprannominato Tarcaniota dal nome della madre, figlio di un greco di Dýmē in Acaia, ma probabilmente di famiglia originaria italiana, sembra nascesse in Costantinopoli e che passasse giovanissimo in Italia, quando Costantinopoli cadde. Si dedicò alle armi sotto la guida dello spartano Nicola Rollis, frequentò in Napoli le riunioni del Pontano e a Firenze sposò Alessandra Scala, poetessa, figlia di Bartolomeo Scala, erudito segretario del Magnifico: l'affetto che nutrì per lei il Poliziano fu una delle cause dell'avversione fra i due poeti. Il M. perì annegato nel Cecina (1500), e Alessandra, chiusasi nel convento fiorentino di S. Pietro Maggiore, lo seguiva sei anni dopo.

Piuttosto scipito negli epigrammi contro il Poliziano, assurge negli altri componimenti a lirica altezza. Melanconia ispira le poesie in cui piange perduta la patria; nei versi a Neera (la Scala?) palpita la soave voluttà di Catullo e dei lirici fiorentini contemporanei; imita assai bene Lucrezio, ch'egli commentò, negli Hymni naturales, dove nelle divinità mitologiche canta le foize della natura, con sentimento pagano. Il Marullo deve la sua fama maggiore a questi ultimi componimenti (Hymni et epigrammata Marulli, Firenze 1497, rist. da C. N. Sathas, Doruments inédits relatifs à l'histoire de la Grèce au moyen âge, VII, Parigi 1888).

Bibl.: G. Bottiglioni, La lirica latina in Firenze nella seconda metà del secolo XV, Pisa 1913, pp. 121-136; P. L. Ciceri, M. M. e i suoi "Hymni naturales", in Giorn. stor. d. lett. it., LXIV (1914), p. 289 segg.; G. B. Picotti, M. o Mabilio?, in Studi in onore di F. Flamini, Pisa 1915, p. 241 segg.