DOUGLAS, Melvyn

Enciclopedia del Cinema (2003)

Douglas, Melvyn

Anton Giulio Mancino

Nome d'arte di Melvyn Edouard Hesselberg, attore teatrale, cinematografico e televisivo statunitense, nato a Macon (Georgia) il 5 aprile 1901, da genitori russo-tedeschi, e morto a New York il 4 agosto 1981. Presenza inconfondibile, talora in ruoli da comprimario, nelle commedie sofisticate degli anni Trenta e Quaranta, divenne con il suo charme, l'aspetto distinto, i baffi da seduttore accomodante e mai invadente, lo sguardo irridente e il contegno spiritosamente sussiegoso, il partner ideale delle grandi dive dell'epoca. I maggiori riconoscimenti gli furono tuttavia conferiti successivamente: vinse, nel 1964 per Hud (1963; Hud il selvaggio) di Martin Ritt e nel 1980 per Being there (1979; Oltre il giardino) di Hal Ashby, due Oscar come migliore attore non protagonista.

Dopo aver combattuto nella Prima guerra mondiale, D. cominciò a studiare recitazione, debuttando in teatro già nel 1919. L'intensa attività sulla scena, in giro per l'intero Paese e con diverse compagnie, lo condusse nel 1928 a Broadway e poi a Hollywood, dove esordì al fianco di Gloria Swanson in Tonight or never (1931), adattamento cinematografico di Mervyn LeRoy di una commedia che l'attore aveva già interpretato a teatro. Recitò accanto alle attrici hollywoodiane più carismatiche, tra cui Claudette Colbert in She married her boss (1935; Voglio essere amata) di Gregory La Cava e I met him in Paris (1937; Incontro a Parigi) di Wesley Ruggles; Marlene Dietrich in Angel (1937; Angelo) di Ernst Lubitsch; Greta Garbo in As you desire me (1932; Come tu mi vuoi) di George Fitzmaurice, Ninotchka (1939), sempre di Lubitsch, e Two-faced woman (1941; Non tradirmi con me) di George Cukor; Joan Crawford in The gorgeous hussy (1936; Troppo amata) di Clarence Brown, The shining hour (1938; Ossessione del passato) di Frank Borzage, A woman's face (1941; Volto di donna) ancora di Cukor e They all kissed the bride (1942; Tutti baciarono la sposa) di Alexander Hall, il regista con il quale D. lavorò più spesso in quegli anni; Ava Gardner in The great sinner (1949; Il grande peccatore) di Robert Siodmak e My forbidden past (1951; Voglio esser tua) di Robert Stevenson. Con le sue aristocratiche, pacate e ineccepibili maniere, perfette per creare un contrappunto ironico in situazioni all'apparenza preoccupanti o drammatiche, D. dovette spesso accontentarsi di ruoli stereotipati. Fu, tuttavia, un interprete completo e versatile, capace di passare in maniera assolutamente plausibile dai ruoli seri a quelli faceti, come per es. in The old dark house (1932) di James Whale, Captains courageous (1937; Capitani coraggiosi) di Victor Fleming e The sea of grass (1947; Il mare d'erba) di Elia Kazan. Offrì le sue performances migliori nei film di Lubitsch, che lo aveva diretto anche in That uncertain feeling (1941; Quell'incerto sentimento), e di Cukor, registi che seppero valorizzare in modo tutt'altro che convenzionale le sue doti di commediante. Per quanto istrionici, e forse anche in virtù della loro leggerezza di spirito, i personaggi interpretati da D. sono spesso acuti osservatori della stupidità, delle contraddizioni o delle frivolezze altrui, come in Mr. Blandings builds his dream house (1948; La casa dei nostri sogni) di Henry C. Potter, o addirittura lucidi censori di pecche e delitti, come in A woman's face, rappresentando nei contesti più disparati l'essenza stessa del buon senso, dell'equilibrio caratteriale e dell'apertura intellettuale uniti alla dirittura morale, nonché l'ossequio a principi sani, saldi e inalienabili. Così, per es., in Ninotchka, suscitando eccezionalmente l'ilarità di Greta Garbo, il suo personaggio sostiene (già nel 1939) l'esigenza del disgelo tra Stati Uniti e Unione Sovietica. E in A woman's face, sfruttando il versante sarcastico, pragmatico e disincantato dei suoi ruoli umoristici, interpreta la parte di un medico che, libero da ogni pregiudizio, dubita della presunta colpevolezza dell'enigmatica protagonista. Tornato al cinema dopo l'assenza durata per quasi tutti gli anni Cinquanta, durante i quali aveva ripreso a recitare in teatro, D. interpretò la parte del padre intransigente del protagonista (Paul Newman) in Hud; fu poi candidato all'Oscar come miglior attore protagonista per I never sang for my father (1970; Anello di sangue) di Gilbert Cates, stavolta nel ruolo del genitore del personaggio interpretato da Gene Hackman; successivamente, in Being there, fu l'anziano e facoltoso marito di Eve Rand (Shirley MacLaine), immobilizzato sulla sedia a rotelle ma abbastanza lungimirante da spianare la strada della leadership al mite giardiniere (Peter Sellers). Importanti, infine, furono anche le sue partecipazioni ai prestigiosi The candidate (1972; Il candidato) di Michael Ritchie e Twilight's last gleaming (1977; Ultimi bagliori di un crepuscolo) di Robert Aldrich, nonché a un film dalle atmosfere inquietanti come Le locataire (1976; L'inquilino del terzo piano) di Roman Polanski e all'horror ironico Ghost story (1981; Storie di fantasmi) di John Irvin, al fianco dei coetanei Fred Astaire, John Houseman, Douglas Fairbanks Jr e Patricia Neal. Nel 1986 fu pubblicata postuma l'autobiografia See you at the movies, scritta con T. Arthur. L'attrice Illeana Douglas (n. 1965), protagonista di Grace of my heart (1996; Grace of my heart ‒ La grazia del mio cuore) di Allison Anders, è sua nipote.

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